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Questo emendamento s'ha da fare!
L'ha detto chiaramente stamattina l'Onorevole Bernardo, Presidente della Commissione Finanze nel corso del Forum IL VALORE DEL VERDE promosso da Assofloro Lombardia. La ricaduta andrebbe ad incideresull'aumento dell'occupazione, del gettito fiscale, del valore immobiliare, della qualità della vita, la riqualificazione ecologico ambientale delle aree edificate, la diminuzione dell'isola di calore.
L'emendamento si auspica possa andare ad integrare, sulla Legge di Bilancio, l'Art. 16 bis comma 1 del testo unico delle imposte sui redditi in materia di detraibilità fiscale in ambito di ristrutturazioni edili.
L'Onorevole Bernardo si è detto fin d'ora firmatario insieme all'Onorevole Fanucci, Vicepresidente della Commissione Bilancio. Anche il Senatore Susta, intervenuto in diretta via Skype ha sottolineato come sia fondamentale cogliere il momento favorevole per approvare un emendamento che avrà risvolti enormi.
Entrambi i rami del Parlamento, Camera e Senato, concordano sul fatto che sia fondamentale cogliere l'occasione delle legge di Bilancio per fare Sistema, sottolineando inoltre l'importanza del lavoro di sensibilizzazione da parte delle Associazioni e delle Organizzazioni di categoria.
Oltre agli aspetti economici, fondamentali, le ricadute positive coinvolgerebbero Salute Pubblica, Etica, Qualità della vita.
Le argomentazioni scientifiche esposte dalla Dottoressa Rita Baraldi (ricercatrice del CNR Istituto di biometereologia di Bologna) dal Professor Mauro Milillo (LUISS Guido Carli) dal Prof. Pier Mannuccio Mannucci (Prof. Emerito dell'Università Statale di Milano) dal Prof.Ing. Maurizio Tira (Prof.Ordinario di tecnica e pianificazione urbanistica dell'università degli studi di Brescia) hanno impressionato e sollevato un vivace dibattito tra gli ospiti Istituzionali e Politici presenti in sala.
Si è parlato di 800 morti l'anno per inquinamento solo a Milano. Ricordiamo a tale proposito che il Forum ha ottenuto i patrocini, tra gli altri, dal Ministero della Salute, Ministero dell'Ambiente, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Ministero dell'Economia e della Finanza, oltre che dal CNR. E' stato inoltre patrocinato e sostenuto dalle tre organizzazioni sindacali del settore (Confagricoltura, Coldiretti e CIA).
Sono queste le argomentazioni alla base delle due proposte di legge alla camera (PdL Camera 3800 On. Maurizio Bernardo Presidente della Commissione Finanze della Camera, NCD e PdL Camera 3787 On. Veronica Tentori deputato PD Commissione Attività Produttive e On. Enrico Borghi Capogruppo PD della Commissione Ambiente) e un disegno di legge al Senato (DdL 1896 Sen.Gianluca Susta Commissione Finanze Senato, PD) sulla defiscalizzazione delle opere a verde.
Se nel settore edile dal 2011 al 2015 la quota dei lavori incentivati ha attivato un impatto occupazionale complessivo pari a 349.000 addetti all'anno perché non pensare che lo stesso possa accadere nel settore Florovivaistico?
Un settore, quello del florovivaismo, che conta 30.000 imprese, 158.000 addetti e genera 2,7 mld di Euro di fatturato. Capace di portare anche in un anno come il 2015 (difficilissimo per il comparto a causa dell'emergenza fitosanitaria) un saldo attivo tra export e import superiore ai 180 milioni di Euro.
Un comparto che sta perdendo drasticamente mercato nell'esportazione (-30% del fatturato) e sta soffrendo una pesante contrazione del numero di aziende legata ad un calo della domanda interna e ad una vera e propria piaga quale il lavoro nero.
Come interlocutore del Ministero dell'Agricoltura Ettore Prandini, Vice Presidente Nazionale Coldiretti, ha rimarcato l'importanza del Settore Florovivaistico sulla qualità della vita e come sia fondamentale seminare fin dalla scuola la cultura del verde. Il verde è vita, come ha sottolineato Francesco Mati, Presidente FNP Confagricoltura. Facciamolo tornare di moda.
Nada Forbici, Presidente Assofloro Lombardia ha evidenziato il fatto che oggi viene incentivato tutto ciò che viene ristrutturato all'esterno delle abitazioni, eccetto il verde. I tempi sono dunque maturi per un ampliamento di prospettiva.
Si mobilita il mondo della natura, della cultura e della società civile per chiedere modifiche alla proposta di legge sui parchi in discussione da domani nell'Aula del Senato. Oltre cento esperti e docenti hanno aderito al documento delle 17 Associazioni Ambientaliste con cui viene chiesto al Governo e al Senato di cambiare il testo che modifica l'attuale legge quadro sulle aree protette 394/91, un caposaldo della conservazione su cui ormai in moltissimi chiedono grande attenzione. Il documento congiunto assume il senso di una richiesta impellente di modifiche e integrazioni al disegno di legge sui Parchi. L'appello fu lanciato qualche mese fa da Francesco Mezzatesta (già Segretario generale Lipu) e Giorgio Boscagli (già Direttore del Parco Regionale Sirente-Velino e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi) che hanno coordinato un gruppo di 30 esperti di natura e gestione delle aree protette. Al gruppo ha immediatamente aderito Gianluigi Ceruti primo firmatario e "padre" della Legge Quadro sulle Aree Protette. Al "documento appello" del Gruppo dei 30 hanno poi anche aderito altre associazioni quali il Comitato per la Bellezza presieduto da Vittorio Emiliani, Appennino Ecosistema di cui è Presidente Bruno Petriccione, la Società Italiana Storia della Fauna presieduta da Corradino Guacci. Al gruppo dei 30 esperti si sono aggiunte le firme pervenute dal mondo accademico, tra queste Franco Pedrotti (Professore emerito dell'Università di Camerino e già Presidente della Società Botanica Italiana), Sandro Lovari (Professore Ordinario di Etologia dell'Università di Siena), Carlo Alberto Graziani (Ordinario di Diritto Privato Università di Macerata e già Presidente del Parco Nazionale di Monti Sibillini), Sandro Pignatti (Docente emerito Università di Roma "La Sapienza" e Accademico dei Lincei), Anna Marson (Professore Ordinario di Pianificazione del territorio Uni. IUAV – Venezia e già assessore Urbanistica Regione Toscana), Carlo Ferrari (Docente Gestione Aree Protette all'Università di Bologna), Luigi Piccioni (Docente di Storia Economica Università della Calabria), Giampiero di Plinio (Professore Ordinario di Diritto Pubblico, Direttore del Dottorato in Scienze Giuridiche, Università G. D'Annunzio), Gianfranco Pirone (già Ordinario di Botanica Sistematica Università di L'Aquila), Bernardino Ragni (Zoologo, Università degli Studi di Perugia, promotore della filosofia-progetto Wildlife Economy-Nuovo Paleolitico) Tanti gli esperti nel Gruppo dei 30, molti dei quali protagonisti della fase del difficile avvio delle aree protette nel nostro Paese: Fabio Vallarola, (Direttore Area Marina Protetta Torre del Cerrano già Direttore del Parco Nazionale del Pollino), Giuseppe Rossi (già Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; già Direttore di Federparchi), Nicola Cimini (già Direttore del Parco Nazionale della Majella), Franco Perco (Zoologo, cofondatore del WWF Trieste e Friuli Venezia Giulia, già Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Massimo Pellegrini (Naturalista), Camilla Crisante (già Responsabile Ufficio Parchi Provincia di Pescara), Lauro Marchetti (Direttore Oasi di Ninfa - Fondazione Caetani), ma addirittura sostegno anche da esperti stranieri come Kinga Krause (Ecologa UNESCO e membro della Polish Academy of Sciences) e di Jean-Paul Theurillat (Ecologo Università di Ginevra). Nello stesso gruppo molte anche le adesioni di esponenti del mondo della cultura e dell'impegno sociale a favore dei Parchi: Grazia Francescato (giornalista, Responsabile Rapporti Internazionali di Greenacord, già Presidente WWF-Italia), Mimi D'Aurora (Direttivo CGIL Abruzzo), Caterina Artese (Direttrice Orto Botanico Riserva Naturale Regionale Lago di Penne), Marco Pezzotta (Geologo), Renzo Moschini (Coordinatore del Gruppo San Rossore), Alfredo Mazzoni (Professore di Scienze) Tra le adesioni successive di grande rilievo si segnalano Giorgio Nebbia (Docente emerito Univ. di Bari), Cesare De Seta (Docente di Architettura all'Università di Napoli), Bernardino Romano (Professore di Pianificazione Territoriale presso Università dell'Aquila), Giovanni Chiola (Docente Diritto Pubblico, Univ. Federico II Napoli), Folco Giusti (Ordinario di Zoologia all'Univ. di Siena), Cesare Lasen (già Presidente Parco Nazionale Dolomiti Bellunese), Domenico Nicoletti (Direttore Parco Naz. Gran Sasso Monti della Laga), Giorgio Salvatori (giornalista, Direttore Responsabile "Myrrha, il dono del Sud", già Rai Tg2), Guido Pollice (Presidente di Verdi Ambiente Società), Wolfgang Sachs (saggista, Wuppertal Institute), Melania Cavelli (architetto, esperta di urbanistica sostenibile). |
"Attendiamo di conoscere i contenuti della legge di bilancio. Vogliamo essere sicuri che i punti fondamentali della piattaforma che l'Anci ha presentato durante l'assemblea a Bari avranno risposta".
Lo dichiara il neopresidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
"Finalmente i Comuni e le Città non subiranno più tagli, e potrebbero arrivare risorse aggiuntive pari a oltre un miliardo, consentendo così di chiudere partite che sono aperte da tempo. Il governo abbia coraggio: mantenga l'impegno di aggiungere altri due miliardi per i progetti di sviluppo delle periferie dei Comuni, per ricucire le città e far ripartire il Paese".
"Occorre inoltre – aggiunge Decaro - incentivare i Comuni che hanno dato disponibilità all'accoglienza dei migranti, in modo da ottenere una distribuzione uniforme sul territorio nazionale al fine di favorire politiche di integrazione. Tutto questo - sottolinea il presidente dell'Anci - rappresenterebbe un cambiamento, un segno positivo ed una risposta alle nostre comunità".
"Stiamo chiedendo di liberare le risorse presenti nei bilanci fin dal 2015 per fare investimenti, e stiamo chiedendo la stabilizzazione della nuova regola di saldo che ha archiviato il vecchio Patto di stabilità. C'è necessità per i Comuni - conclude Decaro - di tornare ad essere autonomi nella gestione del personale e di avere maggiore libertà per fare investimenti determinanti per la vita dei cittadini, a partire dalla messa in sicurezza degli edifici pubblici, e in particolare quelli scolastici".
Roma, 23 Ottobre 2016
![]() «Che delusione!» Dopo l''inaspettato 'stop' di ieri all'iter di approvazione della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica, FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta ricorda l'urgenza e la convenienza di investire sulle due ruote. Un km in bicicletta può generare, ogni anno, un guadagno per l''intera collettività pari a 150 mila euro. Milano, 23 ottobre 2016 – È totale la delusione, unita a un senso di amarezza e forte rabbia, che FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta esprime, attraverso la presidente Giulietta Pagliaccio, per lo "stop" avvenuto lo scorso 19 ottobre all''iter di approvazione della Legge Quadro per la Mobilità Ciclistica presentata lunedì 17 ottobre al Parlamento dal relatore on. Paolo Gandolfi - dell'Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Nuova e Ciclistica - dopo oltre due anni di lavori e revisioni. Una mancata approvazione, che sembrava ormai imminente, giustificata dalla mancanza di un parere tecnico della Commissione Bilancio relativo alla copertura finanziaria del provvedimento. Uno stop che sembra, però, sancire la definitiva condanna della legge all'oblio. "Adesso basta – tuona Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB – Basta dire quanto siamo bravi e belli a impegnarci per lo sviluppo della mobilità sostenibile che fa tanto bene all''ambiente e alla salute. Si deve finalmente avere il coraggio di affrontare l''argomento da un''altra prospettiva: parliamo di soldi e di come sia conveniente investire nella ciclabilità e nelle relative infrastrutture che, a differenza delle "grandi opere", portano risultati nel breve periodo e con guadagni per l''intera collettività". Secondo un autorevole studio condotto dalla città di Copenhagen*, infatti, un segmento d''infrastruttura ciclabile lungo 1 km porta un guadagno netto di 42 centesimi per ogni ciclista che lo percorre, mentre lo stesso km fatto in auto genera una perdita di 3 centesimi. E, poiché la matematica non è un''opinione, è facile comprendere come il ritorno generato da quel km, percorso da una media di mille ciclisti, sia di 420 euro al giorno, di fatto oltre 150.000 euro in un anno. "La Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica era funzionale per sostenere, anche in Italia, una nuova politica nazionale che, con un rinnovato approccio, potesse dare seguito alle ormai note esigenze di città soffocate dal traffico e dall''inquinamento – afferma ancora Giulietta Pagliaccio. - L''80% della popolazione italiana vive all''interno di agglomerati urbani ed è dunque urgente agire sulle necessità di mobilità quotidiana delle persone con interventi realizzabili in tempi brevi e con investimenti che possano garantire risultati immediati e ritorni economici per l''intera società". "Ci auguriamo adesso - conclude la presidente FIAB - che almeno la Legge di Stabilità includa in modo specifico altre risorse per la mobilità ciclistica chiaramente identificabili, senza diluirle sotto l'ampio cappello della mobilità sostenibile dentro cui, ogni volta, la bicicletta resta la cenerentola rispetto ad altri interventi come, ad esempio, per l''auto elettrica." * Studio "Copenhagen City of Cyclists" 2010-www.cycling-embassy.dk/ |
RETE IRENE: CON LE NOVITA' IN TEMA DI RIQUALIFICAZIONE, FINALMENTE SI VA NELLA GIUSTA DIREZIONE.
Virginio Trivella, coordinatore del Comitato Scientifico di Rete IRENE e membro di Renovate Italy affronta il tema degli incentivi fiscali alla vigilia dell'approvazione della nuova legge di bilancio 2017.
Milano, 22 ottobre 2016 – Le novità circa la riqualificazione energetica degli edifici condominiali sono contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2017, da poco approvato dal Consiglio dei Ministri.
I nuovi incentivi previsti sono l'esito dell'impegno del Governo nel dare avvio ad un imponente processo di trasformazione del patrimonio edilizio residenziale, superando lo schema dell'Ecobonus attuale.
"Il nuovo incentivo si rivolge esplicitamente al miglioramento della qualità dell'involucro degli edifici condominiali, cioè quelle attività che l'Ecobonus ad oggi non è riuscito a stimolare se non in minima quantità. Si tratta di un provvedimento che va nella giusta direzione nella trasformazione degli edifici in NZEB, come più volte richiesto dalle istituzioni europee" - dichiara Virginio Trivella, coordinatore del Comitato Scientifico di Rete IRENE e membro di Renovate Italy.
Il meccanismo proposto dal disegno di legge, dedicato espressamente agli involucri, è strutturato in modo da premiare gli interventi estesi e profondi.
Rispetto all'usuale detrazione del 65%, è infatti prevista una maggiorazione del 5% riservata alle opere di ristrutturazione che interessano più del 25% dell'involucro dell'edificio.
In questo senso il Governo intende contrastare l'elusione dell'obbligo di adeguamento delle prestazioni isolanti dell'involucro, attraverso l'applicazione abusiva della deroga prevista nei casi d'intervento su meno del 10% della superficie.
Una ulteriore maggiorazione del 5% si applicherà inoltre agli interventi che sono in grado di migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva dell'involucro dell'intero immobile, secondo una soglia che sarà definita dalla legge.
"L'obiettivo del provvedimento è quello di stimolare una virtuosa collaborazione tra condòmini e condominio, al fine di realizzare interventi più completi ed efficaci per ridurre considerevolmente i consumi. Infatti, oltre agli interventi sulle parti condominiali, sono incluse anche le opere su quelle di proprietà privata, come ad esempio gli infissi" – precisa Trivella.
La novità più importante, fondamentale per cambiare drasticamente la percezione degli incentivi e moltiplicarne l'appeal, consiste però nella più ampia possibilità di cessione della detrazione fiscale.
Tutti i fruitori dell'incentivo potranno cedere la detrazione, non solo gli "incapienti assoluti"; la cessione dovrebbe poter essere fatta a favore di qualunque soggetto capiente e non solo delle imprese che eseguono i lavori.
"Si tratta di un passo in avanti potenzialmente enorme perché offrirebbe una soluzione al problema dell'incapienza fiscale e delle difficoltà a finanziare gli interventi. – ha dichiarato Trivella – I dettagli del provvedimento non sono ancora noti, ma si sa che molti saranno definiti con un provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate ed è su queste specifiche che si giocherà la reale potenzialità del nuovo incentivo".
L'aspetto cruciale riguarderà la concreta operatività della cessione, ha sottolineato il coordinatore del Comitato Scientifico di Rete Irene e membro di Renovate Italy: "E' fondamentale che la cessione possa essere esercitata con il massimo grado di flessibilità. Il sistema ideale è quello che consente di realizzare la cessione con il minimo impegno per il fruitore dell'incentivo, con la massima sicurezza per il cessionario e con il minimo costo".
"In queste circostanze l'incentivo sarebbe motore di vero sviluppo, stimolando attività che oggi si realizzano pochissimo e sarebbe una eccellente applicazione degli Accordi di Parigi che il nostro Paese si accinge a ratificare. Bisogna solo percorrere bene l'ultimo miglio da qui all'emanazione del provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle Entrate" – conclude Trivella.
Sin dalla sua fondazione Rete IRENE, attraverso Renovate Italy, ha sviluppatoazioni propositive nei confronti del mondo istituzionale volte a stimolare lo sviluppo di un mercato vasto e articolato qual è quello della riqualificazione profonda degli edifici esistenti.
Il nuovo meccanismo di incentivazione degli edifici condominiali, inserito all'interno del disegno di legge di bilancio per il 2017, si costituisce come una importante opportunità di rinnovamento per l'Italia che potrà così beneficiare di nuovi strumenti, utili a rilanciare il patrimonio edilizio residenziale.
RETE IRENE
Via Como, 37 - Rovellasca (CO)
T. 800 134 720
La manutenzione del verde è un elemento importante che può dare un contributo significativo alla crescita economica e al rispetto dell'ambiente.
Neumann Italia, azienda leader nello sviluppo di soluzioni automatizzate per l'outdoor con la gamma Mission, si schiera al fianco delle tre proposte di legge per l'introduzione di un bonus fiscale per interventi di sistemazione a verde delle aree private.
«Queste iniziative, unite alla recente approvazione della legge che dà un riconoscimento professionale alla figura del giardiniere - norma entrata in vigore la scorsa estate -, rappresentano il primo passo per dare vita ad una vera cultura del verde», spiega Massimiliano Pez, general manager di Neumann Italia.
«La creazione di nuovi spazi, la sistemazione degli attuali e l'adozione di soluzioni a ridotto impatto ambientale sono tre passaggi fondamentali al fine di dare concretezza ad una sensibilità ecologica».
Di questi tre passaggi, sono gli ultimi due quelli maggiormente problematici.
Prosegue: «Spesso non è un problema dare vita a nuovi spazi verdi. I problemi maggiori risiedono nella loro manutenzione costante affinché non diventino degli spazi abbandonati e di degrado e nelle soluzioni adottate per garantire una manutenzione a impatto zero. Perché non serve dare vita a nuovi polmoni verdi se poi non li si mantiene o si interviene con apparecchi obsoleti e assolutamente inquinanti».
Un solo esempio: un rasaerba a motore a scoppio emette sostanze inquinanti pari a quelle di ben 11 automobili Euro5.
«L'ecogardening va nella direzione opposta: le soluzioni a batteria oltre ad essere ad emissioni zero, sono di facile utilizzo grazie alla riduzione del 20-30% del peso e delle vibrazioni rispetto ai tradizionali attrezzi a motore», precisa Pez che ha trasmesso questa filosofia all'intera gamma di attrezzi da giardino Mission.
Le tre proposte di legge che hanno come primi firmatari Gianluca Susta al Senato, Maurizio Bernardo ed Enrico Borghi alla Camera prevedono per il contribuente "misure di fiscalità locale agevolata per interventi di riqualificazione di zone verdi private. In sostanza si prevede per i Comuni la possibilità di deliberare riduzioni tariffarie di tributi locali in favore di coloro che realizzano interventi di sistemazione a verde di aree scoperte di proprietà privata, al fine di contribuire a valorizzare l'intero territorio urbano ed extraurbano, anche attraverso l'ampliamento e la riqualificazione degli spazi verdi privati".
«Il settore florovivaistico necessita di un maggiore riconoscimento quale settore che può dare un contributo importante nella riqualificazione delle nostre città e nella tutela dell'ambiente, dando anche apporti significativi in ambito occupazionale e, più in generale, economico», conclude il general manager di Neumann Italia.
Neumann Italia - Con oltre 50 anni di storia nell'automazione e robotica industriale, il gruppo tedesco Neumann arriva in Italia nel 2012 con il marchio Mission, una gamma di prodotti per la manutenzione del giardino che risponde a tre principi: miglioramento della qualità della vita, rispetto dell'ambiente e riduzione delle emissioni nocive.
Dal 2005 infatti la tecnologia Neumann si è concentrata sullo sviluppo di soluzioni innovative dedicate all'outdoor puntando esclusivamente su applicazioni elettroniche e batterie al litio ad alta efficienza energetica.
Fanno parte della gamma di Neumann Italia sistemi automatici per la manutenzione del manto erboso e prodotti per la cura di arbusti, alberi e fogliame.
Neumann è l'unica multinazionale ad operare nel settore garden con una rete diretta di consulenti che vistano i clienti e li informano sulle migliori soluzioni per il loro giardino.
Roma, 14 Ottobre 2016 - Assoprovider accoglie con soddisfazione l'ennesima sentenza del TAR del Lazio, dopo le due precedenti del 2015 e 2016 che annullavano di fatto i requisiti relativi al capitale sociale necessario per svolgere l'attività di Identity Provider.
In quest'ultima sentenza, La Terza Sezione del TAR Lazio presieduta dal vertice della Sezione Gabriella De Michele, Giudice estensore Silvia Lomazzi, ha infatti annullato con sentenza depositata in data 13 Ottobre 2016, il regolamento dell'AGID sui requisiti di accreditamento dei Gestori di identità digitale basati sui requisiti di capitale richiesti e sull'entità delle polizze assicurative richieste facendo rimanere in vigore, (e quindi respingendo la richiesta delle Associazioni) solo la disposizione della regolamentazione che prevede che i costi dell'accreditamento siano a carico sostanzialmente degli Enti accreditati.
Si conferma ancora una volta, quanto siano stati inopportuni tutti i vincoli economici finora pretesi dagli estensori dello SPID, il sistema pubblico d'identità digitale, che avrebbe dovuto semplificare l'accesso dei cittadini ai servizi della Pubblica Amministrazione e non solo.
Le PMI italiane sperano che ora vi sia la volontà di aprire un confronto serio e partecipato sulla gestione delle identità digitale in tutti i suoi livelli ed aspetti.
Assoprovider, l'associazione dei Provider di servizi Internet, che fin dalle prime ore ha messo in evidenza tutte le incongruenze del regolamento AGID, con le parole del suo presidente, l'ing Dino Bortolotto, ribadisce la speranza che "lo stato di diritto venga rispettato e che le sentenze vengano onorate e che finalmente ci si renda conto che le PMI non vanno blandite solo durante le campagne elettorali, ma vanno rispettate e coinvolte quando si pretende di toccare i mercati in cui operano".
La nuova legge sull'editoria, approvata in terza lettura ieri dalla Camera dei deputati, introduce per la prima volta una definizione precisa del quotidiano online.
Questo apre importanti prospettive al mondo dell'editoria digitale. Il legislatore, tra le altre cose, è intervenuto per disporre un'aggiunta all'articolo 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali" che definisce i prodotti editoriali.
Ai "classici" aggiunge il "quotidiano on line" e per questo «si intende quella testata giornalistica:
a) regolarmente registrata presso una cancelleria di tribunale;
b) il cui direttore responsabile sia iscritto all'Ordine dei giornalisti, nell'elenco dei pubblicisti ovvero dei professionisti;
c) che pubblichi i propri contenuti giornalistici prevalentemente on line;
d) che non sia esclusivamente una mera trasposizione telematica di una testata cartacea;
e) che produca principalmente informazione; f) che abbia una frequenza di aggiornamento almeno quotidiana;
g) che non si configuri esclusivamente come aggregatore di notizie».
Marco Giovannelli, presidente di Anso, esprime soddisfazione per questo passaggio: «La definizione scelta dal legislatore è esattamente quella più volte suggerita dalla nostra associazione. Lo abbiamo ribadito anche nelle ultime settimane ai responsabili del Dipartimento per l'informazione e l'editoria coinvolti in una azione da parte dell'Unione Europea».
La legge introduce diverse novità che coinvolgeranno nuovi soggetti editoriali puntando su progetti innovativi e che valorizzino la digitalizzazione dell'informazione.
«Saremo attenti a seguire il lavoro del Governo - prosegue Giovannelli - che è stato "delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, a predisporre uno o più decreti legislativi aventi ad oggetto la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, la previsione di misure per il sostegno agli investimenti delle imprese editrici e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, l'innovazione del sistema distributivo, il finanziamento di progetti innovativi nel campo dell'editoria presentati da imprese di nuova costituzione, nonché la previsione di misure a sostegno di processi di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese editrici già costituite".
La nostra Associazione in questi anni ha svolto un'importante azione con i piccoli editori e nei prossimi giorni Anso sarà protagonista di un'audizione dell'AgCom per una nuova indagine sui giornali online locali».
L'onorevole Marco Di Maio, ex presidente di Anso, che ha lavorato con i colleghi per l'approvazione della legge ha così commentato l'esito del proprio impegno: «Con l'approvazione della legge sull'editoria il mondo dell'informazione on-line raggiunge un risultato storico: il riconoscimento giuridico del quotidiano on-line, fino a oggi inesistente nel nostro ordinamento. Un risultato frutto del lavoro svolto da Anso fin dalla sua nascita e della sensibilità mostrata dal parlamento e dal Governo, che consentirà in futuro di utilizzare tale definizione per interventi mirati e per una disciplina più puntuale a sostegno e a tutela di questo settore. L'informazione on-line è ormai un pilastro imprescindibile del pluralismo e un'abitudine insostituibile per milioni di italiani, che finalmente trova pieno e giusto riconoscimento giuridico".
«Ora -conclude Giovannelli- sarà importante procedere rapidamente per dar attuazione alla legge. E su questo faremo sentire la voce dei soggetti protagonisti sui territori locali».
Nel corso del recente incontro tra Governo e Rete Imprese Italia sono state fornite da parte dei rappresentanti governativi esplicite rassicurazioni su alcuni importanti articoli della Legge di Bilancio 2017 che si sta predisponendo in questi giorni.
In particolare, saranno inclusi nel Disegno di Legge i bonus fiscali per ristrutturazioni degli edifici e per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici.
A tal proposito, Alessandro Butali, Presidente della AIRES-Confcommercio, ha commentato: "Siamo soddisfatti per questo orientamento del Governo in quanto l'Ecobonus è risultato essere uno degli strumenti di stimolo dei consumi più efficaci messi in campo negli ultimi anni.
È ormai entrata nella cultura degli Italiani la possibilità di ottenere sconti fiscali legati all'acquisto di beni ad alta efficienza energetica. E rileviamo con fiducia che sempre di più si sta diffondendo specialmente tra i giovani una sensibilità ecologica attenta e consapevole.
Auspichiamo, quindi, non solo la conferma dell'Ecobonus alle stesse condizioni oggi in vigore, ma anche che vi siano le condizioni per includere gli elettrodomestici nel bonus fiscale in favore delle coppie under 35 che è attualmente limitato all'arredamento.
Questi benefici fiscali vanno visti infatti non solo come leva per dare slancio all'economia nazionale, ma anche come uno strumento per aiutare economicamente e incentivare i contribuenti ad effettuare operazioni di ammodernamento ed efficientamento energetico delle proprie abitazioni".
Con le nuove regole sulla protezione dei dati, p.a. e migliaia di aziende private, devono dotarsi di un "privacy officer", ma ruolo richiede competenze elevate. Soffientini: "Compiti di grande responsabilità, siamo di fronte a un profilo manageriale che non può essere improvvisato". Tema al centro del dibattito al 6° Privacy Day Forum. Oltre 45mila le aziende che si doteranno di un responsabile privacy, ma nel frattempo TÜV Italia ha già certificato quasi 300 professionisti |
Con l'entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy, tutte le pubbliche amministrazioni e le aziende che trattano dati sensibili su larga scala o svolgono attività i cui trattamenti richiedono il controllo regolare e sistematico degli interessati, entro il 25 maggio 2018 dovranno aver conseguito l'adeguamento alle nuove regole ed essersi dotate del cosiddetto "privacy officer".
Anche se dall'obbligo di nominare questa figura derivano migliaia di nuove opportunità nel mercato del lavoro, quello in questione è però un professionista che necessita di elevate competenze, come evidenzia l'Avv. Marco Soffientini, Coordinatore del Comitato Scientifico di Federprivacy:
"Tra i compiti di grande responsabilità che gli sono assegnati dal Regolamento UE 2016/679, il data protection officer ha quello di informare e consigliare il management e i dipendenti in merito agli obblighi da rispettare, di verificare che la normativa sia effettivamente applicata e rispettata, supervisionare la formazione del personale e gli audit, nonché fungere da punto di contatto per gli interessati e per il Garante. Siamo quindi di fronte a un profilo manageriale che non può essere improvvisato, e che richiede un notevole bagaglio di conoscenze e competenze, sia in ambito normativo che informatico, ed anche organizzativo."
Soffientini, che al 6° Privacy Day Forum affronterà proprio questo argomento con l'intervento "Il Responsabile della protezione dei dati, requisiti, compiti, e certificazioni", in occasione del convegno presenterà anche il suo nuovo "Manuale Privacy", pubblicato dalla casa editrice Wolters Kluwer.
Secondo le stime dell'Osservatorio di Federprivacy, il bacino di imprese pubbliche e private che rientrano nell'obbligo di nominare un responsabile per la privacy, o che comunque decideranno di dotarsene per esigenze aziendali, sono in Italia oltre 45mila, e perciò già da tempo la stessa associazione ha dato ampio risalto alla formazione dei manager della protezione dei dati, elaborando anche un proprio capitolato privato sul quale TÜV Italia ha sviluppato uno schema di certificazione della figura professionale di "Privacy Officer e Consulente della Privacy", che ad oggi vanta più di 1.000 professionisti che hanno intrapreso il percorso, di cui quasi 300 che hanno già ottenuto il certificato dell'ente bavarese.
Per partecipare al Privacy Day Forum in programma il 13 ottobre a Roma, è ancora possibile prenotarsi online sul sito web di Federprivacy, anche se le prenotazioni sono ormai vicine a quota 1.500, e perciò è prevedibile la chiusura in anticipo delle iscrizioni. |
I numerosi reati contestati nei capi d'imputazione si aggiungono quelli tuttora in corso di accertamento e quelli oggetto di procedimenti e processi penali già avviati.
Tra questi si fa riferimento alla violazione delle norme nel separare le funzioni politiche da quelle amministrative, la commistione di ruoli e interessi pubblici con quelli privati, gli ingiusti vantaggi procurati nell'accelerazione di certe pratiche, la gestione del protocollo generale, la omissione di provvedimenti d'urgenza per garantire la sicurezza e sanità dell'acqua potabile pubblica, la mancata attivazione di procedimenti disciplinari per i dipendenti "fedeli" coinvolti in processi penali, bensì affidando loro particolari incarichi, le indebite omissioni riguardanti gli abusi edilizi, la violazione delle norme sugli appalti e le procedure di alcune gare d'appalto, la turbativa d'asta, la fuga di notizie riservate mirate ad agevolare gli interessati, il dichiarato, seppure inesistente, stato d'urgenza per alcuni lavori pubblici.
I capi di imputazione, tra cui l'associazione per delinquere, avevano fatto scattare il 26 novembre scorso diversi blitz dei carabinieri sia presso la sede del Comune, ma anche negli uffici e nelle abitazioni di 17 persone.
Il 30 novembre seguirono le dimissioni del sindaco e di dieci consiglieri della maggioranza, per cui saltò il Consiglio Comunale convocato d'urgenza che avrebbe dovuto approvare la "Variazione di assestamento generale del bilancio comunale di previsione dell'esercizio 2015".
La conseguenza fu il commissariamento del Comune.
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