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venerdì 23 dicembre 2016

ECONDOMINIO. GLI ECOBONUS PER GLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI EDIFICI CONDOMINIALI | Il commento di Fabrizio Ferrari sulla Finanziaria 2017


LEGGE DI STABILITA' 2017

GLI ECOBONUS PER GLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO DELL'EFFICIENZA ENERGETICA

NEGLI EDIFICI CONDOMINIALI

Tra le numerose novità l'aumento dell'aliquota di detrazione fiscale fino al 70-75%

e la possibilità di sfruttarla anche per i condòmini incapienti

 

Fabrizio Ferrari, direzione tecnica di ECOndominio: "Un nuovo importante impulso al raggiungimento degli obiettivi europei e per i cittadini l'opportunità di attuare interventi di efficientamento efficaci e definitivi"

 

23 dicembre 2016 - Le agevolazioni fiscali sulla casa sono uno dei punti principali della Legge di Stabilità 2017. Le novità non riguardano solo la proroga annuale o quinquennale delle misure, ma ampliano la platea dei beneficiari, aumentano gli sconti e consentono in alcuni casi di recuperare in un tempo minore i soldi investiti per mettere a norma il proprio immobile. L'obiettivo è quello di andare incontro alle esigenze dei cittadini, contribuendo al contempo all'abbattimento dell'inquinamento ambientale nel rispetto della Normativa Europea che prevede la riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.

 

L'ecobonus, valido per i lavori di miglioramento dell'efficienza energetica, presenta le novità più significative, specialmente per i condominii: prima fra tutte, la percentuale detraibile - fissata al 65% per i singoli immobili - potrà salire nel caso in cui la riqualificazione energetica riguardi interventi su interi edifici condominiali e varierà in base all'entità dei lavori effettuati. Inoltre, se l'intervento coinvolgerà almeno il 25% della superficie disperdente lorda (dell'involucro dell'edificio) la percentuale detraibile potrà arrivare al 70% e fino al 75% se i lavori riguarderanno il miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva.

 

Il commento di Fabrizio Ferrari, direzione tecnica di ECOndominio, ESCo specializzata nella promozione e diffusione della cultura dell'efficienza energetica in condominio, da 6 anni al fianco delle istituzioni locali e delle associazioni per abbattere le emissioni inquinanti provocate dal riscaldamento residenziale, grazie ad un Metodo Autoliquidante che inizia con la Diagnosi Energetica dello stabile condominiale e si avvale del Contratto di Rendimento Energetico, abbinato al Finanziamento tramite Terzi al condominio e alle detrazioni fiscali oggi in vigore.

 

"Grazie a questi incentivi saranno ulteriormente agevolati gli investimenti per l'efficientamento dei condominii più energivori, proprio quelli a cui si rivolge ECOndominio con la sua Campagna Istituzionale di Diagnosi Energetica Gratuita, già attiva in 39 province di 7 regioni italiane. Per i cittadini, quindi, si parla di vantaggi concreti che si traducono in maggiore comfort, una gestione più autonoma del riscaldamento, nessuna spesa aggiuntiva per 10 anni e la tranquillità di evitare le sanzioni previste per chi non si è adeguato alle ultime normative. Con il Metodo ECOndominio l'intervento di Efficientamento Energetico, previsto in diagnosi, viene infatti interamente pagato dagli sgravi fiscali (innalzati ora fino al 75%), sommati al Risparmio Energetico certo e garantito dal Contratto di Rendimento Energetico (EPC) abbinato al Finanziamento Tramite Terzi (FTT) - un prodotto finanziario rivolto al condominio che copre il 100% dell'importo lavori e non prevede interessi a carico del condominio né firme dei condómini. Inoltre, il d.l. 141 del 18/07/2016 prevede che, nel caso in cui il condòmino non possa usufruire della detrazione perché incapiente, sia il fornitore a liquidarlo subito, accollandosi poi il diritto di detrarre nei successivi 10 anni".

 

Il riscaldamento degli edifici residenziali è la seconda causa di inquinamento urbano e un appartamento inserito in condominio energivo inquina in media come due auto e spreca il 50% di quanto consuma. Con il Metodo ECOndominio i residenti in condominio possono ottenere vantaggi concreti, efficaci e duraturi, basti pensare che sono 22,1 le tonnellate di CO2 mediamente risparmiate in un anno per ogni condominio centralizzato riqualificato.

 

GLI STEP DELLA DIAGNOSI:

Ø  iscrizione del condominio alla Campagna Istituzionale di Diagnosi Energetica Gratuita, scrivendo a diagnosienergetica@econdominio.eu

Ø  raccolta dei dati di consumo storici;

Ø  realizzazione del sopralluogo tecnico;

Ø  articolazione della Diagnosi Energetica dei condominio;

Ø  presentazione della stessa in sede di assemblea condominiale (ad opera di un tecnico esperto che affianca l'amministratore condominiale);

Ø  Contestualmente alla presentazione della Diagnosi, in fase di assemblea condominiale, i condòmini potranno valutare costi/benefici e piano di ammortamento dell'intervento di efficientamento individuato attraverso la diagnosi energetica preventiva e l'opportunità di realizzarlo senza affrontare alcun ulteriore esborso

 

La Campagna Istituzionale di Diagnosi Energetica si rivolge in primo luogo ai condomìni più energivori, ossia:

Ø  realizzati prima del 1990;

Ø  con almeno 12 unità abitative e impianto di riscaldamento centralizzato;

Ø  una spesa media annua uguale o superiore a 1.200 €/anno per appartamento;

 



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ASSISTAL | CCNL Metalmeccanici e Impiantisti: i lavoratori dicono SI



 
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Con una larghissima maggioranza che si attesta oltre l'80%, i lavoratori del comparto metalmeccanico e impiantistico rappresentati da Fim, Fiom e Uilm chiamati ad esprimersi sul testo del nuovo CCNL, hanno detto SI al Rinnovamento.

 

"Un risultato che auspicavamo – commenta a caldo Angelo Carlini, Presidente di ASSISTALe che ci conferma che gli sforzi congiunti di ASSISTAL e Federmeccanica sono andati nella giusta direzione, trovando il consenso anche da parte dei lavoratori.

 

Un Contratto che potrà fare da apripista per affrontare il futuro con occhi nuovi  e che rappresenta una vera e propria svolta nel panorama delle relazioni industriali, poiché riesce a coniugare l'affermazione della centralità della persona quale elemento qualificante nel contesto aziendale, con la necessità di rendere maggiormente competitive le imprese nel difficile mercato in cui operano".


Milano, 23 dicembre 2016


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FIPER: condividiamo il parere AEEGSI sul Decreto Linee Guida TEE


Decreto linee guida in materia di certificati Bianchi – MISE

 

Righini -FIPER: "condividiamo il parere AEEGSI sulle nuove linee guida in materia di certificati bianchi – MISE in riferimento alla promozione del teleriscaldamento efficiente"

 

Milano 23 dicembre 2016. Fiper condivide quanto espresso dall'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e Sistemi Idrici- AEEGSI sullo schema di decreto recante la determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico per gli anni dal 2017 al 2020 e l'approvazione delle nuove linee guida in materia di certificati bianchi.

 

In particolare in riferimento al teleriscaldamento efficiente, AEEGSI sottolinea l'importanza di considerare la quantificazione dei risparmi prodotti dal sistema di teleriscaldamento nella sua interezza ossia " …prevendendo che, per ciascun intervento il perimetro in riferimento al quale vengono quantificati i risparmi energetici possa essere il più ampio possibile (dalla fonte primaria agli usi finali), al fine di meglio valutare l'effettivo utilizzo dell'energia da parte degli utenti finali" (pg. 4- pg. 12 punto c)" presupponendo quindi anche come interventi ammissibili gli allacciamenti già programmati. 

 

Commenta Righini, presidente FIPER:" In zone di montagna, riconoscere i titoli di efficienza energetica per il risparmio ottenuto in termini di energia primaria non rinnovabile attraverso l'allacciamento alla rete di teleriscaldamento a biomassa, rappresenta una grande opportunità per il territorio in termini energetici, economici, ambientali e occupazionali. Al Ministero, FIPER ha più volte evidenziato che attraverso il riconoscimento dei TEE agli allacciamenti alle reti di teleriscaldamento a biomassa, si incrementa la capacità di "collettare" e valorizzare a fini energetici le biomasse legnose presenti sul territorio e ridurre in questo modo l'impiego degli apparecchi domestici obsoleti, migliorando la qualità dell'aria." 

 

Il richiamo dell'Autorità al rispetto delle competenze attribuite sul teleriscaldamento/teleraffrescamento nell'ambito del d.lgs. 102/2014 riapre il tema sull'esigenza di definire una legge quadro per il settore da sempre auspicata da FIPER che definisca chiaramente la natura del servizio del teleriscaldamento.

 

Conclude Righini:" ci auspichiamo che dal parere dell'Autorità e il confronto con la Conferenza Stato Regioni, il Ministero dello Sviluppo Economico provveda a ricomprendere la promozione degli allacciamenti a reti di teleriscaldamento a biomassa tra gli interventi di efficienza energetica ammissibili ai fini del riconoscimento dei TEE".



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martedì 13 dicembre 2016

Corpo forestale Stato, Lipu: necessario prorogare riforma Madia

Lipu

LIPU: IL NUOVO GOVERNO EVITI PARALISI OPERATIVE AL CONTROLLO DEL TERRITORIO. LA SITUAZIONE DEL BRACCONAGGIO IN ITALIA

E' DIVENTATA INSOSTENIBILE.

 

Concordiamo con la proposta dei sindacati del Corpo forestale dello Stato di una sospensione di almeno sei mesi della riforma Madia, che vede la soppressione del Corpo forestale dello Stato e l'incorporamento maggioritario nei Carabinieri. Alla già sicura diminuzione delle forze di polizia ambientale in campo che registreremo nell'applicazione di questa discutibile riforma, non vorremmo che, per affrettare il processo, ci siano ulteriori rallentamenti e carenze nel controllo del territorio e nel contrasto ai reati ambientali e contro la fauna selvatica.

 

È il commento del presidente della Lipu-Birdlife Italia, Fulvio Mamone Capria, a margine della conferenza stampa tenuta stamattina alla Camera dei Deputati da parte delle sigle sindacali del Corpo forestale dello Stato.

 

"Continuiamo  a ritenere non utile e non comprensibile la fine del Corpo forestale dello Stato che, in questi ultimi vent'anni, si era particolarmente affermato come la più professionale polizia ambientale a livello europeo - continua Mamone Capria - Siamo inoltre molto preoccupati che l'attuazione della riforma Madia comporti problemi operativi a partire dal 1° gennaio 2017, tenuto conto della situazione del bracconaggio in Italia che, con la quasi sparizione della vigilanza istituzionale, sembra ormai dilagare.

"Per questi motivi – conclude il presidente Lipu - chiediamo che il presidente Gentiloni e i ministri competenti propongano, in un urgentissimo provvedimento legislativo, il rinvio dell'attuazione della riforma Madia  e una riflessione approfondita sul tema".

  

 13 dicembre 2016



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lunedì 12 dicembre 2016

Collare elettrico – La Cassazione conferma: è maltrattamento

Ma la legge è ambigua se non impone anche il divieto di vendita degli strumenti impropri di punizione ingiustificata e dolorosa del cane. Ora si metta al bando il collare a strozzo.  

La Cassazione ha ribadito e sancito che addestrare un cane con il collare elettrico è maltrattamento, è infierire inutili sofferenze all'animale. 

L'alta corte ha infatti confermato la condanna per maltrattamento di un anno fa emessa dal Tribunale di Trento nei confronti del proprietario di un cane da caccia, un segugio italiano. 

La sentenza è la 50491 depositata il 29 novembre 2016.  "E' un segnale necessario – commenta Piera Rosati - ma per la presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – la legge deve bandire dal commercio e dalla vendita gli strumenti che vengono chiaramente acquistati non come soprammobili ma come strumento che infligge inutili dolori con scosse elettriche che colpiscono il cane fisicamente e che producono anche danni irreparabili sulla sua sfera psichica".  

Di più. "E' ora di spiegare ai cacciatori, che sono i principali fruitori di questo metodo violento di addestramento, punito anche col carcere, giusto per inquadrare la gravità del reato che si consuma, che da decenni esistono metodi di addestramento del cane di maggiore efficacia nel rispetto del benessere dell'animale, metodi dolci, che agiscono sulla sfera della relazione. Bastonare un cane con l'elettricità appartiene alla credulità popolare, è una pratica che nasce alla scuola dall'ignoranza. L'obbedienza si costruisce attraverso un lavoro lungo e costante, di educazione rispettosa, fatta di rinforzi positivi, senza scorciatoie violente che non portano neppure all'apprendimento del comando. Considerare il collare elettrico strumento educativo per estinguere un comportamento non desiderato del cane, è come credere nella stregoneria".   

"Parliamoci chiaro – continua Rosati – il collare elettrico non è l'unico strumento per condizionare con una punizione umana il cane. E' tempo che il legislatore metta al bando anche il collare a strozzo, che tiene perennemente in coercizione il cane. Il cane smette di provare dolore solo se obbedisce! Non è educazione, è maltrattamento. Eppure il collare a strozzo è gravemente ancora consigliato da alcune scuole di educazione cinofila e considerato il toccasana per "far vedere al cane chi comanda", peraltro in una zona altamente sensibile per il cane, sia sotto il profilo della comunicazione sociale, ignorata da chi crede di "educare", sia sotto il profilo fisiologico. Lo stesso vale per il cane a catena, catena che le leggi regionali ancora prevedono come tollerabile. Come nel collare a strozzo, la catena impone al cane di ridurre il proprio spazio d'azione smettendo di provare dolore solo se sta fermo. E' davvero tempo che l'etologia diventi, come già avvenuto negli scorsi anni, la linea guida di civiltà per tutelare il benessere animale".     


Lega Nazionale per la Difesa del Cane  
Via A. Bazzini 16
20131 Milano 
Tel 02.26116502 - Fax 02.36638394 www.legadelcane.org


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domenica 11 dicembre 2016

La Commissione deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia e propone sanzioni


La Commissione europea deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata esecuzione della sentenza della Corte del 2012. Le autorità italiane devono ancora garantire che le acque reflue urbane vengano adeguatamente raccolte e trattate in 80 agglomerati del paese, dei 109 oggetto della prima sentenza, al fine di evitare gravi rischi per la salute umana e l'ambiente.

Il 19 luglio 2012 la Corte di giustizia dell'UE aveva statuito (causa C-565/10) che le autorità italiane violavano il diritto dell'UE (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) poiché non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati (città, centri urbani, insediamenti).

A distanza di quattro anni la questione non è ancora stata affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti e sono situati in diverse regioni italiane: Abruzzo (1 agglomerato), Calabria (13 agglomerati), Campania (7 agglomerati), Friuli Venezia Giulia (2 agglomerati), Liguria (3 agglomerati), Puglia (3 agglomerati) e Sicilia (51 agglomerati). La mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento in questi 80 agglomerati pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino.

La Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'UE di comminare una sanzione forfettaria di 62 699 421,40 euro. La Commissione propone inoltre una sanzione giornaliera pari a 346 922,40 euro qualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza. La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell'UE.

Garantire che tutte le aree urbane dispongano di strutture per il trattamento delle acque reflue correttamente funzionanti può comportare considerevoli vantaggi per i cittadini dell'UE, poiché le acque non trattate pongono notevoli rischi per la salute umana e l'ambiente.

Contesto

Secondo quanto previsto dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE del Consiglio), gli Stati membri sono tenuti ad assicurarsi che gli agglomerati (città, centri urbani, insediamenti) raccolgano e trattino in modo adeguato le proprie acque reflue urbane. Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus nocivi e rappresentano pertanto un rischio per la salute pubblica. Contengono, tra l'altro, nutrienti, come l'azoto e il fosforo, che possono danneggiare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita, processo conosciuto come eutrofizzazione.

Ai sensi della direttiva 91/271/CEE del Consiglio, le città e i centri urbani con un numero di abitanti equivalenti superiore a 15 000 che scaricano le acque reflue urbane in acque recipienti non considerate aree sensibili erano tenuti a dotarsi di sistemi per la raccolta e il trattamento delle acque reflue entro il 31 dicembre 2000. Ne consegue che gli Stati membri devono assicurare che le acque reflue urbane vengano opportunamente raccolte e trattate prima che siano scaricate nell'ambiente.

A norma dell'articolo 260 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), se uno Stato membro non ha adottato le misure necessarie per conformarsi ad una sentenza della Corte di giustizia, la Commissione può adire la Corte di giustizia. La decisione relativa a un secondo deferimento alla Corte di giustizia sulla base dell'articolo 260 del TFUE deve sempre essere corredata di una proposta di sanzione e/o somma forfettaria. Il calcolo della sanzione da versare prende in considerazione la gravità dell'infrazione, tenuto conto dell'importanza delle norme violate e degli effetti di tale violazione sugli interessi generali e particolari, della sua durata e della grandezza dello Stato membro, al fine di garantirne l'effetto dissuasivo. Le sentenze della Corte sono vincolanti per tutti gli Stati membri dell'UE, nonché per le stesse istituzioni dell'UE.

Pertanto, il secondo deferimento alla Corte è necessario per garantire l'osservanza delle disposizioni in questi 80 agglomerati restanti, vista l'estrema lentezza dei progressi compiuti e la ripetuta inosservanza dei termini preventivamente annunciati. Altri Stati membri (Belgio, Grecia, Lussemburgo e Portogallo) sono già stati oggetto di sanzioni pecuniarie in casi analoghi, mentre la Spagna è stata nuovamente deferita alla Corte di Giustizia e potrebbe subire sanzioni.

Per ulteriori informazioni

-   Informazioni generali sulle procedure di infrazione in materia di ambiente.

-   Per le principali decisioni del pacchetto infrazioni di dicembre, si veda il MEMO/16/4211.

-   Sulla procedura generale d'infrazione, vedere MEMO/12/12(infografica).

-   Per saperne di più sulla procedura d'infrazione dell'UE.




Bruxelles, 11 dicembre 2016



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sabato 10 dicembre 2016

Legge di Bilancio - Stop a tassa di licenziamento, commento Federazione Imprese di Servizi



Roma, dicembre 2016 –Il testo approvato definitivamente ieri della Legge di bilancio 2017 pone finalmente fine a un paradosso, contenuto nella Legge Fornero, che da gennaio 2017 avrebbe colpito pesantemente gran parte delle imprese di servizi”.

E’ questo il commento della FISE – Federazione Imprese di Servizi all’approvazione della Legge di Bilancio che elimina definitivamente l’obbligo di erogare il “contributo di licenziamento” per le imprese che operano in regime di appalto e che applicano la clausola sociale di assorbimento del personale.

La questione riguarda l’articolo 2, comma 34, della cosiddetta “Legge Fornero” (92/2012) che ha introdotto a carico delle imprese il contributo sul licenziamento (un importo variabile fino a circa 1.500 euro per lavoratore, in proporzione all’anzianità maturata), senza prendere in debita considerazione quei settori in cui già esiste una clausola sociale a tutela dei lavoratori che prevede, nei casi di cambio appalto, che tutto il personale impiegato venga riassorbito dall’azienda subentrante. 

Dopo un iniziale provvisorio esonero previsto dalla stessa legge istitutiva del contributo ed una proroga annuale di tale esonero operata con il decreto “proroga termini” del 2016, ora arriva la definitiva eliminazione del contributo nel caso di licenziamento seguito da assunzione in sede di passaggio di appalto.

 Come espresso più volte dai rappresentanti dell’Associazione nei numerosi contatti istituzionali, si legge nella nota FISE, “si tratta di un controsenso che avrebbe potuto mettere a serio rischio di sopravvivenza molte aziende di servizi non in grado di sopportare tali ingiustificati costi”.

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