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domenica 21 giugno 2020

Coronavirus e rimborso viaggi. Il punto sulla situazione. Che fare

Coronavirus e rimborso viaggi. Il punto sulla situazione. Che fare

Firenze, 21 giugno 2020
Cosa deve fare il viaggiatore?
Il nostro consiglio è di far valere i propri diritti così come sanciti dal diritto UE (1) - che prevale sul diritto italiano!-, dalla pronuncia dell'Antitrust (2) e dalle indicazioni di Enac (3)
attraverso una raccomandata A/R o PEC di messa in mora all'operatore (4).
Potrà farlo anche chi ha già accettato il voucher, qualora sia stato costretto dagli operatori a firmare una rinuncia al rimborso in denaro con la minaccia di perdere sia soldi che voucher.

Cosa è accaduto per arrivare a questo punto
Diverse migliaia di viaggiatori che si sono ritrovati obbligati per legge ad essere anche donatori di obolo agli operatori turistici e compagnie aeree, si stanno chiedendo se vivono in un film distopico, dove le cose non sono dove e come dovrebbero essere o se è solo un brutto sogno.

Per la legge italiana, voluta dal Governo e approvata dal Parlamento,chi ha pagato un servizio turistico da effettuarsi nel periodo 23 febbraio - 31 luglio, ma non ha potuto usufruirne a causa dell'emergenza sanitaria, deve sottostare alla decisione dell'operatore: rimborso in denaro oppure con voucher valido un anno.
Va da sé che, salvo rare eccezioni, gli operatori offrono solo voucher, con il rischio più che concreto di non poterlo utilizzare e quindi di perdere tutto.
Come siamo arrivati a questo:
- Il decreto legge "Cura Italia" lo prevedeva in forma ambigua sin dalla sua emanazione a marzo, distinguendo tra recesso del consumatore e annullamento da parte dell'operatore;
- Aduc lo ha subito contestato perché in contrasto con la normativa dell'Unione Europea (5), oltre perché è impensabile far pagare la crisi del settore turistico ai clienti.
- Il Parlamento ha convertito in legge il decreto "Cura Italia" a fine aprile (6), eliminando ogni possibile ambiguità: decide l'operatore turistico in tutti i casi, punto e basta. Questa è la norma nazionale oggi in vigore!

Cosa è accaduto nel frattempo in Italia:
- gli operatori turistici offrono solo voucher, e anche su questi molti di loro fanno la cresta: diminuzione del valore del voucher al netto di penali inventate; validità del voucher per periodi più limitati; obbligo di fruire del voucher solo per servizi con prezzi indicizzati al momento della fruizione, con conseguente obbligo di dover pagare altri soldi per fruirne; etc.

Cosa è accaduto nel frattempo in Unione Europea:
- altri Stati membri hanno emulato l'Italia;
- la Commissione Ue dapprima non ha detto niente, poi ha ondivagato tra commissari che chiedevano una procedura d'infrazione contro l'Italia e Co. (la vicepresidente Margrethe Vestager) e chi faceva finta di farlo (la commissaria ai Trasporti Adina Valean).
- nel frattempo, la Commissione si è data da fare per fornire delle linee guida per "salvare" la prossima estate turistica (7).

Fino a quando la Commissione UE ha deciso di far valere il diritto europeo lo scorso 15 maggio:
- Cari Stati membri, Italia inclusa, avete tempo fino al 28 maggio per adeguare le vostre legislazioni alle norme comunitarie:a decidere tra rimborso in denaro e voucher è solo il viaggiatore. Se non lo fate scatta la procedura d'infrazione (1).

Di conseguenza in Italia, il 28 maggio 2020 - Antitrust
L'autorità Antitrust è intervenuta stigmatizzando la normativa italiana che viola quella comunitaria (2)

E il 19 Giugno 2020 interviene Enac
Enac (Ente nazionale Aviazione Civile) è intervenuta per sostenere che, secondo loro, dal 3 giugno scorso le compagnie aeree non possono imporre i voucher come rimborso (3)

Cosa deve fare il viaggiatore?
Il nostro consiglio è di far valere i propri diritti così come sanciti dal diritto UE (1) - che prevale sul diritto italiano!-, dalla pronuncia dell'Antitrust (2) e dalle indicazioni di Enac (3)
attraverso una raccomandata A/R o PEC di messa in mora all'operatore (4).
Potrà farlo anche chi ha già accettato il voucher, qualora sia stato costretto dagli operatori a firmare una rinuncia al rimborso in denaro con la minaccia di perdere sia soldi che voucher.


NOTE
1 - http://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+turismo+ue+verso+procedura+infrazione_31184.php
2 - http://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+viaggi+non+rimborsati+ora+anche_31252.php
3 - http://www.aduc.it/notizia/pandemia+rimborsi+voli+enac+dal+giugno+soldi+non_137039.php
4 – https://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
5 - https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+turismo+imporre+voucher+al+consumatore_30998.php
6 - https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+viaggi+parlamento+nega+rimborsi_31089.php
7 - https://salute.aduc.it/coronavirus/notizia/linee+guida+della+commissione+agli+stati+non_136962.php


COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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venerdì 19 giugno 2020

Pandemia e rimborso voli. Il tardivo e ambiguo intervento dell’Enac… ma la legge italiana viola sempre il diritto europeo. Che fare

Pandemia e rimborso voli. Il tardivo e ambiguo intervento dell'Enac… ma la legge italiana viola sempre il diritto europeo. Che fare


Firenze, 19 Giugno 2020. L'Enac è intervenuta ieri sera per dirci che secondo lei dal 3 giugno i vettori aerei non possono decidere loro se rimborsare un volo annullato esclusivamente con un voucher, ma che spetta al viaggiatore decidere se vuole i soldi o meno (1).
Meglio tardi che mai? Certo. Ma è un tardi che lascia con l'amaro in bocca perché le cose che dice Enac sono valide sempre, anche prima del 3 giugno, perché il diritto europeo ha sempre valore superiore a quello nazionale, così come rilevato già da Antitrust e dalla Commissione Ue che sta per aprire una procedura d'infrazione contro il nostro Paese.
Comunque, Enac o non Enac, la situazione non cambia perché la legge italiana è sempre la stessa. Voli e prodotti turistici di cui non si fruisce più causa Covid-19, continuano ad essere un mezzo che ogni singolo malcapitato ha utilizzato per finanziare gli operatori del settore.
Aduc continua a consigliare chiunque a pretendere il rimborso in denaro.
Qui le indicazioni: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+rimborso+viaggi+punto+sulla+situazione_31185.php

1 -
https://www.aduc.it/notizia/pandemia+rimborsi+voli+enac+dal+giugno+soldi+non_137039.php


Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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Porno libero in libero Stato. Bloccare la norma che vuole di fatto vietare il porno online

Porno libero in libero Stato. Bloccare la norma che vuole di fatto vietare il porno online

Firenze, 19 Giugno 2020. Le emissioni pornografiche potranno essere bloccate in automatico su Internet. Blocco disattivabile solo su esplicita richiesta del titolare del contratto. L'intento, secondo il senatore Simone Pillon, sarebbe quello di tutelare i minori.
Così è previsto da un emendamento della Lega (art.7bis) "Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio" (1), nell'attuale testo di conversione della legge sulla Giustizia, dove il tutto va chiuso entro il 29 giugno (tempi stretti visto l'andazzo parlamentare). Ed è molto probabile che venga approvato in quanto, al momento, il nostro Parlamento esprime voto favorevole o meno solo con voti di fiducia, che se non riconosciuta aprirebbe una crisi di governo.
Sarà "interessante" verificare chi stabilirà (e quali saranno) i criteri dei contenuti da inserire in queste liste di offerte mediatiche. Rispetto a quale morale, quale ideologia, quali comportamenti. E' evidente che il motivo che questo viene fatto per tutelare i minori non regge, visto che questi minori, per esempio, dovrebbero/potrebbero avere i loro genitori che facilmente possono avere sui loro device dei sistemi di controllo ed inibizione che si trovano ovunque.
L'intento dei proponenti è marcatamente quello di rendere difficile l'accesso, a tutti, a contenuti che secondo la loro ideologia sono riprovevoli. E' la stessa logica di chi vuole vietare o rendere difficile l'aborto solo perché loro sono contrari a quella pratica, come hanno fatto per il divorzio e come continuano a fare per l'eutanasia o il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tutte opinioni e ideologie che vengono vissute dai loro fedeli solo come necessaria imposizione a chiunque altro.
Sembra di dover tornare indietro nella storia, così come sta accadendo per esempio con l'aborto farmacologico in Umbria, dove lo si è reso più complicato di quello chirurgico e così scoraggiare le donne a farne ricorso (2).
Una concezione dello Stato e delle leggi in cui i cittadini sono sudditi e non individui responsabili delle proprie scelte.
Ecco che lo slogan "Porno libero in libero Stato" ci sta proprio bene.


1 - "I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto"; "Questi servizi devono essere gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto". "Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano altresì adeguate forme di pubblicità di tali servizi in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate". "In caso di violazione degli obblighi di cui ai commi precedenti l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina all'operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore
a sessanta giorni entro cui adempiere". (La Repubblica del 19/06/2020)

2 - https://www.aduc.it/articolo/aborto+ru486+dal+caso+umbria+bagno+nella+realta_31350.php

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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lunedì 15 giugno 2020

Decreto Rilancio: Parlamento alla prova dei fatti


 

Decreto Rilancio, FNOPI: "Infermiere di famiglia occasione per far decollare l'assistenza sul territorio. Parlamento alla prova dei fatti"

 

"Il potenziamento e l'innovazione dell'assistenza sul territorio soprattutto grazie all'investimento sui servizi infermieristici distrettuali, con i 9.600 infermieri che entreranno nel 2020, e l'introduzione strutturale dell'infermiere di famiglia e comunità, è davvero il valore aggiunto che i deputati hanno dato con i loro emendamenti segnalati al decreto Rilancio". 

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), sottolinea l'importanza che già alla Camera, dove la Commissione Affari sociali deve oggi esprimere il suo parere rispetto alle misure sanitarie del decreto,  si aprano le porte al nuovo modello di assistenza sul territorio, finora assolutamente carente, multidisciplinare e che disegni un ruolo di rilievo, autonomia, professionalità e collaborazione tra le professioni realmente accanto ai cittadini. Infermieri in testa. 

"Ora - sottolinea - i parlamentari sono alla prova: hanno davvero un'occasione da non perdere per dare il via  a un nuovo modello di assistenza che corregga gli errori del passato e apra le porte a una prossimità con i cittadini richiesta da questi a gran voce e soprattutto necessaria, come ha anche dimostrato l'emergenza della pandemia, ma anche a prescindere da questa, per assistere davvero i più fragili senza che nessuno sia mai lasciato solo con i suoi bisogni di salute, in tutte le aree del Paese anche quelle 'disagiate'".

"Le richieste della FNOPI su questo specifico tema sono state praticamente tutte raccolte e portate avanti dai deputati di maggioranza e opposizione, a dimostrazione della fondatezza delle politiche professionali della nostra Federazione, – spiega Mangiacavalli - e di questo li ringraziamo. È evidente che la conversione in Legge del Decreto Rilancio sarà considerata dagli oltre 450mila infermieri del nostro Paese un vero e proprio banco di prova della politica. Una prova che dal nostro punto di vista sarà superata solo se saranno messi al centro i reali bisogni dei cittadini e il bisogno di innovazione e sostenibilità del Ssn". 

Da qui parte, inoltre, un percorso che sicuramente può puntare a traguardi professionali più alti come quello delle specializzazioni e di un'area dedicata all'assistenza infermieristica. 

Ovviamente ci sono anche molte altre richieste che la FNOPI ha già avanzato a maggio nella sua lettera a Conte, Speranza e Bonaccini, come "una rivalutazione economica della retribuzione degli infermieri – aggiunge Mangiacavalli -, oggi tra le più basse d'Europa, e un'identificazione professionale che vada al di là di regole allargate a tutte le figure del comparto sanità, non solo sanitarie, di cui indubbiamente l'infermiere fa anche parte, ma che stanno ormai strette alla sua professionalità, alla sua formazione e alla sua reale attività. Cosa questa dimostrata negli ultimi mesi sul campo, ma che da sempre caratterizza la nostra professione".

"Tutte questioni, quest'ultime, anche al centro delle iniziative organizzate in questi giorni da diverse sigle sindacali, che meritano risposte concrete da parte delle Istituzioni  – sottolinea ancora la presidente FNOPI -. Ora è davvero il momento e l'opportunità di cambiare a favore dei cittadini e dei professionisti che tutelano la salute. È il momento, come ha sottolineato il ministro della Salute Speranza nella sua recente informativa alle Camere, di aprire davvero la stagione delle riforme".



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giovedì 11 giugno 2020

Decreto Rilancio, Global Blue: dimenticata la filiera del turismo internazionale




Decreto Rilancio, Global Blue: dimenticata la filiera del turismo internazionale

 


Milano, 11 giugno 2020

«Si sta facendo il grande errore, difficilmente recuperabile, di dimenticare il settore imprenditoriale dedicato al turismo internazionale. Questo comparto ripartirà nei prossimi mesi con maggiore cautela rispetto a quello dei viaggi interni, ma cedere su questo fronte significa mandare in fumo anni di lavoro per posizionare l'Italia tra le mete preferite – se non "la" preferita – dai viaggiatori stranieri, perdendo una fetta fondamentale di mercato».

 

Così Stefano Rizzi, Country Manager di Global Blue Italia, la principale società per i servizi di tax free shopping, un settore inscindibilmente legato ai flussi dei viaggiatori extra-UE, in merito ai lavori parlamentari di conversione del Dl Rilancio che avrebbero escluso la possibilità di votare alcuni emendamenti dedicati proprio agli strumenti per il turismo internazionale, in particolare all'abbassamento della soglia minima di spesa per il tax free shopping.

 

«Anche nel piano definito dal Comitato presieduto da Vittorio Colao lo shopping di lusso, soprattutto dei turisti esteri, è stato indicato come uno dei "prodotti sui quali l'Italia possa esprimere elementi distintivi"» sottolinea Rizzi. «Intorno al turismo, come in questi mesi hanno spesso sottolineato sia il Ministro Dario Franceschini sia la Sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi, ruota gran parte del rilancio dell'economia italiana, essendo un settore particolarmente importante per l'intero PIL. Ma nei fatti, almeno fino a oggi, le proposte della filiera che lavora con i turisti internazionali, coloro che hanno elevate capacità di spesa quando viaggiano, sono state quasi del tutto ignorate».

 

«Dal nostro osservatorio, da tempo segnaliamo come l'Italia rischi di perdere competitività se non si allinea agli altri diretti competitor europei. Se lo shopping è diventato un elemento in grado di influenzare e indirizzare un viaggiatore a preferire un Paese piuttosto che un altro, sappiamo che un elemento di forte attrattiva per chi viene da Paesi extra-UE in questa scelta è la possibilità di fare acquisti personali e avere il rimborso dell'Iva» prosegue il Country Manager di Global Blue Italia.

 

«Paesi come Germania, Gran Bretagna, Spagna hanno eliminato da tempo la soglia minima di spesa per il tax free shopping: significa che da loro il rimborso è previsto spendendo qualsiasi cifra, anche pochi euro. In Italia, al contrario, abbiamo ancora una delle soglie più alte in Europa: per poter avere il rimborso dell'Iva i turisti devono spendere per ogni acquisto almeno 154,95 euro, le vecchie 300.000 lire del 1993. Alla Camera sono stati presentati alcuni emendamenti che proponevano di abbassare anche in Italia questo livello minimo di spesa, ma sembra che tra i 1.200 emendamenti che verranno posti in votazione non ci sia spazio per questo tema. Sarebbe stata un'occasione davvero importante, per consentire agli operatori di avere uno strumento in più di attrazione nei confronti dei turisti e per non lasciare sul campo un ulteriore pezzetto di competitività italiana nei confronti dei nostri vicini europei».



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