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mercoledì 20 aprile 2016

RIPARTE IL FUTURO: DECRETO TRASPARENZA: LE COMMISSIONI PARLAMENTARI ACCOLGONO COMPATTE IL PARERE DI 78.000 CITTADINI FIRMATARI DI FOIA4ITALY


Decreto trasparenza: Le Commissioni parlamentari accolgono compatte il parere di 78.000 cittadini firmatari di Foia4Italy

"Adesso il governo ha tutte le carte per procedere alle modifiche nel segno della vera trasparenza"

 

Roma, 20/04/2016 - "Ora che anche le Commissioni, in modo univoco, hanno lanciato un segnale forte per la modifica del decreto trasparenza, il governo non ha più scuse: questo FOIA va cambiato!" - così Federico Anghelé, campaigner di Riparte il futuro, commenta il voto appena espresso dalle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato a proposito del decreto sulla Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza. Maggioranza e opposizione hanno chiesto cambiamenti significativi al decreto, che è stato bocciato dal M5S e approvato ma in modo condizionato dalle forze di governo. Tutti concordi nell'avanzare le stesse richieste già formulate dalla rete Foia4Italy, costituita da oltre 30 associazioni della società civile, che da mesi si batte per ottenere un vero Freedom of Information Act italiano. "In sostanza il Parlamento ci dà ragione su tutta la linea dimostrando che la posizione presa da oltre 78.000 cittadini firmatari della petizione è corretta e deve essere accolta dall'Esecutivo".

Approvato in via preliminare a gennaio 2016, il testo del decreto legislativo facente parte della riforma della Pubblica amministrazione ha suscitato in questi mesi molte polemiche raccogliendo, tra le varie, anche le critiche di Anac e del Consiglio di Stato. Audita sia dal governo che dal Parlamento nelle scorse settimane, la rete Foia4Italy è riuscita a far valere le proprie istanze tanto che sia il premier Matteo Renzi, durante la scorsa puntata di #matteorisponde, che il ministro Marianna Madia, via Facebook, hanno annunciato di essere intenzionati a modificare il decreto in base alle richieste. Quest'ultima tuttavia è sembrata disposta a fare un passo indietro solo sul tema del silenzio-diniego, che solleverebbe le amministrazioni dall'obbligo di motivare la mancata risposta, e alla necessità di istituire soluzioni alternative al solo ricorso al TAR. Le richieste della rete sono di fatto molte di più.

 

"Il parere delle Commissioni non è vincolante ma adesso il governo ha tutte le carte per procedere alle modifiche nel segno della vera trasparenza", conclude Federico Anghelé, "tuttavia continueremo a raccogliere firme e consenso finché non leggeremo le modifiche nero su bianco".

Qui riassunte le osservazioni delle Commissioni Affari Costituzionali che appaiono in linea con le richieste della società civile.


·      Per quanto riguarda l'obbligo, per chi richiede l'accesso, di definire "chiaramente" i documenti, il Parlamento concorda con Foia4Italy sulla necessità di sopprimere la parola "chiaramente". Il richiedente non può essere vincolato a conoscere dove si trovano gli atti.

·      Il parere delle Commissioni conferma la necessità di "limitare la previsione del rimborso a carico del cittadino al solo recupero, comunque da giustificare, dei costi effettivamente sostenuti per l'eventuale riproduzione su supporti materiali";

·      Anche secondo le Commissioni deve essere sostituita l'ipotesi di silenzio-rigetto, che solleva l'amministrazione dall'obbligo di giustificare una mancata risposta.

·      Come richiesto dalla società civile, occorre prevedere un rimedio amministrativo ulteriore rispetto al semplice ricorso al TAR per chiedere conto di una mancata risposta da parte delle amministrazioni.

·      Per quanto riguarda il proliferare delle eccezioni all'accesso, il Parlamento di fatto rimanda ad Anac, a cui spetterebbe il compito di definire linee guida per le Pubbliche amministrazioni deputate ad applicare il Foia.

·      Anche le Commissioni sottolineano l'importanza di evitare sovrapposizioni con la precedente regolamentazione dell'accesso civico "così da delimitare, nel modo più chiaro possibile, ambiti, limiti e discipline delle due fattispecie".

·      Per quanto riguarda la modalità di presentazione della domanda, le Commissioni suggeriscono di evitare la moltiplicazione degli uffici cui rivolgersi, individuandone uno soltanto, così da favorire la chiarezza delle procedure.

·      Le Commissioni suggeriscono inoltre di specificare ulteriormente l'obbligo di collaborazione tra le amministrazioni nel caso in cui le domande giungano ad uffici diversi da quelli che detengono i dati e le informazioni richieste.




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