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lunedì 31 maggio 2021

Influencer e pubblicità. Dall’Antitrust alla consapevolezza del consumatore

Influencer e pubblicità. Dall'Antitrust alla consapevolezza del consumatore

L'Antitrust ha avviato un'attività istruttoria contro un'azienda che, tramite tre influencer, avrebbe fatto pubblicità ingannevole (1). Aspetteremo i risultati. Occasione per fare uno squarcio su un mondo particolare che arriva a condizionare molta parte della nostra vita.
Vengono in mente alcuni recenti episodi come quello dl concerto dl primo maggio a Roma e le polemiche/accuse tra l'artista Fedez e la Rai (2). Dove, al di là della ragione o del torto di questo artista nei suoi rapporti con la Rai, va osservato/considerato il messaggio globale che ci è arrivato: un mix tra parole contro l'omofobia e pubblicità di cui siamo più o meno consapevoli.

Niente contro la pubblicità ma, come anche dice l'Antirust nell'avvio della sua istruttoria di oggi, occorre la consapevolezza da parte del consumatore di trovarsi di fronte ad un messaggio che lo invita ad esser tale. Nella fattispecie di Fedez, tanto si è scritto sul cappellino che portava al concerto con il logo di un'azienda multinazionale. Niente di diverso, per esempio, rispetto ad una partita di calcio in cui i giocatori hanno sulle magliette il logo del proprio sponsor. In entrambi i casi l'attenzione sull'artista e calciatore non è solo sulla sua performance ma anche sul suo abbigliamento, che fa un tutt'uno con la memorizzazione del personaggio e delle sue gesta.
Tutte cose note nel mondo pubblicitario. La domanda è: noi consumatori ne siamo consapevoli quando poi, per esempio, scegliamo un capo d'abbigliamento o prenotiamo un volo aereo? Il comportamento indotto e condizionato che ne deriva nel nostro quotidiano, è relativamente proporzionato al business delle aziende sponsor. E difficilmente, noi consumatori, sapremo di aver scelto per necessità o tendenza generale (la moda).

Ecco, quindi, l'importanza dell'Antitrust quando, nell'aprire al propria istruttoria di oggi, pone la necessità di messaggi pubblicitari che siano individuabili in quanto tali. Ma da qui alla nostra consapevolezza di scegliere non seguendo solo il riflesso condizionato… c'è molta strada da fare.
Ci domandiamo quanto di questi comportamenti e di questo marketing siano materia di studio e attenzione scolastica.


1 - https://www.aduc.it/notizia/influencer+antitrust+condanna+pubblicita+occulta_137995.php
2 - https://www.aduc.it/comunicato/rai+fedez+censura+aria+fritta+dei+pro+contro+no+all_32593.php


Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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domenica 30 maggio 2021

Widiba: canone sui conti, ma trattamento dei depositi vincolati non legittimo… ed occhio alla widipec

Widiba: canone sui conti, ma trattamento dei depositi vincolati non legittimo… ed occhio alla widipec

Come tanti altri istituti che nell'ambito dei prodotti offerti prevedevano conti correnti senza spese, la lunga epoca dei tassi monetari sottozero vede anche Banca Widiba introdurre un canone, precisamente 7,50 euro trimestrali, a titolo di "spese fisse di liquidazione trimestrali".
I clienti stanno ricevendo la proposta unilaterale motivata di modifica del contratto con la specifica di poter esercitare la facoltà di recesso prevista dall'articolo 118 del Testo Unico Bancario. Fin qui tutto in regola, e rammentiamo che se non si intrattengono altri rapporti con Widiba interviene la risoluzione del contratto della casella di posta elettronica certificata widipec, di cui occorre quindi estrarre l'archivio integrale. A tal proposito, per non dover procedere manualmente uno ad uno, la soluzione è quella di configurare un client di posta elettronica e scaricarli tramite protocollo IMAP.

La cose non appaiono invece corrette riguardo i conti vincolati. I clienti che domandano informazioni al call center si sentono rispondere che, in caso di recesso, il loro rapporto non beneficerà del tasso previsto a causa dell'estinzione anticipata del vincolo. Ciò è errato.
Lo stesso articolo 118 del T.U.B. dispone che "La modifica si intende approvata ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto entro la data prevista per la sua applicazione. In tal caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all'applicazione delle condizioni precedentemente praticate".
E' pertanto logico che il rapporto vincolato debba essere regolato alle precedenti condizioni. Non ha senso, in questo caso, parlare di estinzione anticipata perché questa non è una libera scelta del cliente bensì una conseguenza della facoltà di recesso prevista dalla legge.

C'è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione. Banca Widiba aveva effettuato una promozione con cui prevedeva un tasso annuo dell'1% per i vincoli a sei mesi per nuovi depositi entro lo scorso 5 maggio. Ebbene, la proposta di modifica unilaterale è datata 15 maggio! Chi mai avrebbe accettato di accendere un deposito vincolato sapendo che pochi giorni dopo avrebbe dovuto uscirne, e pure con una penalizzazione in termini di tasso di interessi?

A nostro modo di vedere, le lamentele dei clienti porteranno Banca Widiba a chiarire che i vincoli non saranno penalizzati, evitando un inutile contenzioso e peggio ancora un danno d'immagine non da poco. In caso contrario, i clienti potranno reclamare prima e poi rivolgersi all'Arbitro Bancario. Inoltre, potrà segnalare il tutto alla Banca d'Italia con un esposto. Ma siamo ragionevolmente sicuri che non ce ne sarà bisogno.

Un'annotazione a margine: analogo caso avvenne con CheBanca! nel luglio 2012. Sono trascorsi oramai nove anni, ma ancora ci si imbriglia in situazioni che si potrebbero perfettamente evitare semplicemente redigendo in maniera più dettagliata le comunicazioni.

Anna D'Antuono, legale, consulente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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mercoledì 5 maggio 2021

Rimborso voucher viaggi. La violenza delle istituzioni contro i consumatori

Rimborso voucher viaggi. La violenza delle istituzioni contro i consumatori

Un emendamento al dl Sostegni approvato oggi in commissione Bilancio e Finanze del Senato prevede che il bonus vacanze sia valido fino alla fine dell'anno, ma nel contempo prevede che i voucher emessi per il rimborso dei viaggi dell'anno scorso, siano validi 24 mesi e non più 18.
A parte il bonus vacanze è innegabile che la beffa dei voucher continua. Non è bastato andare contro il codice civile, contro la normativa Ue, contro le delibere dell'Antitrust e dell'Enac, la protervia non ha limiti. Le passate norme avevano deciso che i viaggiatori erano obbligati a finanziare operatori e strutture turistiche non ricevendo il rimborso dei viaggi non effettuati causa covid, ma evidentemente non era una violenza istituzionale sufficiente, occorreva andare oltre. Arrivati per molti viaggiatori alla scadenza dei 18 mesi, ecco la proroga. Un esempio di come Parlamento e Governo siano contrari agli interessi  ai diritti dei consumatori.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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martedì 4 maggio 2021

Voucher come coercizione dei diritti? Viaggi, palestre, spettacoli… i prossimi?

Voucher come coercizione dei diritti? Viaggi, palestre, spettacoli… i prossimi?

Con l'approvazione di un emendamento in commissione Bilancio del Senato, oggi i parlamentari hanno sancito che il voucher va considerato come coercizione dei diritti, visto che a decidere se emetterlo o meno, invece del rimborso in denaro, sono i singoli operatori.
Viaggi. Prolungata da 18 a 24 mesi la validità: https://www.aduc.it/comunicato/rimborso+voucher+viaggi+violenza+istituzioni+contro_32604.php
Spettacoli. Prolungata da 18 mesi a 3 anni la validità.
Palestre. Voucher validi fino a sei mesi dalla fine dell'emergenza nazionale (quando finirà?).

Avevamo avuto una qualche speranza nella nuova maggioranza che sostiene il governo Draghi, ma probabilmente ci siamo sbagliati. L'emendamento approvato oggi è solo una coercizione dei diritti, obbligare i consumatori a finanziare le singole strutture, come se i consumatori non fossero coinvolti anch'essi nella crisi economica generale e come se queste aziende avessero diritti di valore superiore a quelli di ogni altra persona. Vergogna? Probabilmente chi decide queste cose non sa cosa sia la vergogna!!


Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

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