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mercoledì 30 maggio 2018

Normativa ambientale. DIRETTIVA UE PLASTICA MONOUSO. MAREVIVO: «SIAMO STATI ALL'AVANGUARDIA SU COTTON FIOC E CANNUCCE»

DIRETTIVA UE PLASTICA MONOUSO.

MAREVIVO: «SIAMO STATI ALL'AVANGUARDIA SU COTTON FIOC E CANNUCCE». 

 

Finalmente l'Unione Europea ha deciso di mettere al bando alcuni tra i prodotti di plastica mono-uso più utilizzati: posate, piatti, cannucce, cotton fioc e bastoncini per palloncini gonfiabili. Presentata oggi dalla Commissione Europea, la proposta fa parte della direttiva sulla "riduzione dell'inquinamento da plastica" ed impone ai Paesi membri di vietare la vendita di alcuni prodotti di plastica "usa e getta". Non solo: agli Stati anche l'obbligo di raccogliere il 90% delle bottiglie in plastica entro il 2025. 

«Questo traguardo testimonia la lungimiranza di Marevivo - afferma Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni istituzionali dell'associazione Marevivo- . Già prima che arrivasse questa proposta, infatti, la nostra associazione si è battuta per ottenere la legge contro le microplastiche nei cosmetici da risciacquo e dei cotton fioc non biodegradabili. L'Italia, grazie alla nostra azione, è stata all'avanguardia, il primo Paese dell'Ue a farlo, ed è stato per noi un grande risultato».

Anche sulle cannucce di plastica, l'associazione Marevivo aveva già lanciato la campagna #EcoCannucce #Strawfree che chiede ad esercenti e consumatori di rinunciare alle cannucce di plastica. Un'iniziativa che ha già ricevuto tantissime adesioni sia da parte dei proprietari di attività commerciali che di aziende che puntano a ridurre la loro impronta ecologica.

«Anche Bruxelles - continua Raffaella Giugni - ha capito che l'inquinamento da plastica non può più aspettare. L'obiettivo dovrebbe essere fissato a breve termine. Su questo tema c'è una grande mobilitazione a livello mondiale. Negli Stati Uniti, a Malibu, in California, a Seattle e in Florida, come sottolinea l'organizzazione Strawfree.org, le cannucce sono già state messe al bando. L'Italia e i Paesi membri dell'UE devono fare di più e presto. È solo grazie all'impegno collettivo di tutti coloro che supportano il lavoro delle associazioni come la nostra, e all'adozione di iniziative europee che la lotta alla marine litter potrà avere delle armi di difesa in più».

Nella proposta della Commissione anche misure che riguardano contenitori del cibo e bicchieri usa e getta (di cui i Paesi Membri dovranno diminuire la produzione attraverso l'imposizione di obiettivi di riduzione nazionali), filtri delle sigarette, salviette umidificate, palloncini, buste in plastica e reti da pesca: queste ultime, in particolare, costituiscono circa il 27% dell'inquinamento delle spiagge. Per tale motivo, i produttori di reti da pesca contenenti plastica dovranno coprire i costi della raccolta, del trasporto e dello smaltimento di questi rifiuti.

La giornata mondiale dell'Ambiente quest'anno sarà dedicata proprio al tema: "Beat plastic pollution" ed Erik Solheim, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) ha dichiarato negli ultimi giorni che dobbiamo evitare ciò di cui non abbiamo bisogno ed ha esortato Governi ed aziende ad adottare misure adeguate per ridurre l'uso della plastica monouso.

Anche l'industria europea dell'acqua in bottiglia (Efbw) punta ad un'economia più circolare e green: le imprese hanno lanciato un programma per aumentare la raccolta di bottiglie in Pet e l'utilizzo di Pet riciclato, con lo scopo di utilizzare entro il 2025 almeno il 25% della plastica riciclata.

Un passo in avanti nella lotta all'inquinamento da plastica che Marevivo porta già avanti da anni con le sue campagne #EmergenSea e "Mare Mostro". Una corretta informazione e la promozione di attività in difesa del Pianeta sono, infatti, fondamentali per fare la differenza su larga scala. Con le sue iniziative Marevivo mira alla sensibilizzazione sui temi ambientali che, diventando la priorità dei singoli cittadini, arrivano a far parte dell'agenda di governi, istituzioni ed organizzazioni internazionali.



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venerdì 25 maggio 2018

Ecco il vademecum del contribuente è disponibile anche in formato digitale



 IL VADEMECUM DEL CONTRIBUENTE È DISPONIBILE ANCHE IN FORMATO DIGITALE.

 

Il Vademecum del contribuente, una delle guide agli adempimenti fiscali più consultata da professionisti e privati cittadini si può ora acquistare anche on line.

Edita dalla casa editrice Goware, specializzata nella pubblicazione di E-book, è disponibile attraverso le piattaforme Amazon e Apple.

Il Vademecum del contribuente 2018 guida pratica per orientarsi nel mondo dei tributi è stato concepito per favorire una consultazione rapida offrendo ai lettori risposte precise su quesiti importanti nella gestione del rapporto con il fisco.

Il Vademecum, edito da Unione Fiduciaria la prima Società del settore in Italia, illustra, chiarisce e indica le scadenze degli adempimenti di tutte le norme fiscali stabilite dal nostro ordinamento.

Ulteriori informazioni sull'acquisto dell'e-book si trovano al seguente indirizzo:

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giovedì 24 maggio 2018

Privacy, normativa GDPR, passaggio epocale per la UE: il 25 maggio é Privacy Day


GDPR, passaggio epocale per la UE: il 25 maggio é Privacy Day

Diventa operativo il Regolamento sulla protezione dei dati, ma manca ancora consapevolezza su nuovi diritti e tutele per gli utenti. 


Adeguamento generale per molte grandi realtà, ma l'84% dei più importanti siti italiani non pubblicano i recapiti del DPO, figura pagata dall'azienda per vigilare che collabora anche con l'Autorità. 

Bernardi: "Passaggio epocale per l'UE che ricorda quello del 2002 per l'introduzione della moneta unica". 

Pmi e pa quelle più indietro: "Necessari mesi prima di vedere livello di conformità accettabile, occorre cambio di mentalità". 

Prenotazioni record per il Privacy Day Forum, trasmesso anche in streaming

Roma, 24 maggio 2018 - E' una data destinata ad entrare nella storia dell'Unione Europea, quella del 25 maggio 2018, il giorno da cui tutti gli Stati membri possono finalmente avere un unico ombrello normativo in materia di privacy con il Regolamento UE 2016/679.

Anche se manca ancora la consapevolezza da parte di molti cittadini, che ne sanno solo per sentito dire, o perchè in questi giorni stanno ricevendo numerose informative e richieste di consenso, sta di fatto che d'ora in poi gli utenti beneficeranno di nuovi diritti e maggiori tutele, e se l'interessato si accorgerà che le sue informazioni personali vengono usate non correttamente potrà rivolgersi ad un "responsabile della protezione dei dati", un esperto della materia incaricato e retribuito dall'azienda, che ha però il compito di cooperare con il Garante per la privacy con l'onere di vigilare che le regole siano effettivamente rispettate per non rischiare pesanti sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo dei trasgressori.

Sul fronte delle imprese, da una parte per molte grandi organizzazioni che hanno da tempo preso coscienza del valore che hanno i dati personali nell'economia digitale, in questo periodo termina un complesso percorso di adeguamento generale al Regolamento, anche se ulteriori misure da adottare saranno specificate nel decreto di armonizzazione in attesa di emanazione da parte del Governo, senza trascurare d'altra parte che nemmeno le più importanti aziende italiane risultano proprio impeccabili, in quanto l'84% dei siti web di queste non ha ancora pubblicato i recapiti per l'esercizio dei diritti dell'interessato o i dati di contatto del "data protection officer", come ha evidenziato uno studio condotto recentemente da Federprivacy.

E se le grandi realtà riescono in qualche modo a gestire le criticità della nuova normativa, per moltissime pmi e soprattutto per le pubbliche amministrazioni la strada da fare è ancora lunga, come osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi:

"Alcuni sondaggi indicano che nove aziende su dieci non sono ancora adeguate al GDPR, e questi dati conciliano in effetti con l'enorme mole di richieste di supporto che stiamo ricevendo da migliaia di imprenditori di piccole e medie imprese e dirigenti della pa che si sono purtroppo svegliati tardi. Adesso diventa persino arduo riuscire a segnalare loro un professionista disponibile a fornire loro consulenza in questo periodo - spiega Bernardi - Siamo di fronte ad un passaggio epocale per l'UE che sta generando molta agitazione, e che per certi versi ricorda quello del 2002 quando fu introdotto l'Euro come moneta unica: benché previsto un periodo di un anno di coesistenza con la lira, sia a cittadini che alle imprese fu poi necessario un periodo molto più lungo per abituarsi. Per pmi e pa saranno necessari diversi mesi prima che si possa auspicare di vedere un livello di conformità accettabile, e come nel caso dell'Euro, occorre un loro cambio di mentalità".

E si svolgerà proprio il 25 maggio a Roma, la settima edizione del Privacy Day Forum con un programma di 35 interventi da parte di relatori autorevoli ed esperti della materia tra plenaria e workshop. 


L'evento annuale di Federprivacy, che ha ricevuto un numero record di duemila prenotazioni, sarà trasmesso anche in diretta streaming.

mercoledì 23 maggio 2018

Filiera Italia contro decisione UE

FILIERA ITALIA, NO A DECISIONE UE DI ELIMINARE RATIFICA NAZIONALE SU ACCORDI LIBERO SCAMBIO

"Scelta che favorisce la legittimazione del falso Made in Italy"

"La scelta peggiore nel momento peggiore". Questo il commento di Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia nel commentare la decisione con cui il Consiglio UE ha stabilito che gli accordi di libero scambio che rientrano nella competenza UE debbano essere approvati esclusivamente a livello dell'Unione, senza più la ratifica da parte dei singoli Stati membri. 

"Sbagliato nel merito, in quanto non è possibile sottrarre alla ratifica democratica di Parlamenti nazionali accordi di liberalizzazione del Commercio che incidono in maniera così significativa sulle vite dei cittadini".

Sbagliato anche per il tempismo con cui è stata adottata, continua Scordamaglia: "In un momento in cui le Istituzioni dell'Unione europea vengono già accusate di eccesso di burocrazia e di lontananza dalle reali esigenze dei cittadini, bypassare i Parlamenti nazionali sembra una vera e propria beffa".

Le prime pesanti conseguenze di tale improvvisa scelta si avranno già nell'accordo appena avviato dall'Unione Europea con Australia e Nuova Zelanda. 

Un accordo sbagliato sia per gli interessi difensivi (la Nuova Zelanda è il Paese al mondo che fa maggior dumping sul prezzo del latte e dei formaggi e, di conseguenza, farà concorrenza sleale alle produzioni di eccellenza europee e, soprattutto, italiane) che per quelli offensivi (l'Australia è il principale Paese che produce ed esporta falso Made in Italy soprattutto verso il Far East).

 Da qui l'auspicio di avere, in tempi brevi, un Governo italiano autorevole che si opponga a decisioni come quella di ieri, che penalizzano irreversibilmente la filiera agroalimentare italiana basata su standard di assoluta eccellenza.

Filiera Italia: l'organizzazione della filiera agroalimentare italiana che riunisce la produzione agricola nazionale, rappresentata da Coldiretti e da alcune delle principali realtà italiane dell'Industria alimentare. 


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giovedì 3 maggio 2018

Sperimentazione animale dei cosmetici: Il Parlamento chiede un divieto mondiale

Risultati immagini per Sperimentazione animale dei cosmetici
Non Sperimentazione animale dei cosmetici: 
il Parlamento chiede un divieto mondiale

· L'80% dei Paesi nel mondo permettono la sperimentazione dei cosmetici su animali

· Il divieto UE non ha compromesso la crescita del settore cosmetico europeo

· I deputati chiedono una convenzione delle Nazioni Unite



Giovedì, il Parlamento ha esortato l'UE ad avviare un'iniziativa diplomatica per un divieto a livello mondiale sulla sperimentazione dei cosmetici sugli animali prima del 2023.

La vendita di cosmetici testati sugli animali è stata vietata all'interno dell'UE dal 2013.

I deputati hanno sottolineato che ciò non ha impedito all'industria cosmetica europea di prosperare e creare circa due milioni di posti di lavoro. Tuttavia, in circa l'80% dei Paesi nel mondo la sperimentazione animale e la commercializzazione di cosmetici testati sugli animali sono tuttora consentite. Si osserva, inoltre, che sono emerse carenze nel sistema dell'UE, in quanto alcuni cosmetici vengono testati sugli animali al di fuori dell'Unione, prima di essere nuovamente testati nell'UE con metodi alternativi e immessi sul mercato comunitario.

Fanno notare anche che la maggior parte degli ingredienti dei prodotti cosmetici sono utilizzati in molti altri prodotti, come quelli farmaceutici, nei detergenti o in certi alimenti, e possono pertanto essere stati già sperimentati sugli animali in base a leggi diverse.

Anche la mancanza di dati affidabili sui cosmetici testati sugli animali e poi importati nell'UE rimane un problema serio. L'UE dovrebbe inoltre assicurarsi che nessun prodotto introdotto nel suo mercato sia stato testato sugli animali in un Paese non comunitario.

Un divieto globale
Per lavorare a un divieto globale sia della sperimentazione animale per i cosmetici sia del commercio di ingredienti cosmetici testati sugli animali, i deputati europei invitano i leader dell'UE a utilizzare le loro reti diplomatiche per costituire una coalizione e lanciare una convenzione internazionale nel quadro delle Nazioni Unite. Tale divieto dovrebbe entrare in vigore prima del 2023.

I deputati vogliono assicurarsi, infine, che il divieto UE non sia indebolito durante negoziati commerciali oppure dalle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio.

La risoluzione non legislativa è stata approvata con 620 voti in favore, 14 voti contrari e 18 astensioni.


Contesto
Secondo il sondaggio n. 442 realizzato dall' Eurobarometro Speciale nel marzo 2016, l'89% dei cittadini dell'UE concorda che l'Unione dovrebbe fare di più per promuovere una maggiore consapevolezza internazionale sull'importanza del benessere degli animali. Il 90% dei cittadini europei ritiene, inoltre, che sia importante stabilire criteri elevati in materia di benessere degli animali, riconosciuti in tutto il mondo.



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Manuale GDPR gratuito: Experian lancia la guida al regolamento generale sulla protezione dei dati


GDPR: Experian lancia la guida al regolamento generale sulla protezione dei dati


Uno strumento per le aziende di servizi di marketing che dovranno adeguarsi al decreto, ma anche una opportunità di trasformazione e ottimizzazione dei processi di gestione e trattamento automatizzato dei dati personali.

Milano, 3 maggio 2018 - Il nuovo Regolamento Europeo 2016/679 GDPR (General Data Protection Regulation) in materia di protezione dei dati personali entrerà a tutti gli effetti in vigore il prossimo 25 maggio. Experian ha realizzato una guida per consentire alle società che sono dotate di un sistema di elaborazione di dati personali di gestirli nel pieno rispetto del Regolamento, mantenendo e migliorando i propri risultati di business.
"Si tratta di incrementare le performance mettendo i consumatori al primo posto. Garantire sicurezza ai clienti significa oggi anche saper gestire ogni loro timore in materia di privacy e protezione dei dati personali. Un utilizzo trasparente e accurato di questi può generare enormi opportunità da entrambi i lati, aziende e consumatori", dice Giuseppe Mauro Scarpati, Agency Relationship Manager di Experian Italia. "Il cambiamento investe prima di tutto i centri media, le agenzie di marketing e tutti gli operatori di società che lavorano nell'ambito del Programmatic advertising, del social media advertising e del marketing data. Per favorire il passaggio ai nuovi standard dell'era digitale abbiamo così deciso di realizzare una guida pratica, facendo tesoro dell'immenso patrimonio di dati che Experian gestisce a livello mondiale".
La guida nasce dalla valutazione dei risultati del Global Data Management Report 2017 condotto da Experian: dal sondaggio, effettuato su un campione di oltre 1.400 persone impiegate in diverse aree aziendali in otto Paesi di tutto il mondo, è emerso che solo il 7% delle società si ritiene "molto preparato" al nuovo GDPR; il 48% dice di essere "abbastanza preparato" e oltre il 25% "non molto o affatto". Inoltre, solo il 4,1% degli intervistati non è minimamente informato sul Regolamento.
La guida di Experian comprende una prima parte di sintesi in sei punti del nuovo regolamento che consiste in un documento di oltre cinquecento pagine. Gli elementi chiave del GDPR fanno capo a: diritti degli individui, diritto di essere informato, diritto alla cancellazione (all'oblio), responsabile della protezione dei dati (DPO), obblighi dei titolari del trattamento, valutazione d'impatto sulla protezione dei dati. Seguono poi le domande-chiave da porsi per adempiere agli obblighi previsti, ma soprattutto per coglierne i vantaggi.

"Nell'era dei dati e del digitale, l'obiettivo delle società di marketing deve essere prima di tutto la capacità di fornire proposte personalizzate e transazioni veloci con la minima o nulla complicazione per gli utenti. Quanto più questo plus sarà evidente e percepibile dal consumatore, maggiore sarà il vantaggio competitivo per l'azienda che eroga il servizio", aggiunge Scarpati.

La guida può essere scaricata al link 
https://drive.google.com/drive/folders/1y3OawcSTTJY718x3As8G9oz_dbsQ-pjc?usp=sharing


Experian (Experian Plc) è primario operatore mondiale nei servizi informativi per la prevenzione dei rischi di credito e di frode, il marketing e la protezione dei dati di aziende e consumatori. 
E' quotata alla Borsa di Londra (EXPN), ove concorre all'indice FTSE-100, espresso dai 100 titoli azionari più importanti. Ha sede a Dublino (Irlanda) e le principali direzioni operative sono a Costa Mesa (California, USA), Nottingham (GB) e San Paolo (Brasile). 
Conta circa 17.000 addetti in 37 paesi, con un fatturato annuo di 4,8 miliardi di dollari. In Italia, opera dal 1995; ha sedi a Roma e Milano. 
Nel 2017, Experian è stata nominata per il quarto anno consecutivo dalla rivista statunitense di economia e finanza Forbes Magazine una delle aziende più innovative del mondo nella Top 100 Most Innovative Companies.




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