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venerdì 29 maggio 2020

Apple condannata per obsolescenza precoce. Multa da 10 di 10 milioni di euro


TAR LAZIO RESPINGE IL RICORSO DI APPLE.

CONFERMATE LE SANZIONI ANTITRUST PER OBSOLESCENZA PROGRAMMATA

 

29 maggio 2020 - Il TAR Lazio si è espresso in merito al ricorso presentato da Apple contro la sanzione dell'Antitrust per obsolescenza precoce, negando al colosso statunitense la richiesta di annullare la decisione dell'Autorità.

 

Dopo le segnalazioni dei consumatori condivise da Altroconsumo già nel 2014, si era chiusa nel 2018 l'istruttoria dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con la sanzione di 10 milioni di euro nei confronti di Apple per pratiche commerciali scorrette e aggressive consistenti nell'aggiornamento dei device senza una opportuna comunicazione ai clienti delle conseguenze causate dall'installazione, come lo spegnimento improvviso.

 

Apple ha quindi fatto ricorso contro la sanzione imposta dall'Antitrust, ma il TAR Lazio ha rigettato la richiesta riconoscendo per la prima volta in Italia l'obsolescenza programmata come pratica scorretta e aggressiva nei confronti dei consumatori.

 

La decisione del TAR del Lazio conferma che Apple ha sviluppato e suggerito gli aggiornamenti del firmware iOS 10 e 10.1.2 per gli iPhone 6/6Plus/6s/6sPlus, già acquistati dai consumatori, che ne modificavano le caratteristiche funzionali e ne riducevano in maniera sensibile le prestazioni, inducendoli in errore circa la decisione di procedere all'installazione di tali aggiornamenti. "Non prestando un'adeguata assistenza ai consumatori per ripristinare la funzionalità preesistente dei telefoni danneggiati dagli aggiornamenti, di fatto Apple ne ha accelerato il processo di sostituzione con nuovi modelli di iPhone traendone un vantaggio economico" si legge nella decisione del TAR.

Ivo Tarantino, Head of Public Affairs & Media Relations di Altroconsumo ha dichiarato: "Questa sentenza costituisce un precedente di grande importanza nella storia della lotta contro l'obsolescenza prematura dei prodotti tecnologici. Apple deve finalmente prendersi le sue responsabilità nei confronti di tutti quei clienti che sono stati ingannati per fin troppo tempo e che meritano di essere risarciti. Noi di Altroconsumo siamo lieti di aver contribuito in parte a combattere questa pratica scorretta che non solo danneggia i consumatori ma ha un impatto fortemente nocivo anche sull'ambiente. Riteniamo che ora i consumatori vadano adeguatamente risarciti."

Coronavirus e viaggi. Gli albergatori si chiamano fuori. Rimborsi negati?

Coronavirus e viaggi. Gli albergatori si chiamano fuori. Rimborsi negati

Firenze, 29 maggio 2020. Dopo la netta presa di posizione dell'Antitrust di ieri 28 maggio (1), che ha annunciato che sui voucher per i viaggi non effettuati causa Covid disapplicherà il diritto italiano in favore del diritto europeo che garantisce i rimborsi ai consumatori, una delle prime prese di posizione è quella degli albergatori che tramite Federalberghi si chiamano fuori, specificando che la segnalazione Antitrust non li menziona.
Osservazione tecnicamente corretta, perchè le norme comunitarie in tema di diritto al rimborso dei viaggiatori coprono il settore dei pacchetti turistici e dei trasporti e non anche la singola prestazione alberghiera.
Quindi sì, l'Unione Europea non potrà imporre all'Italia di abrogare (pena l'avvio di una procedura di infrazione) la norma sui voucher per quanto riguarda gli alberghi, ma va da sé che se un principio è ingiusto, lo è a priori, e non solo in ragione di un espresso divieto che provenga da "mamma" Unione Europea.
Quindi il primo pensiero è stato "tana libera tutti": a noi non potete farci nulla.
Ricordiamo che il decreto liquidità ha settorialmente abrogato un principio cardine del nostro diritto civile, quello secondo il quale se una prestazione non viene resa per impossibilità sopravvenuta gli eventuali pagamenti già fatti devono essere restituiti.
Non fosse stato emanato il decreto liquidità, quello che stanno facendo agenzie di viaggi, albergatori, compagnie aeree, organizzatori di concerti eventi e spettacoli e società di calcio sarebbe reato, e si tratterebbe di appropriazione indebita.
Quindi è stata emanata una legge che legalizza un reato e "depenalizza" una condotta, va da sé che non è una bella legge.
Il direttore di Federalberghi ieri durante un'intervista ha spiegato chiaramente qual è il punto della questione: "non si commetta l'errore di credere che la scelta è fra un rimborso oggi e un voucher domani. La scelta è fra un voucher domani e nulla oggi perchè le imprese il denaro da restituire non ce l'hanno". Aggiunge quindi che l'atteggiamento dei consumatori che pretendono il rimborso assomiglia tanto ai capricci del bambino che pesta i piedi perché vuole qualcosa che la mamma non può dargli.
Noi riteniamo invece che sia profondamente ingiusto che i danni del coronavirus – se qualcuno deve rifonderli al settore turistico– siano rifusi dai clienti e non dallo Stato. Cittadino che non è socio, non riceve dividendi, e non è un istituto di credito che ci guadagna in interessi e commissioni.
E' semplicemente l'ultima ruota del carro al quale è stato imposto da una norma che chiediamo al presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento di cambiare subito.
Ma siamo anche concreti, e ben comprendiamo come non sia possibile cavare sangue dalle rape quindi abbiamo proposto al Presidente di Federalberghi un punto di incontro, che poi è quello saggiamente suggerito sia dalla Commissione europea che dall'Antitrust:
- consentire al consumatore di scegliere fra voucher e rimborso;
- per invogliare i consumatori a scegliere il voucher, renderlo "appetibile" (ad esempio al 105/110%);
- assicurarli in caso di fallimento dell'impresa, per evitare che il consumatore perda i suoi soldi;
- in caso di mancato utilizzo, garantirne il rimborso economico
La risposta di Federalberghi è stata: "vedremo cosa dirà il legislatore", cioè se il legislatore ci consente di imporre il voucher al consumatore non siamo disponibili ad altro.
Quindi la nostra richiesta la avanziamo al legislatore, affinché in tutti i settori in cui ha consentito il voucher: pacchetti turistici, mezzi di trasporto, soggiorni alberghieri, eventi sportivi, concerti, eventi culturali, di accogliere le richieste dell'UE – e non solo nei settori disciplinati da mamma Commissione europea – ma in tutti.
Solo in questo modo eviterà che si incrini definitivamente il rapporto fiduciario con i clienti consumatori, eviterà (ed eviteremo) sanzioni da procedura di infrazione che ricadranno su tutti e ripristinerà una legalità ad oggi lesa dalla stessa legge.

Qui il punto della situazione e i nostri consigli: https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+rimborso+viaggi+punto+sulla+situazione_31185.php

(1)  https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+viaggi+non+rimborsati+ora+anche_31252.php

Emmanuela Bertucci, legale, consulente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

mercoledì 27 maggio 2020

LAZIO, E’ LEGGE LA DEROGA AL DIVIETO DI SCONTI PRE-SALDI


LAZIO, E' LEGGE LA DEROGA AL DIVIETO DI SCONTI PRE-SALDI

Approvata la modifica al Testo Unico sul commercio che consentirà ai commercianti di fare vendite promozionali anche nei trenta giorni che precedono l'inizio dei saldi (primo agosto)

 

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all'unanimità, con 39 voti, la modifica al Testo Unico del commercio che consente ai commercianti di derogare al divieto di promuovere vendite promozionali nei trenta giorni che precedono l'inizio dei saldi estivi, che quest'anno partiranno il primo agosto. Inoltre, la Giunta regionale potrà estendere la deroga a tutto il 2020 qualora il Governo decidesse di prorogare la durata dell'emergenza da Covid-19.

 

Sono queste le due novità introdotte dalla proposta di legge n. 215 del 4 maggio 2020 votata oggi e illustrata in Aula da Marietta Tidei, presidente della commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione del Consiglio regionale, che aveva presentato il testo insieme al collega del gruppo Misto Enrico Cavallari. Tidei ha spiegato che la proposta di legge mira a "riattivare il circolo virtuoso dei consumi in questo momento di crisi" e che la stessa è stata modificata all'unanimità in commissione lunedì scorso, tenuto conto della decisione presa nel frattempo in Conferenza Stato-Regioni di fissare al primo agosto la data di inizio dei saldi estivi. Gli interventi delle consigliere Francesca De Vito (M5s) e Marta Leonori (Pd) hanno rimarcato l'urgenza della misura e l'unanimità del consenso, testimoniato anche dalle numerose dichiarazioni di sottoscrizione del testo: Laura Corrotti (Lega), Giuseppe Simeone (FI), Giancarlo Righini (FdI), Massimiliano Maselli (FdI), Loreto Marcelli (M5s), Valerio Novelli (M5s), Roberta Lombardi (M5s).

 

Il provvedimento approvato oggi aggiunge due commi all'articolo 34 del Testo Unico del commercio (legge regionale n. 22 del 2019): con il primo (8 bis) cade il divieto di effettuare le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti l'inizio dei saldi, "per fronteggiare la crisi del sistema economico della Regione causata dall'emergenza epidemiologica legata al Covid-19 e favorire la ripresa delle attività commerciali e degli acquisti da parte dei consumatori, limitatamente alla stagione estiva 2020", si legge nel testo. Con il secondo comma (8 ter), invece, si concede la possibilità alla Giunta regionale, "sentite le organizzazioni di categoria delle imprese del commercio maggiormente rappresentative, previo parere della commissione consiliare competente", di estendere la deroga a tutto il periodo di durata dell'emergenza legata al Covid-19 "deliberato a livello statale".



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LAZIO. Sì AL PIANO POST COVID-19 PER L’INFANZIA E LE FAMIGLIE

LAZIO. Sì AL PIANO POST COVID-19 PER L'INFANZIA E LE FAMIGLIE

Il Consiglio regionale approva una mozione che impegna la Giunta a varare una serie di iniziative e a erogare un voucher ad hoc, con uno stanziamento di 20 milioni di euro

 

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini (Pd), impegna la Giunta "a definire un Piano per l'infanzia, l'adolescenza e le famiglie, a seguito dell'emergenza Covid-19, che metta al centro i diritti e i bisogni dei bambini e delle bambine e proponga alle famiglie, alle istituzioni, alla scuola, agli enti del terzo settore, attraverso appositi protocolli, un nuovo patto per costruire insieme le risposte migliori nel più breve tempo possibile".

E' questo il cuore della corposa mozione presentata dal capogruppo del Partito democratico, Marco Vincenzi, che detta indirizzi alla Giunta anche in termini economici, prevedendo l'erogazione di voucher, con uno stanziamento complessivo di 20 milioni di euro, per la fruizione di servizi previsti dal piano stesso e lo svolgimento di attività quali progetti educativi sperimentali, outdoor education in aree verdi, luoghi della cultura e dello sport che possano essere all'uopo reinventati come spazi di socialità e didattica per fasce di età, a seconda delle esigenze (bio-fattorie, country camp, musei, teatri, palazzi storici, centri sportivi, oratori, centri giovanili). Il Consiglio impegna la Giunta a definire anche interventi quali: il "babysitter di condominio"; lo sharing per famiglie che garantisca un'attività ricreativa minima per bambini molto piccoli con i genitori al lavoro sia a casa che fuori, nei cortili condominiali, nei parchi o nelle piazze opportunamente pedonalizzate; l'organizzazione di attività dei centri estivi da parte di operatori professionali.

Con la mozione approvata oggi il Consiglio detta inoltre indicazioni in materia di: istituzioni educative e scolastiche; sport e cultura; minori con disabilità; donne vittime di violenza e loro figli; coinvolgimento del settore agro-alimentare e dei parchi; turismo; prevenzione sanitaria. Quanto al lavoro e al supporto finanziario alle famiglie, la Giunta dovrà "incentivare lo smart working e ogni forma di flessibilità organizzativa dei tempi di lavoro, al fine di conciliarli con quelli della famiglia", prevedere un sostegno straordinario economico ai nuclei con figli minori e introdurre, in coordinamento con le misure del governo, un "buono/pacchetto famiglia" ovvero un contributo straordinario, una tantum, per il pagamento del mutuo prima casa e/o per l'acquisto di strumentazione didattica per l'apprendimento a distanza. Inoltre, dovrà essere favorita nelle pubbliche amministrazioni la concessione di più giorni di congedo ai papà anche in termini di permessi orari complessivi.

La mozione, approvata con alcuni emendamenti delle consigliere Roberta Lombardi (M5s) e Laura Corrotti (Lega), impegna infine la Giunta a realizzare un'apposita campagna di formazione e informazione sulle misure del piano stesso.



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domenica 17 maggio 2020

Coronavirus e rimborso viaggi. Il punto sulla situazione. Che fare

Coronavirus e rimborso viaggi. Il punto sulla situazione. Che fare

Firenze, 16 Maggio 2020. Diverse migliaia di viaggiatori che si sono ritrovati obbligati per legge ad essere anche donatori di obolo agli operatori turistici e compagnie aeree, si stanno chiedendo se vivono in un film distopico o se è solo un brutto sogno.

Per la legge italiana, voluta dal Governo e approvata dal Parlamento, chi ha pagato un servizio turistico da effettuarsi nel periodo 23 febbraio - 31 luglio, ma non ha potuto usufruirne a causa dell'emergenza sanitaria, deve sottostare alla decisione dell'operatore: rimborso in denaro oppure con voucher valido un anno. Va da sé che, salvo rare eccezioni, gli operatori offrono solo voucher, con il rischio più che concreto di non poterlo utilizzare e quindi di perdere tutto.

Come siamo arrivati a questo:
- Il decreto legge "Cura Italia" lo prevedeva in forma ambigua sin dalla sua emanazione a marzo, distinguendo tra recesso del consumatore e annullamento da parte dell'operatore;
- Aduc lo ha subito contestato perché in contrasto con la normativa dell'Unione Europea (1), oltre perché è impensabile far pagare la crisi del settore turistico ai clienti.
- Il Parlamento ha convertito in legge il decreto "Cura Italia" a fine aprile, eliminando ogni possibile ambiguità: decide l'operatore turistico in tutti i casi, punto e basta (2). Questa è la norma nazionale oggi in vigore!

Cosa è accaduto nel frattempo in Italia:
- gli operatori turistici offrono solo voucher, e anche su questi molti di loro fanno la cresta: diminuzione del valore del voucher al netto di penali inventate; validità del voucher per periodi più limitati; obbligo di fruire del voucher solo per servizi con prezzi indicizzati al momento della fruizione, con conseguente obbligo di dover pagare altri soldi per fruirne; etc.

Cosa è accaduto nel frattempo in Unione Europea:
- altri Stati membri hanno emulato l'Italia;
- la Commissione Ue dapprima non ha detto niente, poi ha ondivagato tra commissari che chiedevano una procedura d'infrazione contro l'Italia e Co. (la vicepresidente Margrethe Vestager) e chi faceva finta di farlo (la commissaria ai Trasporti Adina Valean)  (3).
- nel frattempo, la Commissione si è data da fare per fornire delle linee guida per "salvare" la prossima estate turistica (4).

Fino a quando la Commissione UE ha deciso di far valere il diritto europeo lo scorso 15 maggio:
- Cari Stati membri, Italia inclusa, avete tempo fino al 28 maggio per adeguare le vostre legislazioni alle norme comunitarie: a decidere tra rimborso in denaro e voucher è solo il viaggiatore (5). Se non lo fate scatta la procedura d'infrazione.

A questo punto cosa deve fare il viaggiatore?
A tutti consigliamo di aspettare il 28 maggio
per capire come l'Italia reagirà all'ultimatum della Commissione UE.
E' possibile che corregga la legge nazionale rendendo tutto più semplice, come è possibile che continui a calpestare i diritti dei consumatori europei.
In ogni caso, dopo il 28 maggio, consigliamo di far valere i propri diritti così come sanciti dal diritto UE - che prevale sul diritto italiano! - attraverso una raccomandata A/R o PEC di messa in mora all'operatore (6).
Potrà farlo anche chi ha già accettato il voucher, qualora sia stato costretto dagli operatori a firmare una rinuncia al rimborso in denaro con la minaccia di perdere sia soldi che voucher.



1 -  https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+turismo+imporre+voucher+al+consumatore_30998.php
2 - https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+viaggi+parlamento+nega+rimborsi_31089.php
3 - https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/rimborsi+aerei+negati+coronavirus+dopo+parlamento_31171.php
4 -  https://salute.aduc.it/coronavirus/notizia/linee+guida+della+commissione+agli+stati+non_136962.php
5 - https://salute.aduc.it/coronavirus/comunicato/coronavirus+turismo+ue+verso+procedura+infrazione_31184.php
6 - https://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php


Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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venerdì 8 maggio 2020

In provincia di Padova la consegna a domicilio salva le attività commerciali!

consegna a domicilio in provincia di Padova

Ecco la risposta alla crisi delle attività commerciali in tempo di COVID-19 in provincia di Padova.
 In questo strano e surreale periodo anche nella Bassa Padovana abbiamo fronteggiato una situazione destabilizzante, nulla sembra mai così grave da poter rinunciare alle preziose comodità (spesso criticate) di cui normalmente godiamo.
Da qui si è visto subito il Buono della società attivarsi, soprattutto giovani che si sono messi a disposizione (fisicamente) per aiutare chi si è trovato in difficoltà.
E cosi un gruppetto di giovani di Monselice si è movimentato da subito per facilitare i commercianti locali e i cittadini, creando un portale molto semplice ed efficace, che fornisce un servizio GRATUITO alle attività di ogni genere le quali si sono dovute reinventare “a domicilio”.
Il portale è www.edomicilio.it e raccoglie tutte le attività della Bassa Padovana che sono operative affinché il cittadino possa contattarle per ordini o prenotazioni, velocemente e senza dispersioni.
E’ online da fine Marzo e da subito ha raccolto molte adesioni portando un po’ di “calma” nel panico iniziale: attualmente sono 50 le attività che hanno aderito ma lo possono  gratuitamente tutti, iscrivendosi.
Questo gruppo di ragazzi, formato da appassionati del web, sono partiti senza pensarci due volte mettendo in piedi un’idea con i pochi strumenti che avevano in mano, l'hanno lanciata e stanno cercando di portarla avanti con le risorse che hanno.
Per ora è un servizio rivolto ai comuni a sud nella provincia di Padova, ma in questo momento dare visibilità all’attività sotto casa è prioritario ed è comunque un’idea che si presta ad adattamenti e future evoluzioni, come ad esempio l’implementazione di un mercatino interno al sito, permettendo a tutti gli utenti registrati di avere un loro e-commerce personale.

martedì 5 maggio 2020

Coronavirus e rimborso viaggi. Voucher e non soldi: il Parlamento contro l'Ue. La soluzione francese?

Coronavirus e rimborso viaggi. Voucher e non soldi: il Parlamento contro l'Ue. La soluzione francese?

A causa dell'emergenza Coronavirus tutte le compagnie aeree hanno (inevitabilmente) cancellato migliaia di voli e ora, in crisi nera, non vogliono rimborsare i clienti, ma dar loro il "contentino" del voucher.
L'Italia, si schiera con le compagnie aeree e rinnega il regolamento europeo sui diritti dei viaggiatori, aprendo così la strada a una possibile procedura di infrazione comunitaria.

La soluzione francese?
Cerchiamo di capire cosa è successo, quali sono state le reazioni e gli strascichi in sede comunitaria e negli altri Stati dell'Unione e, per esempio, perchè il provvedimento della Francia potrebbe essere un utile compromesso: voucher valido un anno, ma se poi il viaggiatore non lo usa gli viene rimborsato in soldi.

Il regolamento europeo n. 261 del 2004, sorta di "testo sacro" dei diritti dei passeggeri, arricchito e migliorato nel corso degli anni, prevede infatti che se è la società di trasporto a cancellare il viaggio, il passeggero debba essere libero di scegliere tra rimborso o voucher, cioè un buono dello stesso valore da utilizzare entro un certo periodo di tempo.

Il decreto Cura Italia, che venerdì 24 aprile è stato trasformato in legge (1), prevede invece qualcosa di molto diverso: esso consente infatti alle compagnie di trasporto di imporre i voucher ai clienti che avevano prenotato (e pagato) un viaggio poi cancellato a causa del Coronavirus.
Nello specifico, l'articolo 88 bis, infatti, prevede espressamente che "l'emissione dei voucher previsti dal presente articolo assolve i correlativi obblighi di rimborso e non richiede alcuna forma di accettazione da parte del destinatario".

Insostanza quindi, le compagnie possono emettere un buono - da utilizzare entro un anno - e, semplicemente, comunicarlo al cliente che bontà sua,  potrà solo prenderne atto, visto che non avrà alcuna possibilità di scelta.

In tempi normali l'alternativa voucher-rimborso sarebbe comunque importante, ma in questo momento di crisi nera del settore viaggi, è vitale.
Per le compagnie aeree, che stanno fronteggiando una crisi senza precedenti, tenere in cassa il denaro dei clienti (per voli mai operati) significa continuare a respirare, nella speranza che a questi soldi si aggiungano aiuti statali. Il governo sta già valutando un rilancio pubblico per Alitalia ma anche Lufthansa è in trattative con l'esecutivo Merkel.

La questione però, non è meno importante per i viaggiatori.
Molti viaggiatori sono  infatti rimasti coinvolti nella crisi economica dovuta al Coronavirus, con più di metà della forza lavoro italiana bisognosa di un sussidio statale.
Per molte famiglie, i soldi del biglietto aereo inutilizzato, avrebbero potuto essere una sorta di "cuscinetto d'emergenza", da poter utilizzare subito, anche per le esigenze primarie. Invece quelle famiglie saranno costrette volenti o nolenti a viaggiare entro i prossimi 12 mesi.
E ciò nonostante viaggiare sia l'ultimo dei pensieri per moltissimi italiani.

Ma l'Italia, è stata solo il primo paese europeo a muoversi su un terreno inespolorato
Durante il consiglio europeo dei ministri dei Trasporti, 12 Paesi membri hanno infatti chiesto a Bruxelles di "emendare urgentemente il regolamento europeo sui diritti dei passeggeri per permettere alle compagnie aeree di rilasciare dei voucher al posto dei rimborsi in denaro".
I 12 Stati sono Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo. Non l'Italia, quindi, che una legge ad hoc l'ha già varata (seppure, al momento, passibile di procedura di infrazione) e neanche la Germania, che aveva già trovato l'accordo per togliere dal tavolo i rimborsi salvo poi fare marcia indietro.
Va precisato però che la proposta dei 12 Paesi europei prevede un meccanismo molto più flessibile rispetto a quello del Cura Italia. Ciò perchè dovranno essere rispettati alcuni principi chiave: "Informazioni trasparenti per i passeggeri, non discriminazione, una durata comune della loro validità, massima flessibilità nell'uso e un chiaro diritto di rimborso immediatamente alla fine del periodo di validità nel caso in cui il voucher non venga utilizzato". I Paesi si dicono poi "pronti a esplorare" meccanismi europei per garantire il rimborso dei voucher ai consumatori in caso di fallimento delle compagnie che li hanno rilasciati.

Di conseguenza i vettori aerei...
Ad ogni modo, al di là delle leggi nazionali sono molte le compagnie aeree che sul proprio sito hanno fatto sparire qualsiasi riferimento al rimborso e tolto di mezzo i moduli per richiederlo. Nel Regno Unito, ad esempio, i consumatori lamentano grossi problemi con British Airways.
Allo stesso tempo, ci sono però, compagnie aeree che consentono ai propri clienti di riscuotere il rimborso. Tra queste ci sono Alitalia, Lufthansa, ma anche RyanAir (anche se dopo 90 giorni) e EasyJet. Il rischio però, è che, dopo l'approvazione della nuova legge italiana, alcuni di questi vettori possano cambiare linea.
Le previsioni del governo Italiano e chissà di quali altri paesei nel prossimo futuro, comprimono  eccessivamente i diritti dei viaggiatori, che dovranno farsi ingiustamente carico di supportare, con i loro sacrifici, l'industria del turismo; si pone inoltre, anche un problema di discriminazione: "pensiamo per esempio ad un volo prenotato da tanti turisti di nazionalità diverse: in caso di cancellazione, gli italiani riceveranno un voucher, mentre altri cittadini europei, potranno ricevere il rimborso".
Ciò, senza contare che il voucher si basa sull'assunto che, nei prossimi 12 mesi, la compagnia aerea continuerà a volare. Ma in una situazione come quellache stiamo vivendo, di crisi così grave, che  la compagnia aerea sarà ancora in grado di volare tra una anno,  non può essere dato per scontato. E questo è un bel problema, perché a oggi non esiste l'assicurazione obbligatoria per insolvenza delle compagnie aeree.

L'Italia non è l'unica
ad aver pensato ai voucher come unica soluzione per "risolvere" il problema delle migliaia di voli cancellati in questo periodo. La Germania, come abbiamo scritto, ad inizio aprile  aveva optato per i voucher spendibili entro 12 mesi e rimborso se, al termine di questo periodo, non venivano spesi. Ma lo stesso Bundestag ha scritto che "il governo federale non può decidere autonomamente", e che per altri Paesi europei, che hanno introdotto soluzioni simili "la Commissione europea ha recentemente minacciato procedure di infrazione".
E' abbastanza probabile che la legge "determinerà numerosi ricorsi e contenziosi così come è probabile che un giudice, potrebbe prima o poi decidere di disapplicare la norma interna, dando ragione al viaggiatore.

Una pronuncia della Corte Ue di Giustizia?
Senza contare, come sarebbe auspicabile, che potrebbe esserci esserci una pronuncia della Corte di Giustizia Ue, che avrebbe ripercussioni a catena e soprattutto, a ritroso.
L'Europa infatti, non ha mai cambiato linea e non lo ha fatto nemmeno adesso.
Nelle linee guida pubblicate il 20 marzo, la Commissione Europea ha concesso alcune deroghe dal regolamento 261, ma non sui rimborsi da voli cancellati.

L'Italia è quindi entrata in un territorio nuovo e tendenzialmente pericoloso
Sarebbe opportuno proporre una modifica dell'art.88 bis, in senso più garantista per i consumatori,  ad esempio dando ad essi il diritto, per il caso di mancata volontà di utilizzo del voucher entro l'anno dall'emissione, di avere, alla fine di quel periodo, il rimborso in denaro come previsto ad esempio in Francia.

1 - https://www.aduc.it/comunicato/coronavirus+viaggi+parlamento+nega+rimborsi_31089.php

Giulia Barsotti, legale, consulente Aduc - Associazione per i diritti degli utenti e consumatori


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