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domenica 25 febbraio 2018

Corruzione, l'Italia migliora in classifica grazie alla ISO 37001

L'Italia sale dal 61° posto al 54° nella classifica di Transparency International sulla corruzione, ma ancora ben 24 Paesi europei hanno una credibilità maggiore

Certificazione ISO 37001: la prevenzione della corruzionecome stimolo per la competitività

La certificazione Anti-bribery management systems di IMQ offre un vantaggio competitivo sul mercato, ma le PMI italiane tardano ad adeguarsi

 

Milano, febbraio 2018 - Un anno fa Terna otteneva da IMQ, la più importante realtà italiana nel settore della valutazione della conformità, la prima certificazione del sistema di gestione per la prevenzione della corruzione. Nel corso del 2017, però, ancora poche aziende hanno riconosciuto l'importanza della norma ISO 37001: alcune grandi aziende si sono interessate, mentre per il momento le PMI sono rimaste indietro. 

 

Secondo i dati forniti da Transparency International per il 2017di recente resi noti, l'indice di percezione della corruzione dell'Italia è leggermente migliorato rispetto al 2016: oggi infatti il suo indice è pari a 50 su 100 (nel 2016 era pari a 47)e la sua posizione nella classifica dei paesi percepiti come più "virtuosi" dal punto di vista dell'anticorruzione, è salita dal 61° al 54° posto; tradotto in pratica e in termini di attrattiva per gli investitori, questo dato indica che ci sono ben 53 Paesi nel mondo, di cui 24europei, con una credibilità maggiore rispetto a quella del nostro Paese.

 

Norma ISO 37001

In ambito di prevenzione della corruzione è stata pubblicata a fine 2016 la ISO 37001 "Anti-bribery management systems", una norma che intende aiutare le organizzazioni nella lotta contro la corruzione, istituendo una cultura di integrità, trasparenza e conformità. Anche se non può garantire lo sradicamento della corruzione, può fornire il suo aiuto nell'implementazione di misure efficaci per prevenirla e affrontarla. La legge da sola, infatti, non è sufficiente per risolvere il problema della corruzione. Le organizzazioni hanno la responsabilità di contribuire attivamente alla lotta.

 

"Ogni anno la corruzione ha un costo di più di mille miliardi di dollari, con conseguenze catastrofiche in termini di credibilità del mercato" afferma Flavio Ornago, Direttore della Divisione Certificazione Sistemi di Gestione di IMQ. "Per questo la certificazione ISO 37001 non garantisce solo la conformità legislativa, ma soprattutto la tutela da un rischio reputazionale grave e garantisce la competitività a livello nazionale e internazionale".

 

L'Anti-bribery management system può essere un sistema a sé stante oppure integrato in un sistema di gestione globale. L'azienda può infatti scegliere di attuare il Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione insieme aaltri sistemi – pensati appositamente come modulari – come quelli riguardanti la qualità (ISO 9001), l'ambiente (ISO 14001) e la sicurezza (OHSAS 18001).

 

I principali requisiti della norma e il processo di certificazione

La norma richiede alcuni elementi e processi da attuare in azienda, che IMQ come organismo di certificazione verifica prima di rilasciare la certificazione. Tra questi, l'analisi del contesto aziendale (interno ed esterno), dei requisiti delle parti interessate, delle normative applicabili e delle fonti di rischio; l'impegno da parte del management nelle politiche anticorruzione e nel relativo programma attuativo; l'analisi e la valutazione del rischio all'interno dello specifico contesto aziendale (determinazione dei livelli e del loro impatto, misura, controllo e verifica di efficacia delle misure intraprese); l'attuazione di opportuni controlli e due diligence in ambito finanziario, commerciale, contrattuale e sui processi di approvvigionamento; un sistema di whistleblowing riconosciuto e diffuso a tutti i livelli aziendali; infine, una serie di azioni di miglioramento continuo che rendano il sistema di gestione dinamico e aggiornato costantemente per garantirne l'efficacia.

 

I vantaggi della certificazione e dell'applicazione della norma

L'esercizio delle prassi anticorruzione è uno strumento per la crescita economica, sempre più premiato dagli stakeholder. Tra i vantaggi garantiti dall'applicazione dell'ISO 37001 e della relativa certificazione IMQ, infatti, si possono individuare:

 

• Vantaggi economici: incremento dell'efficacia degli strumenti di contrasto al fenomeno corruttivo, con conseguenti vantaggi economici.
• Conformità legislativa: implementando l'ISO 37001 è possibile andare oltre il rispetto dei requisiti minimi legali e adottare un approccio sistemico rivolto alla prevenzione e al contrasto della corruzione.
• Etica e innovazione: dotandosi di uno standard di prevenzione e contrasto della corruzione conforme alla "best practice" internazionale e di riconosciuto valore in Italia e nel mondo.
• Competitività: elemento distintivo sul mercato anche agli occhi degli stakeholders; possibile requisito aggiuntivo in ambito di gare e appalti.
• Governance: dimostrazione di essersi dotati di un idoneo e adeguato sistema di prevenzione dei rischi connessi alla corruzione. Investitori: risposta alle esigenze di elevati standard di etica, legalità e sostenibilità del proprio business.
• Mitigazione rischio sanzionatorio: la certificazione rilasciata da un ente autorevole e indipendente quale IMQ costituisce evidenza concreta sia della mancanza di gravi carenze organizzative, evitando l'applicazione di misure cautelari molto incisive, sia della adozione ed efficace attuazione di un idoneo modello organizzativo anti-corruzione, aumentando le chances di ottenere per l'ente l'esenzione da responsabilità.
• Rating di legalità: la certificazione ne faciliterà l'acquisizione da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
• Immagine: la certificazione del Sistema di Gestione per la Prevenzione della Corruzione valorizza il percorso dell'organizzazione e costituisce un efficace strumento di comunicazione delle politiche aziendali, confermando l'impegno e la volontà di contribuire positivamente al libero mercato.

 

 

 

 

 

Gruppo IMQ

Rappresenta la più importante realtà italiana nel settore della valutazione della conformità (certificazione, prove, verifiche, ispezioni). Forte della sinergia tra le società che lo compongono, dell'autorevolezza acquisita in oltre 65 anni di esperienza e della completezza dei servizi offerti, il Gruppo IMQ si pone infatti come punto di riferimento e partner delle aziende che hanno come obiettivo la sicurezza, la qualità e la sostenibilità ambientale. www.imqgroup.eu



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sabato 17 febbraio 2018

GIUDICE APPIERTO RICUSATO DA UN PROCESSO: aveva tolto i figli a una donna vittima di violenze e l’aveva pure denunciata per diffamazione

PORDENONE - 17 febbraio 2018. Il giudice Gaetano Appierto di Pordenone non solo aveva tolto i figli a una donna vittima delle ripetute violenze da parte del marito, che si era rivolta a lui per cercare di fermare quell'uomo che aveva sposato, ma che si era trasformato in un aguzzino.

Non solo quindi non le aveva creduto, ma l'aveva persino denunciata per diffamazione a mezzo stampa.

L'avvocato della donna, Francesco Miraglia, aveva pertanto chiesto la ricusazione del giudice, in quanto non più imparziale: e così è stato.

All'udienza fissata per il prossimo 23 febbraio, in cui si dibatterà l'annullamento della sentenza con cui i due bambini sono stati allontanati dalla mamma, una professionista di Pordenone, ci sarà un altro magistrato.

«Questo è uno dei classici casi in cui la giustizia si fa forte con i deboli» sottolinea l'avvocato Miraglia «i quali, se non hanno risorse, coraggio, testardaggine e costanza per andare contro le sentenze inique, finiscono con il subire dei provvedimenti ingiusti. Ma nel caso di questa madre si è assistito a qualcosa di ben più grave: non soltanto il giudice non le ha creduto, nonostante i referti dimostrassero chiaramente come il marito, picchiandola, le avesse rotto sia la mandibola che un timpano (l'uomo, nel frattempo, è stato condannato in via definitiva per lesioni aggravate), ma le ha anche tolto i figli. Lei, vittima che si era rivolta alla magistratura per ottenere giustizia, si era trovata umiliata e persino allontanata dai suoi due bambini, costretti a vivere in una comunità. Nonostante si fosse sempre dimostrata madre amorevole e attenta, come sottolineato pure dagli operatori della casa famiglia. Che fosse pertanto solo una ritorsione ci è stato confermato anche dall'assistente sociale. Ma il giudice non si è fermato: quando la mia cliente si era sfogata attraverso una lettera pubblica, inviata alla presidente della Camera, Laura Boldrini, a cercare in lei un appoggio, il magistrato l'ha denunciata per diffamazione a mezzo stampa. Ha denunciato una vittima, una donna vittima di violenza, una donna che si era rivolta a lui in fiducia. Siccome il procedimento porta lo stesso numero di quello avviato dal marito di lei, che l'ha a sua volta denunciata per il medesimo motivo, sottoporrò la questione al Consiglio Superiore della Magistratura, per verificare se questo giudice si sia accordato con l'imputato per fare causa comune contro la mia assistita. Che ricordo, in tutta questa vicenda, è la vittima».

Nel frattempo, appunto, il giudice è stato ricusato dal caso.

Non ha sortito nessun effetto, inoltre, la lettera inviata alla presidente Boldrini. «La sua segreteria mi ha contattato dicendomi che la presidente altro in più non poteva fare se non sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza contro le donne tramite convegni, come sta già facendo» conclude l'avvocato Miraglia.


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giovedì 15 febbraio 2018

Carlo Capè, Presidente Assoconsult, sulla Direttiva NIS a difesa di aziende di Energia e Telecomunicazioni

Commento di Carlo Capè, Presidente Assoconsult e AD di Bip - Business Integration Partners sul recepimento della Direttiva NIS

"L'avvio del processo di approvazione del Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva europea NIS – Network Information Security rappresenta un importante passo in avanti verso il rafforzamento della sicurezza cibernetica per l'intero Paese.
Il provvedimento nasce, oltre che dalla necessità di recepire la direttiva comunitaria, soprattutto dal bisogno di proteggere le nostre aziende, prime tra tutte quelle che operano in settori cruciali come energia e telecomunicazioni, che garantiscono servizi ad elevato impatto su tutti i cittadini.
Proteggendo tali operatori si tutelano servizi essenziali per il mantenimento di attività economiche e sociali. Sappiamo bene infatti che un cyber attacco è in grado di paralizzare le infrastrutture critiche del Paese, a danno sia dei sistemi di controllo che dei titoli in Borsa, che difatti risentono della debolezza dei meccanismi di protezione.
Esistono in realtà anche provvedimenti, come il GDPR – General Data Protection Regulation sulla protezione dei dati personali, che prevedono sanzioni ben più alte (che possono arrivare fino al 4% del fatturato di un Gruppo) di quelle previste da questo provvedimento. Anche il NERC CIP – Critical Infrastruction Protection statunitense, che regolamenta tutte le aziende del mondo dell'energia, è ben più severo.
Le sanzioni potrebbero non essere l'unico strumento efficace. Sarebbe forse anche giusto puntare su un sistema premiante che funga da rinforzo positivo per chi si affretta a dotarsi di sistemi di protezione – prosegue Capè. Fatto sta che, per evitare black out come gli ultimi due in Ucraina nel 2015 e 2016, o l'attacco mondiale Wannacry nel 2017 che ha coinvolto diverse aziende negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, auspichiamo che il provvedimento venga analizzato e discusso rapidamente".


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lunedì 12 febbraio 2018

Stop alle monetine da 1 e 2 centesimi, cosa cambia per i pagamenti in contanti

Firenze, 12 Febbraio 2018. Dal 1 Gennaio scorso è sospeso in Italia il conio delle monetine da 1 e 2 centesimi di euro per disposizione della cosiddetta manovra correttiva di Aprile 2017 (1), che specifica anche che rimangono in corso ovviamente le monetine in circolazione.

Ne consegue che quando si paga in contanti un importo in euro lo stesso va arrotondato, dice la legge, al multiplo di cinque centesimi più vicino, per eccesso o per difetto. Si parla, lo precisiamo, di importi autonomi complessivi da pagare, quindi il totale espresso in uno scontrino, per esempio, o in una fattura o altro. Per cui un importo totale di euro 10,52 diventa euro 10,50 mentre un importo di euro 10,58 diventa euro 10,60.

La regola vale per tutti ed anche per gli incassi, oltre che per i pagamenti, che avvengono in contanti. La legge precisa che i soggetti pubblici devono consentire l'arrotondamento senza necessità di ulteriori disposizioni.

E' il Garante per la sorveglianza dei prezzi che dovrà vigilare sull'impatto che questa novità avrà sui prezzi al consumatore, in special modo sulla loro conseguente variabilità, e riferire le proprie osservazioni semestralmente al Ministero dello sviluppo economico che, a sua volta, potrà segnalare ipotetiche anomalie all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) oppure proporre nuove normative.

Si ricorda, sempre in ambito pagamenti, che vige l'obbligo per i negozi -e comunque per chiunque venda beni o servizi, anche professionali- di consentire i pagamenti con carte -bancomat e carte di credito- per importi superiori ai 30 euro (2).

Stesso obbligo esteso da Luglio 2016 anche ai parcometri per il pagamento della sosta dei veicoli, con incertezze applicative a causa della teorica mancanza di decreti attuativi ed omologativi specifici (3). Risulta comunque che i Comuni stiano via via adeguando le apparecchiature e che nello stesso tempo alcuni giudici di Pace abbiano annullato verbali di mancato pagamento a causa della mancata possibilità di usare il bancomat (tra le quali Giudice di Pace di Firenze sentenza 1079/2017).

(1) Dl 50/2017 convertito nella legge 96/2017, art. 13 quater
(2) Dl 179/2012 convertito nella legge 221/2012 art.15 comma 4 e DM 24/1/2014
(3) Legge 208/2015 art.1 comma 901 che si riferisce al comma 4 suddetto

Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo


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sabato 10 febbraio 2018

LEGGE MERLIN ALLA CORTE COSTITUZIONALE. SERENA PELLEGRINO (LEU-SI): ALLE DONNE NON E' ANCORA GARANTITA PIENA LIBERTA' DI SCELTA.

LEGGE MERLIN ALLA CORTE COSTITUZIONALE. SERENA PELLEGRINO (LEU – SINISTRA ITALIANA): GIUSTO CHE LE NORME EVOLVANO CON LA SOCIETA'. MA SIAMO SICURI CHE ALLE DONNE E' GARANTITA LA LIBERTA' DI SCEGLIERE COSA FARE DELLA PROPRIA SESSUALITA'?

"La questione del rinvio alla Corte Costituzionale della legge Merlin nella parte in cui punisce lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione vorrei fosse considerata al di là del concetto di disporre della sessualità in termini, come si è detto, contrattualistici e di lavoro autonomo.
A me pare un approccio molto tecnico,  che guarda da fuori e da lontano alla condizione delle donne. Mi chiedo, anche in questa circostanza, se le donne che liberamente scelgono questa strada sono state altrettanto libere di crescere protette, di studiare, di essere trattate come individui con pieno diritto ad una vita dignitosa, di essere salvaguardate dalla violenza e dall'abuso, di ottenere un lavoro, un reddito adeguato e disporre di una casa, di poter esprimere compiutamente la propria personalità e cercare di raggiungere se non la felicità almeno la sicurezza e la serenità."

Lo dichiara la parlamentare Serena Pellegrino ( LEU – Sinistra Italiana) che aggiunge: "L'iniziativa della Corte d'Appello di Bari è certamente importante perché apre la valutazione sulla corrispondenza ed efficacia delle norme vigenti con l'evoluzione sociale e culturale del Paese.
Ma spero susciti anche un dibattito parallelo, ugualmente necessario: ammettiamo che il diritto ad esprimersi liberamente attraverso la sessualità è stato troppo spesso rappresentato in contesti di assoluto disvalore culturale, svilendolo da componente fondamentale della personalità e dell'esperienza di vita a luogo comune del marketing che trasforma ogni cosa in oggetti da vendere e comperare, incluso il corpo delle donne."

Conclude Pellegrino: "Diamo alle donne quelle tutele e garanzie che ancora non hanno, cioè la possibilità di scegliersi effettivamente la vita che vogliono avere e non essere costrette a fare di se stesse un prodotto commerciale:  solo allora avremo una visione meno maschile  e una comprensione più profonda della questione del reclutamento e intermediazione per le sex workers."



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mercoledì 7 febbraio 2018

Nulli i contratti 4YOU della Banca Agricola Mantovana/MPS: i risparmiatori potranno recuperare i propri risparmi.


La Corte di Cassazione dichiara nulli i contratti 4YOU della Banca Agricola Mantovana/MPS: i risparmiatori potranno recuperare i propri risparmi.
Avv. Giovanni Franchi: "La Cassazione ha messo la parola fine al problema".
Una vittoria che certamente restituirà la speranza a centinaia di risparmiatori "azzerati": dopo un iniziale rigetto del Tribunale di Parma e della Corte di Appello di Bologna, la Corte di Cassazione ha invece e finalmente riconosciuto appieno le richieste di un risparmiatore che aveva sottoscritto un contratto "4YOU" della Banca Agricola Mantovana, comune per altro a tutti gli istituti del Gruppo MPS. Un percorso che, iniziato nel 2001, vede solo oggi la conclusione.
La Corte con sentenza n. 383/18 ha infatti accolto l'appello e rimesso gli atti al giudice d'appello perchè si uniformi. Quest'ultimo, per l'effetto, dovrà dichiarare nullo il contratto 4 you stipulato dal cliente - assistito dall'Avv. Giovanni Franchi di Parma - e condannare la banca alla restituzione di quanto versato dal cliente per rate e spese pagate nei precedenti gradi, oltre interessi e compensi dovuti ai tra gradi del giudizio. Il tutto per complessivi € 91.976,85
È questa per l'avv. Giovanni Franchi, che per anni si è occupato dei contratti 4you una sentenza importantissima, in linea con altri precedenti sentenze della Suprema Corte. Ma sopratutto si tratta di una sentenza importantissima per le centinaia di risparmiatori che hanno visto azzerati i propri risparmi e per i quali adesso si apre una nuova opportunità per recuperarli.
Nel dettaglio tra le conclusioni accolte dalla Corte, si può leggere che l'annullamento va determinato " … in considerazione del dolo utilizzato dai dipendenti della convenuta per convincere l'attrice alla stipulazione del contratto, dell'errore essenziale e riconoscibile di quest'ultima o, in ogni caso, del conflitto d'interesse meglio specificato in premesse…". E che quindi si debba "…condannare la Banca Agricola Mantovana in persona del suo legale rappresentante pro tempore al risarcimento di tutti i danni patiti e patiendi dal signor …. a causa del suo comportamento scorretto nel proporre e predisporre il piano d'investimento sottoscritto dall'attore; danni tutti pari alle somme da lui versate in dipendenza del suddetto contratto a decorrere dalla sua stipulazione fino alla data della effettiva cessazione dei versamenti, oltre agli interessi legali maturati dal dì del dovuto al saldo. ".
Con il termine "4You" si indica un prodotto finanziario, analogo al MYWAY, ideato all'interno della Banca del Salento, ritenuta una delle più dinamiche realtà bancarie del tempo. Con l'acquisizione della stessa da parte del Monte dei Paschi di Siena, il prodotto è stato esteso a tutte le realtà del gruppo, tra le quali la Banca Agricola Mantovana, incorporata in MPS. Diverse le cause promosse dai clienti in questi anni, con risultati spesso alterni. In sostanza, un prodotto finanziario rischioso che allora venne proposto come un prodotto assicurativo previdenziale. Come emerso in giudizio, l'investitore non aveva ricevuto informazioni chiare sul prodotto, ne' gli venivano richieste le informazioni obbligatorie circa la sua esperienza e le condizioni patrimoniali.
"Finalmente – ha dichiarato l'Avv. Giovanni Franchi – la Cassazione ha messo la parola fine al problema, statuendo che si tratta di un contratto privo di causa e, comunque, non meritevole di tutela da parte dell'ordinamento giuridico. Tutti coloro che hanno stipulato questi contratti, come il MY WAY, devono sapere che hanno ancora la possibilità di recuperare i risparmi perduti e che i Tribunali non potranno più respingere, come aveva erroneamente fatto il Tribunale di Parma, le loro domande."


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Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio: una legge d'iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo. La proposta del Forum Salviamo il Paesaggio

Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio 


Una legge d'iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo.
La proposta del Forum Salviamo il Paesaggio
Alla stesura del testo normativo ha lavorato per 13 mesi un Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare formato da 75 persone: architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti...

Cassinetta di Lugagnano, 3 febbraio 2018 - Dieci articoli per una legge contro il consumo di suolo, per fermare "la modifica o la perdita della superficie agricola, naturale, seminaturale o libera, a seguito di interventi di copertura artificiale del suolo, di trasformazione mediante la realizzazione - entro e fuori terra - di costruzioni, infrastrutture e servizi o provocata da azioni, quali asportazione ed impermeabilizzazione".

Dieci articoli per una legge attesa da decenni o, almeno, dal 2009, quando un'ampia aggregazione nazionale di associazioni, comitati e singoli cittadini rese evidente l'insostenibile peso della speculazione edilizia.

Dieci articoli per una legge dal basso, dopo che lo scioglimento delle Camere ha sancito la fine ingloriosa del testo arenatosi al Senato, che ha vanificato lo sforzo avviato all'inizio della legislatura e l'impegno di tanti che avevano prestato il proprio servizio al Paese, producendo osservazioni, partecipando ad audizioni.

"Un fallimento, quello della politica, che ci obbliga a riprendere con energia la battaglia, perché di battaglia si tratta, per arrestare subito il consumo di territorio. Arrestare e non limitare o ridurre. Perché quello che serve oggi è un taglio netto. Un obbligo per legge - spiega il Forum Salviamo il Paesaggio, promotore del progetto di legge -. Una legge che oltre a porre la parola "fine" al film 'Le mani sulla città' che va in onda ininterrottamente dal secondo Dopoguerra, punti tutto sul recupero dell'enorme patrimonio edilizio esistente, sulla bonifica e riconversione ecologica delle immense aree dismesse e abbandonate (una vera e propria emergenza diffusa su tutto il territorio nazionale che deve vedere lo Stato applicare il principio costituzionale che prevede la tutela della proprietà privata solo se questa ha una funzione sociale), sulla valorizzazione urbanistica, sociale, economica e culturale sia dei centri storici e sia delle periferie dormitorio cresciute fuori dalle mura e ai margini delle autostrade".

La legge che oggi il Forum Salviamo il Paesaggio presenta e mette a disposizione del nostro Paese è stata scritta dal basso, frutto del lungo lavoro di un folto gruppo di esperti e arricchito dalle ulteriori proposte di tutte le migliaia di suoi aderenti e delle oltre 1.000 organizzazioni che lo compongono.

Dieci articoli che se approvati dal Parlamento Italiano sarebbero la mera l'applicazione della nostra Costituzione, pur sembrando una vera rivoluzione.

Una legge per la quale il Forum Salviamo il Paesaggio è pronto a raccogliere le firme dei cittadini, dopo averla presentata all'attenzione della prossima XVIII legislatura della Repubblica Italiana.

Nove anni fa, il 24 gennaio 2009, a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, veniva promosso il manifesto della campagna "Stop al consumo di territorio": "Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all'attacco e all'invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto. Non vi è angolo d'Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l'acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l'agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto. La Terra d'Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!
"

A quel pensiero è ancorata l'azione del Forum, costituito nel 2011: dopo avere registrato l'entrata del tema emergenziale del consumo di suolo all'interno dell'agenda "politica" e del Parlamento, ha dovuto però constatare che alle parole non seguissero norme stringenti. Eppure, l'Italia non ha bisogno di una legge nazionale sul consumo di suolo. Ha bisogno di una buona legge nazionale sul consumo di suolo.

Nel 2018, continuiamo a "divorare" terra al ritmo di 4 metri quadrati al secondo. Nel 2000 si era toccata quota 8 metri quadrati al secondo e la media degli ultimi 50 anni si attesta tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo.

Solo tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 250 chilometri quadrati di territorio, 35 ettari al giorno, 35 campi di calcio ogni 24 ore (ISPRA, 2017).
In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai circa 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio, una superficie pari all'Emilia Romagna. Perdiamo suolo e con esso perdiamo biodiversità, bellezza, paesaggio, qualità della vita, salute, storia, agricoltura. Il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l'80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991. Consumiamo terra e siamo sempre meno in grado di garantirci il nostro cibo: non abbiamo più altro tempo a disposizione per invertire drasticamente la rotta.

Il testo integrale della Proposta di Legge e della sua premessa introduttiva è scaricabile qui:

http://customer10954.musvc1.net/e/t?q=3%3dHcJUK%26E%3dB%26D%3dIXK%26E%3dJTGTH%26N%3dsJAI_3qjs_D1_9tdp_I9_3qjs_C6DP8.IrE79rFz93Il504r7zH.tJ_9tdp_I9mB60_3qjs_C6DI-nE5MpDA_Kbsg_UqK7Ez1uL_3qjs_C6IcBX_9tdp_I9KR_9tdp_I9OeWlYiklgo-gKzF6L51-uB-w5x0p-95BA9rMtLr-IzF6ElHv-izHBF-d9g-4r71r4l.-JT-B-RQTI.Fu9%26o%3dCBL73H.GpJ%26zL%3dBWIW

Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
"SALVIAMO IL PAESAGGIO - DIFENDIAMO I TERRITORI"
7/02/2018
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VACCINI, DECARO (ANCI): “COPERTURA VACCINALE PRIORITÀ DI TUTTI, MA NON CONTRASTI CON IL DIRITTO DEI BAMBINI ALLA CONTINUITÀ SCOLASTICA”

"In questi mesi il livello di copertura dei vaccini obbligatori raggiunto è molto alto, nella stragrande maggioranza dei comuni e delle regioni. Questo dato deve confortarci tutti, oltre che contribuire a rasserenare il dibattito in atto che deve porre al centro esclusivamente la salute pubblica dei bambini e del Paese. La posizione dell'Anci sulla questione dei vaccini è nota. La legge va rispettata, ma occorre consentire che la sua applicazione, specie in fase iniziale, non contrasti con il diritto dei nostri figli e delle famiglie alla continuità scolastica". 

Lo dichiara il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

"La iniziativa del Consiglio comunale di Roma è condivisibile nella parte in cui mira a consentire alle famiglie in lista d'attesa per il trattamento vaccinale, e sembrerebbero tantissime, di proseguire nella frequenza scolastica anche dopo il 10 marzo.  Questa, per l'associazione dei Comuni, non è una concessione, ma un modo equilibrato di applicare una normativa così innovativa e ad alto impatto per i cittadini. Stiamo cercando di fare una rapida ricognizione: abbiamo chiesto agli uffici tecnici del Miur, del ministero della Salute e delle Regioni di conoscere i dati in possesso delle Asl, e notizie sulle procedure di dialogo con le famiglie previste dalla legge. Abbiamo saputo che i ministeri competenti stanno lavorando insieme al garante per definire le indicazioni da dare dopo il 10 marzo".


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martedì 6 febbraio 2018

Incontro sulla legge dello spettacolo dal vivo

INCONTRO "DALLA LEGGE SULLO SPETTACOLO DAL VIVO AI DECRETI ATTUATIVI: QUALE FUTURO PER LO SPETTACOLO IN ITALIA" 

Si terrà a Roma, giovedì 15 febbraio, dalle ore 15 alle ore 18, (Opificio Romaeuropa, in via dei Magazzini Generali, 20/A,) l'incontro pubblico "Dalla Legge sullo spettacolo dal vivo ai decreti attuativi: quale futuro per lo spettacolo in Italia?"


C. Re. S. Co - Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea - coerentemente con la funzione svolta sino ad oggi di osservatorio critico sulle politiche teatrali del nostro Paese e di generatore di contenuti intorno alle questioni teoriche suscitate dalla scena contemporanea, organizza questo pomeriggio di studio e approfondimento dedicato al tema dei decreti attuativi. 


Nello specifico l'incontro ha lo scopo di fornire un contributo quanto più plurale alla discussione sul futuro dello spettacolo dal vivo, ovvero la costituzione del Codice dello Spettacolo a seguito delle deleghe affidate al Governo dalla Legge n.2287. 


All'incontro saranno presenti operatori dello spettacolo, esperti, docenti universitari, critici e personalità invitate a relazionare su un argomento specifico. Fra gli ospiti, in aggiornamento, hanno confermato la loro presenza Giulio Stumpo (economista), Franco D'Ippolito (direttore artistico del Teatro Metastasio – Stabile della Toscana), Emanuela Bizi (segreteria Nazionale SLC CGL), Alessandro Pontremoli (professore associato di Discipline dello Spettacolo presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Torino), Andrea Marco Ricci (presidente di Note Legali), Gimmi Basilotta(presidente ANCRIT), Chiara Faini (Smart.it), Alessandro Toppi (direttore di Il Pickwick.it), Michele Trimarchi (professore ordinario di Economia Pubblica Università di Catanzaro), Valentina Marini (AIDAP), Amalia Salzano (presidente AIDAF)

 

L'incontro è in linea con la vocazione del coordinamento di essere interlocutore propositivo presso le istituzioni nazionali (MIBACT) e regionali, facendosi portavoce di istanze collettive – si segnala in particolare il contributo fornito per la nuova legge dello spettacolo dal vivo – che è fatto ottenere a C.Re.S.Co, il 16 dicembre 2017, il Premio speciale UBU 2017 "per la sua funzione di osservatorio critico sulle politiche teatrali del nostro Paese e di "pensatoio" intorno alle questioni teoriche suscitate dalla scena contemporanea, oltre che di propulsore di iniziative finalizzate a una più viva presenza delle differenti realtà artistiche nel contesto socio-politico-culturale italiano".

 

L'incontro è aperto al pubblico.

 

Si ringrazia per l'ospitalità la Fondazione Romaeuropa



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