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mercoledì 14 ottobre 2015

Proposta dalla Commissione europea la prima lista delle specie invasive da fermare. BirdLife e RSPB criticano la Commissione europea: proposta minimalista.


Birdlife, la più grande rete al mondo di associazioni per la conservazione dell’avifauna, e la RSPB, la più importante associazione britannica per la conservazione degli uccelli, hanno definito “minimalista” la prima lista di specie alloctone invasive presentata dalla Commissione europea al World Trade Organization (WTO), accusando apertamente la stessa Commissione di privilegiare interessi economici più della salvaguardia della natura.

Sono infatti 37 le specie alloctone invasive, note internazionalmente con l’acronimo IAS, appartenenti ad animali e piante introdotti accidentalmente o deliberatamente nell’ambiente naturale, ad entrare nella prima lista prodotta dalla Commissione europea e sui cui intervenire perché considerate una grave minaccia alla biodiversità, principale causa di estinzione di molte specie autoctone e un grande danno economico.

La ricaduta pratica di questa lista è il divieto a livello europeo di possesso, allevamento, trasporto e commercializzazione, con la previsione di severi controlli e l’eradicazione per queste 37 specie di flora e fauna, tra cui vi sono la cozza zebra, il gambero rosso della Lousiana, lo scoiattolo grigio, il giacinto d’acqua, il Pànace di Mantegazza, la tartaruga dalle orecchie rosse, la nutria sudamericana.

Secondo BirdLife e RSPB dovrebbero essere invece almeno 350 le specie animali e vegetali su cui l’Unione Europea deve intervenire con urgenza, tra cui l'aragosta americana che è stata oggetto di intensa attività di lobbying da parte del Canada e che per questo è stata al momento omessa dalla lista o il visone americano che è stato rimosso dal mirino della UE dopo le forti pressioni da parte di Finlandia e Danimarca che producono oltre 14 milioni di pellicce di visone americano all'anno.

Fermare le specie alloctone invasive è infatti una delle misure urgenti da adottare dall'Unione europea per raggiungere gli obiettivi 2020 fissati dalla Strategia europea per fermare la perdita di biodiversità. Una risposta attesa da tempo dalla comunità scientifica e dai principali organismi europei che si occupano di conservazione della natura (IUCN Europe, WWF Europe, BirdLife Europe, EEB) che nel 2014 avevano accolto con favore l'adozione del Regolamento UE 1143/2014 sulla prevenzione e gestione dell'introduzione e diffusione delle specie alloctone invasive (IAS) e di cui la lista delle specie è il primo passo.

BirdLife e RSPB hanno sottolineato che con tale proposta minimalista l'intera Europa resterà aperta ad ulteriori invasioni biologiche con gravissime conseguenze per la biodiversità e pesanti danni economici.
Lo scoiattolo grigio, tra le specie alloctone invasive inserite nella prima lista della UE, è un problema anche in Umbria dove i primi rilasci sono avvenuti intorno al 2000. Tuttavia fino al 2009 la sua presenza è rimasta sconosciuta alla comunità scientifica e alle istituzioni ed in questo gap temporale la specie si è espansa fino ad interessare oggi un'area di almeno 50 Km2, che riguarda gran parte dell'area urbana di Perugia, mettendo già a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo rosso autoctono in diverse di queste aree.
  

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