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mercoledì 11 febbraio 2015

L'irriverente. Ma il Consiglio Superiore della Magistratura, tutela anche il giudizio sui cittadini?

Firenze, 11 febbraio 2015. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha deciso di trasferire, come misura cautelare, il giudice Alfredo Robledo da Milano a Torino, in funzione di giudice giudicante e non di pubblico ministero (PM). La decisione e' stata presa perche' il procuratore aggiunto di Milano avrebbe avrebbe avuto uno scambio di favori con un avvocato della Lega Nord: avrebbe passato informazioni su atti coperti da segreto relativi all'inchiesta sui rimborsi indebitamente percepiti da consiglieri regionali della Lombardia, e in cambio avrebbe ottenuto copia di atti riservati sull'ex-eurodeputato Gabriele Albertini, controparte di Robledo in un processo per calunnia. Robledo si difende, ed ha annunciato un ricorso in merito, sostenendo che non si trattava di atti riservati e che non aveva ottenuto nessun vantaggio.
Gli addetti ai lavori ci stanno informando sui vari risvolti e sulle varie battaglie di pinco contro pallo all'interno del mondo della Giustizia (le cronache dei media sono in questi giorni piene di informazioni e approfondimenti). A noi questo interessa relativamente, per cui puntiamo la massima attenzione li' dove sono i diritti dei cittadini che in qualche modo devono avere a che fare con la giustizia. E ci viene spontanea una domanda/riflessione:
Il provvedimento del CSM e' di misura cautelare, quindi ci sara' una successiva sentenza di merito. Nell'ordinanza che ha disposto il trasferimento a Torino e la sospensione del giudice dall'attivita' di pm ma non dall'attivita' giudicante, c'e' scritto che "l'assoluta opacita' nel rapporto con il difensore emerge in tutta la sua gravita'". Il CSM, quindi, valuta questa opacita' compromissoria solo della funzione di pubblica accusa ma non di quella giudicante. Ma, dalla parte dei cittadino che sara' giudicato da questo giudice, perche' questo non dovrebbe essere un grave motivo per sospendere il giudice in assoluto?
Noi, che crediamo la fase giudicante non secondaria rispetto a quella dell'accusa, ci auguriamo per Robledo una sentenza di merito che lo assolva del tutto, ma non comprendiamo perche' -allo stato- a farne le spese devono essere i semplici cittadini utenti dei servizi della giustizia. C'e' qualcosa che ci sfugge in questa decisione del CSM?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc






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Redazione del CorrieredelWeb.it


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