I numerosi reati contestati nei capi d'imputazione si aggiungono quelli tuttora in corso di accertamento e quelli oggetto di procedimenti e processi penali già avviati.
Tra questi si fa riferimento alla violazione delle norme nel separare le funzioni politiche da quelle amministrative, la commistione di ruoli e interessi pubblici con quelli privati, gli ingiusti vantaggi procurati nell'accelerazione di certe pratiche, la gestione del protocollo generale, la omissione di provvedimenti d'urgenza per garantire la sicurezza e sanità dell'acqua potabile pubblica, la mancata attivazione di procedimenti disciplinari per i dipendenti "fedeli" coinvolti in processi penali, bensì affidando loro particolari incarichi, le indebite omissioni riguardanti gli abusi edilizi, la violazione delle norme sugli appalti e le procedure di alcune gare d'appalto, la turbativa d'asta, la fuga di notizie riservate mirate ad agevolare gli interessati, il dichiarato, seppure inesistente, stato d'urgenza per alcuni lavori pubblici.
I capi di imputazione, tra cui l'associazione per delinquere, avevano fatto scattare il 26 novembre scorso diversi blitz dei carabinieri sia presso la sede del Comune, ma anche negli uffici e nelle abitazioni di 17 persone.
Il 30 novembre seguirono le dimissioni del sindaco e di dieci consiglieri della maggioranza, per cui saltò il Consiglio Comunale convocato d'urgenza che avrebbe dovuto approvare la "Variazione di assestamento generale del bilancio comunale di previsione dell'esercizio 2015".
La conseguenza fu il commissariamento del Comune.
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