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mercoledì 29 marzo 2017
RAEE. La gestione dei rifiuti tecnologici: dal 2018 nuovi obblighi ambientali per le imprese del settore elettrico ed elettronico
Inoltre, si amplierà la responsabilità anche dei negozianti che dovranno garantire il ritiro gratuito di un maggior numero di tipologie di prodotti superati o non funzionanti.
Al fine di fornire alle Aziende le indicazioni utili per gestire in modo corretto il fine vita dei prodotti, le Associazioni imprenditoriali danno il via a una serie di incontri con esperti del settore - nelle città di Pordenone, Padova e Bergamo - che analizzeranno i punti salienti della normativa e gli obblighi per i produttori coinvolti dal D.Lgs. 49/2014.
A supporto operativo delle Aziende, il Sistema Collettivo ERP Italia esporrà i criteri da utilizzare per la corretta gestione del rifiuto.
Ad aprire gli appuntamenti con l'approfondimento relativo ai nuovi obblighi ambientali, sarà Pordenone, in programma venerdì 31 marzo, dalle 9.30 alle 13.00, presso la Sala Convegni di Unindustria Pordenone, organizzato insieme ad Ascom Confcommercio e all'Unione Artigiani Confartigianato.
A seguire Padova e Bergamo.
Ulteriori informazioni e dettagli nel comunicato stampa integrale allegato, che è possibile visionare anche al seguente link:
www.erp-recycling.it/news/la-gestione-dei-rifiuti-tecnologici
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martedì 28 marzo 2017
IL BOSCO COME IMPRESA - In arrivo la nuova legge forestale nazionale
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mercoledì 22 marzo 2017
Contratti falsi e forniture non richieste, nuova vittoria di MDC in Tribunale: il consumatore non deve pagare nulla in caso di truffa
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I malati di Alzheimer non devono pagare la retta.
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Privacy, un'azienda italiana su tre ha le idee confuse
Il Regolamento UE 2016/679 sarà operativo tra circa un anno, ma una ricerca mostra che il 32% delle imprese non sa ancora se rientra o no nell'obbligo di nomina del data protection officer, e un'azienda su cinque ha collocato la funzione privacy nell'area IT, con rischi di conflitti d'interesse e sanzioni. A rischio anche l'aspettativa per una norma tecnica sulle figure professionali del settore, che attribuirebbe al DPO molte competenze informatiche, mentre l'art. 37 del nuovo testo richiede che debba essere designato in funzione della conoscenza specialistica della normativa |
Milano, 22 marzo 2017 - Potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale dei trasgressori le sanzioni previste dal nuovo Regolamento UE 2016/679 che sarà applicabile dal 25 maggio 2018, tanto è che tre aziende italiane su quattro si sono organizzate prevedendo nel loro organigramma una specifica funzione per la protezione dei dati personali.
E se l'entità delle multe ha convinto il 75,7% delle imprese a dotarsi anche di un referente interno per occuparsi dei temi della privacy, il rovescio della medaglia è che in realtà il 32% delle aziende non sa ancora se rientra o meno nell'obbligo di designare un data protection officer, e nel dubbio il 72% non ha nominato nessuno per ricoprire questo ruolo.
Questa è la fotografia scattata da una ricerca condotta dall'Osservatorio di Federprivacy su un campione di circa mille aziende italiane che tra poco più di anno dovranno farsi trovare conformi alle nuove regole sulla protezione dei dati.
Ma che una fetta importante delle imprese italiane non abbia ancora le idee chiare sui temi della privacy, è confermato dal fatto che anche tra quelle che il data protection officer lo hanno già nominato, nel 25% dei casi è stato selezionato un candidato con un titolo di studio informatico, e un'azienda su cinque (20%) ha scelto una risorsa con retaggio IT, e questo nonostante l'art.37 del nuovo testo richieda di designare il responsabile della protezione dei dati (DPO) "in funzione delle qualità professionali, in particolare della conoscenza specialistica della normativa e delle prassi in materia di protezione dei dati". Inoltre, ben il 22% delle aziende intervistate ha collocato la funzione nell'area dell'Information Technology, esponendosi in tal modo anche a rischi di sanzioni, come osserva Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy:
"L'art.38 del Regolamento richiede che il titolare debba assicurarsi che i compiti svolti dal data protection officer non diano adito a un conflitto di interessi, ma se tali funzioni vengono svolte all'interno del reparto IT, dove generalmente vengono trattati la maggior parte dei flussi di dati aziendali, questo produce nella maggior parte dei casi una sorta di auto-monitoraggio in cui una funzione dovrebbe controllare il proprio operato, in contrasto con le disposizioni del Regolamento".
E se le tendenze emerse dalla ricerca rivelano che il quadro attuale presenta diverse incertezze sulla corretta attuazione delle prescrizioni del Regolamento UE, rischia di disattendere le aspettative anche la norma tecnica arrivata all'inchiesta pubbliche finale in UNI, che è stata elaborata con l'obiettivo di definire varie figure professionali del settore, tra le quali lo stesso data protection officer, che però al momento risulta sia generico sul piano delle necessarie competenze giuridiche, sia arricchito di molte altri skill informatici che lo allontanano dal profilo descritto nel testo di legge, non contribuendo così a fornire un corretto e chiaro orientamento di cui avrebbero bisogno le imprese per arrivare conformi al 25 maggio 2018.
Naturalmente, come prevede la prassi per le norme tecniche, il documento in questione (Cod. Progetto E14D00036) è soggetto a modifiche da parte di UNI in base ai commenti di tutte le parti interessate, che potranno essere inviate all'ente italiano di normazione fino al 25 marzo 2017. |
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martedì 21 marzo 2017
H3G e navigazione internet con 4G LTE. Denuncia di pratica commerciale scorretta all'Antitrust
Basti pensare all'accorciamento dei tempi di fatturazione da 30 a 28 giorni, operazione iniziata da un operatore e seguita poi da tanti altri. O ancora all'attivazione di servizi opzionali non richiesti (Vodafone Exclusive, Tim Prime, Wind All Inclusive Maxi ed infine H3G l'anno scorso con l'opzione a pagamento 4G LTE) (1).
La guerra al rialzo anziché al ribasso è sotto gli occhi (e nelle tasche) di tutti, e anche noi riusciamo con difficoltà a star dietro a tutte le segnalazioni che ci arrivano. Perchè il settore della telefonia funziona al contrario? Perchè l'apertura del mercato porta al rialzo dei prezzi anziché al ribasso?
I gestori sanno che se aumentano i prezzi di pochi spiccioli per volta il consumatore rinuncerà a portare avanti una battaglia legale, la class action in Italia è stata un flop (2), l'Antitrust può condannare i gestori a pagare sanzioni che anche nel loro massimo hanno importi risibili per le grandi società e in più è da tempo in essere un forte contrasto sul riparto di competenze fra Autorità garante per le comunicazioni e Antitrust. E si sa, fra i due litiganti, chi gode è il gestore.
L'ultima novità negativa per i consumatori riguarda H3G. Molti clienti del gestore stanno infatti ricevendo in questi giorni questo sms, con il quale viene comunicato un nuovo esborso:
"Modifica opzione LTE per mutato contesto di mercato: dal 18/4 costa 1€/mese.
Recesso da opzione senza costi da Area Clienti 3 entro 17/4. Info: tre.it/lte4g"
La pratica commerciale viene chiamata "modifica" ma si tratta di una attivazione non richiesta, simile a quanto già accaduto con Vodafone Exclusive, Tim Prime, Wind Maxi e come già fatto sempre dalla stessa H3G nel luglio 2016, pratica che avevamo denunciato all'Antitrust (3), che ad oggi non si è ancora pronunciata.
L'escamotage individuato dalla società per eludere l'applicazione delle norme a tutela del consumatore consiste nell'attivare gratuitamente il servizio 4G LTE – possibilità "concessa" fino al 19 febbraio 2017 (4) - per poi comunicarne la variazione a pagamento.
Non di modifica contrattuale si tratta, quindi, a nostro avviso ma di attivazione di servizio non richiesto, pratica commerciale scorretta e aggressiva che viola il Codice del Consumo.
Aggiungiamo che, quand'anche fosse una modifica contrattuale vera e propria, le modalità di comunicazione al cliente sarebbero comunque illegittime, poiché nell'sms inviato non si fa alcun riferimento al diritto di recesso contrattuale, ma solamente alla possibilità di "recesso da opzione" e si rimanda, per le informazioni su come disattivare, al sito internet della H3G richiedendo quindi al cliente – che già subisce l'attivazione non richiesta di un servizio - di attivarsi ulteriormente per andare a cercare le informazioni su come uscirne.
A ciò si aggiunge che l'unica modalità di "recesso" dall'opzione, indicata sul sito Internet del gestore, è tramite l'app del gestore stesso o tramite il sito Internet della società.
Abbiamo quindi denunciato la pratica commerciale scorretta all'AGCM (5) affinchè apra un procedimento contro H3G, chiedendo – soprattutto – di emanare un provvedimento cautelare di sospensione immediata dell'attivazione a pagamento dell'opzione 4G LTE.
Nel frattempo, mettiamo in guardia tutti gli utenti che siano titolari di una sim della H3G. Se non vi interessa l'attivazione a pagamento della possibilità di navigare in 4G, appena ricevuto il messaggio vi consigliamo di:
– disattivarlo subito seguendo le indicazioni sul sito e in ogni caso inviare, via pec o a mezzo raccomandata AR, una lettera di diffida: http://sosonline.aduc.it/
– inviare una segnalazione all'Antitrust: http://www.agcm.it/
- tenerci aggiornati su quanto accade: http://www.aduc.it/info/
1 – Vodafone exclusive: http://www.aduc.it/comunicato/
Time Prime: http://www.aduc.it/comunicato/
Wind All Inclusive Maxi: http://www.aduc.it/comunicato/
H3g: http://www.aduc.it/comunicato/
2 - http://www.aduc.it/articolo/
3 - http://www.aduc.it/comunicato/
4 - http://www.mondomobileweb.it/
5 - http://www.aduc.it/generale/
Emmanuela Bertucci, legale, consulente Aduc
domenica 19 marzo 2017
Codacons su gioco d'azzardo denuncia Governo e Baretta
STATO "BISCAZZIERE" IMPEDISCE A COMUNI DI IMPORRE LIMITI A SALE DA GIOCO E SLOT MACHINE.
Il Codacons presenterà domani una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma contro il Governo italiano e il Sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta per istigazione al gioco d'azzardo e violenza ad organo collegiale.
Al centro dell'esposto dell'associazione dei consumatori il gravissimo comportamento del Governo in merito alla piaga del gioco d'azzardo e al potere degli enti locali di tutelare la salute dei giocatori.
Governo e maggioranza hanno infatti ritirato un emendamento al decreto sicurezza che consentiva ai Comuni di imporre distanze minime alle sale da gioco rispetto a scuole ed edifici frequentati da minori – spiega il Codacons – Così facendo si è voluto legare le mani agli enti locali, riducendo il loro potere di intervenire contro il dilagare incontrollato di sale da gioco e slot machine. E questo perché l'emendamento in questione avrebbe potuto ridurre le enormi entrate garantite allo Stato dal settore dei giochi, pari a 9 miliardi di euro annui.
Oggi le ordinanze dei sindaci che pongono divieti agli orari delle sale slot e alla loro ubicazione vengono spesso annullate dai Tar, perché contrastano con gli interessi dello Stato e degli operatori del settore – prosegue il Codacons – L'emendamento avrebbe potuto finalmente porre fine al vicolo cieco in cui sono finiti gli enti locali nella lotta alla ludopatia, ma il Governo ha preferito tutelare le casse statali.
Per tale motivo domani presenteremo un esposto in Procura contro l'esecutivo e il Sottosegretario con delega ai giochi Pier Paolo Baretta, chiedendo di procedere per le fattispecie di istigazione al gioco d'azzardo e violenza ad organo collegiale nei confronti del Parlamento.
giovedì 16 marzo 2017
Parchi, riforma della legge 394/91. Lipu: "Pessima riforma, Gentiloni intervenga"
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NIENTE DI FATTO SULL’USO DEGLI AGROFAMRACI PER GLI HOBBISTI. MANCA LA LEGGE
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mercoledì 15 marzo 2017
Rifiuti: aumentare il riciclaggio, ridurre lo smaltimento in discarica e i rifiuti alimentari
Secondo il progetto legislativo adottato martedì, la quota di rifiuti da riciclare dovrà aumentare dall'odierno 44% al 70% entro il 2030.
I deputati hanno anche approvato norme del "pacchetto rifiuti" che limitano la quota di smaltimento in discarica al 5% e riducono i rifiuti alimentari del 50% entro il 2030. Il Parlamento dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio dei ministri UE.
La relatrice Simona Bonafè (S&D, IT) ha detto: "Oggi, il Parlamento ha dimostrato a larghissima maggioranza che crede nella transizione verso un'economia circolare. Abbiamo deciso di ripristinare obiettivi ambiziosi per il riciclaggio e la discarica, in linea con quanto la Commissione aveva inizialmente proposto nel 2014".
Le statistiche per il 2014 indicano che il 44% di tutti i rifiuti urbani dell'UE è riciclato o compostato, a fronte di appena il 31% del 2004. Inoltre, entro il 2020, gli Stati membri dell'UE dovrebbero essere in grado di riciclare o compostare più del 50% dei rifiuti.
Rifiuti e imballaggio
Secondo i deputati, entro il 2030, almeno il 70% in peso dei cosiddetti rifiuti urbani (familiari e di piccole imprese) dovrebbe essere riciclato o preparato per il riutilizzo, ovvero, controllato, pulito o riparato. La Commissione europea aveva proposto il 65%.
Per i materiali di imballaggio, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno, si propone l'80% come obiettivo per il 2030, con obiettivi intermedi per ogni materiale nel 2025.
Smaltimento in discarica
Il progetto di legge limita la quota di rifiuti urbani collocati in discarica al 10% entro il 2030. Si propone una riduzione di quest'ultima al 5% ma è prevista una proroga di cinque anni a determinate condizioni per gli Stati membri che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65% dei loro rifiuti urbani.
Rifiuti alimentari
I rifiuti alimentari nell'UE sono stimati a circa 89 milioni di tonnellate, pari a 180 kg pro-capite annui. Rispetto al 2014, i deputati mirano a una riduzione dei rifiuti alimentari del 30% per il 2025 e del 50% entro il 2030. Si propone inoltre un obiettivo simile per i rifiuti marini.
Prossime tappe
Le quattro risoluzioni approvate martedì rappresentano la posizione negoziale del Parlamento in vista dei negoziati con il Consiglio dei ministri UE, che deve ancora adottare la propria posizione.
Contesto
Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia hanno inviato praticamente nessun rifiuto urbano alle discariche, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta ancora smaltiscono in discarica più di tre quarti dei propri rifiuti urbani.
Sebbene la gestione dei rifiuti nell'UE sia notevolmente migliorata negli ultimi decenni, quasi un terzo dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica e meno della metà viene riciclato o compostato; con ampie variazioni tra gli Stati membri
Migliorare la gestione dei rifiuti potrebbe fornire benefici per l'ambiente, il clima, la salute umana e l'economia. Come parte di un cambiamento nella politica dell'UE verso un'economia circolare, la Commissione europea ha fatto quattro proposte legislative che introducono nuovi obiettivi nella gestione dei rifiuti per quanto riguarda il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento in discarica.
Le proposte rafforzano inoltre le disposizioni UE sulla prevenzione dei rifiuti e sull'estesa responsabilità del produttore, semplificando le definizioni, gli obblighi di comunicazione e i metodi di calcolo per gli obiettivi.
Procedura: procedura legislativa ordinaria, votazione su mandato
Animali: M5S, stop a circhi e spettacoli che li usano
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martedì 14 marzo 2017
CONVEGNO IN CAMPIDOGLIO DIRITTI ANIMALI. DIRITTI UMANI. QUALE CAMBIAMENTO?
Roma, 14/03/2017
DIRITTI ANIMALI. DIRITTI UMANI. QUALE CAMBIAMENTO?
«Troppo spesso la nostra società considera gli animali una merce, - sottolinea Daniele Diaco - un oggetto, qualcosa da sfruttare per i propri interessi»
«Occorre passare da una cultura antropocentrica ad una biocentrica» commenta Pinuccia Montanari
«Un convegno – sostiene Pier Paolo Cirillo- organizzato per poter dare uno spunto di riflessione»
«I diritti non possono avere confini di specie – spiega Ciro Troiano - né essere limitati da una visione antropocentrica».
Oggi in Piazza Campidoglio in Roma il convegno sul tema: "Diritti Animali. Diritti Umani. Quale Cambiamento?" cui hanno partecipato: Rosalba Matassa, Direttore Tutela ambientale e benessere degli animali – Roma Capitale; Daniele Diaco, Presidente Commissione Ambiente Capitolina e Pinuccia Montanari, Assessore alla Sostenibilità Ambientale – Roma Capitale.
«Troppo spesso la nostra società considera gli animali una merce, - sottolinea Daniele Diaco - un oggetto, qualcosa da sfruttare per i propri interessi. È bene invece essere consapevoli che, esattamente come noi, gli animali provano dolore, sofferenza e allo stesso modo, e in alcuni casi più di noi, sono capaci di dare amore. Questo convegno si pone come obiettivo quello di stimolare le coscienze e aiutarci ad intraprendere un percorso teso al rispetto globale del mondo animale».
Per Pinuccia Montanari: «Occorre passare da una cultura antropocentrica ad una biocentrica che metta al centro la tutela della vita sulla terra. Per questa ragione il nostro impegno per gli amici animali ha una profonda radice etica ed esige una costante attenzione».
Tra gli esperti: Luigi Lombardi Vallauri, Filosofo; Ciro Troiano, Criminologo, Responsabile Osservatorio Zoomafia LAV; Carla Rocchi, Presidente ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali); Gianluca Felicetti, Presidente LAV (Lega Anti Vivisezione) e Pier Paolo Cirillo, Vice Presidente Animalisti Italiani Onlus.
Il Professore Vallauri ha esposto le cinque ragioni principali del rispetto verso gli animali distinguendo un animalismo ambientalista che difende la bellezza e la biodiversità; un animalismo animalista che punta alla soggettività perché gli animali soffrono; un animalismo umanista che protegge l'uomo; un animalismo spirituale che si ispira al principio di nonviolenza di Gandhi e un animalismo giuridico di cui parla nel trattato: "La questione animale" da lui curato per il "Trattato di Biodiritto" in sei volumi diretto da Stefano Rodotà e Paolo Zatti.
«Un convegno – sostiene Pier Paolo Cirillo- organizzato per poter dare uno spunto di riflessione agli studenti e ai cittadini che ogni essere vivente ha diritto a una vita dignitosa, sia per umani sia per gli animali e l'ambiente circostante».
«I diritti non possono avere confini di specie – spiega Ciro Troiano - né essere limitati da una visione antropocentrica. La dignità e la libertà dalla sofferenza devono essere garantite ad ogni essere vivente: un mondo etico non può essere limitato agli interessi umani. La negazione dei diritti apre inevitabilmente le porte alla violenza e la violenza esercitata a danno di umani e quella contro gli animali hanno più aspetti in comune di quanto si pensi».
Presenti anche gli attori Daniela Poggi e Massimo Wertmüller che hanno sottolineato il loro impegno a favore dei diritti degli animali nel cinema e nel teatro.
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venerdì 10 marzo 2017
Sosta gratis se il parcometro è sprovvisto di bancomat
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lunedì 6 marzo 2017
Portolano Cavallo è il primo e unico studio legale in Italia premiato come 'Best Workplace'
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