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giovedì 19 novembre 2020

Lockdown e limitazione alle libertà personali: «Sessanta milioni agli arresti domiciliari?», il nuovo volume di The Skill Press

Diritto e società nell'Italia della prima ondata «Sessanta milioni agli arresti domiciliari?», il nuovo volume di The Skill Press 

 

«Sessanta milioni agli arresti domiciliari?» è il primo dei pamphlet della Collana «Covid» della casa editrice The Skill Press e raccoglie i resoconti degli incontri promossi dallo studio di comunicazione The Skill (specializzato in comunicazione di vicende mediatico giudiziarie (litigation pr), di crisi, legale e in reputation management) durante il primo lockdown.

Nel volume è possibile leggere il confronto – tra gli altri – di penalisti del calibro di Giuseppe Fornari e Giandomenico Caiazza (presidente nazionale delle Camere Penali), di psicoterapeuti come il docente dell'Università di Padova, Gian Pietro Turchi, di magistrati e medici come Massimiliano Siddi (sostituto procuratore a Viterbo) e Riccardo Memeo (cardiologo a Bari) che, coordinati dalla responsabile della comunicazione legale di The Skill Federica Fantozzi, hanno colto lo spunto del primo confinamento domestico collettivo come occasione per riflettere sulle conseguenze sociali, economiche, di salute psico-fisica e giuridiche di una prolungata e costretta permanenza dentro quattro mura, siano esse domestiche per ragioni di tutela della salute o carcerarie, a seguito di un ordine di custodia cautelare.

Il professor Gian Pietro Turchi ha osservato: «Il tema centrale […] riguarda l'incertezza che troviamo nel tempo Anno Domini 2020, dove si sta pensando di andare su Marte, e forse non riusciamo neanche più a vivere su questa Terra. […] Il ritorno di questa tematica dell'incertezza è dunque un tema rispetto al quale stiamo facendo i conti, in particolare nell'attuale situazione emergenziale sanitaria. Uno degli aspetti che genera maggiore incertezza è l'utilizzo in termini sinonimici di due espressioni che noi usiamo, salute e sanità. Ci accorgiamo però che dire salute è diverso da dire sanità».

L'avvocato Giuseppe Fornari, protagonista di alcuni dei processi più significativi degli ultimi anni, ha affermato: «Una serie di criticità rispetto a come viene gestita questa fase derivano da una certa cultura democratica del Paese. Perché quando noi chiamiamo arresti domiciliari la condizione in cui siamo in qualche modo costretti in questa fase, così come quando evochiamo l'abuso, il rischio della possibile deriva autoritaria o comunque lo scavalcamento dei principi costituzionali, dobbiamo riconoscere che in realtà queste nostre osservazioni derivano dalla cultura che possiede l'intero Paese nelle fasi normali».

Da parte sua, il sostituto procuratore Massimiliano Siddi ha sostenuto: «Il discorso principale io credo sia […] un discorso proprio di tenuta dei principi dello stato democratico; questo è il piano che secondo me deve allarmare più di tutto i cittadini. […] Per la prima volta dal dopoguerra, vi è stata una rottura dei principi dello stato di diritto, rottura più strettamente filosofica, ma fondamentalmente anche giuridica. Perché questo? Perché attraverso la legislazione emergenziale si è affermato il principio che si possono comprimere, in nome di un valore assoluto, importante, fondamentale, quasi trascendente potremmo dire, qual è il valore del diritto alla vita, le libertà individuali; quelle libertà che non stanno poi molto sotto il valore del diritto alla vita».

Per l'avvocato Caiazza, infine: «Da un certo punto di vista verrebbe da dire che c'è qualcosa di autenticamente provvidenziale in questo esperimento che consente a tutti i cittadini di valutare fino in fondo il valore irrinunciabile dei diritti di libertà: nel momento in cui tutti siamo toccati sulla nostra libertà questo consentirà una rivalutazione sociale di un bene e di un diritto e quindi delle riflessioni, delle argomentazioni, dei temi che ruotano intorno al tema della libertà. Più in generale in una democrazia politica qualunque limitazione della libertà deve essere spiegata, giustificata. C'è un potere di limitazione attribuito a soggetti che istituzionalmente possono disporne e perfino di fronte ad un'emergenza sanitaria occorre che la limitazione di libertà che ne consegue debba essere spiegata, condivisa, credibile».




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lunedì 9 novembre 2020

Bonus banda larga e bonus mobilità, novità da oggi

Bonus banda larga e bonus mobilità, novità da oggi

Firenze, 9 Novembre 2020. Dovrebbe partire oggi 9 novembre il cosiddetto BONUS BANDA LARGA  destinato alle famiglie con Isee inferiore a 20.000 euro per la fruizione di servizi a banda larga, ovvero per la sottoscrizione di nuovi contratti con eventuale fornitura di tablet o pc. Sul sito Infratel, il gestore del bonus, si trovano annunci ed istruzioni (1), compreso il modulo che deve essere presentato al gestore telefonico per l'attivazione del particolare contratto incentivato. Ci sono però delle limitazioni territoriali da verificare. 
Rimangono irrisolti i problei relativi al perché bisognerebbe acquistare un pc o un tabel ad un prezzo mediamente doppio rispetto al mercato (2).
INFORMAZIONI sul bonus e link utili si trovano nel nostro articolo aggiornato Bonus banda larga al via. Istruzioni per l'uso

Per quanto riguarda il BONUS MOBILITÀ, o BONUS BICI, dopo le polemiche seguite al blocco delle richieste causato dal malfunzionamento di PosteID con Spid (3), riaprono da oggi nuovi termini di PRE-registrazione, possibile fino al 9 dicembre, per chi deve richiedere il rimborso. Sul sito apposito, buonomobilita.it, è comunque precisato che "La pre-registrazione non dà diritto ad alcun beneficio, serve al Ministero dell'ambiente al fine di quantificare le risorse per un puntuale rifinanziamento del Programma Sperimentale Buono Mobilità". Per ulteriori passi, quindi, si dovrà poi aspettare che il fondo dedicato venga rifinanziato.

INFORMAZIONI sul bonus e link utili si trovano nel nostro articolo BONUS MOBILITÀ, fissate modalità e tempi (lunghi) di richiesta dei buoni e dei rimborsi: https://www.aduc.it/articolo/bonus+mobilit+fissate+modalita+tempi+lunghi_31686.php


NOTE
1 - https://www.infratelitalia.it/archivio-news/notizie/piano-voucher-aggiornamenti
2 - https://www.aduc.it/comunicato/bonus+500+euro+connettivita+internet+perche_31862.php
3 - https://www.aduc.it/comunicato/bonus+mobilita+ministro+costa+invita+cittadini_31965.php


Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo


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giovedì 8 ottobre 2020

Infermieri: nella legge sull'eutanasia sia inserito il riferimento ai Codici deontologici


 

Infermieri: nella legge sull'eutanasia sia inserito il riferimento ai Codici deontologici

 

Infermieri e medici devono potersi attenere ai loro codici deontologici e la proposta di legge all'esame della Camera ("Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia" ) deve tenerne conto e metterlo nero su bianco.

Il principio è quello contenuto nell'audizione della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) alle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera sulla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale nell'ambito dell'esame della proposta di legge.

La Corte Costituzionale (sentenza 242/2019) colmando un vuoto normativo che si è creato dopo l'approvazione della legge 219/2017 sulle DAT, afferma che sta alla coscienza del sanitario esaudire o no, in questo caso estremo, la volontà del malato e dichiara  l'incostituzionalità dell'articolo 580 del Codice penale nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola il proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formato, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Secondo il Codice deontologico degli infermieri – come hanno spiegato all'audizione Cosimo Cicia, componente del Comitato centrale della Federazione e Aurelio Filippini, Presidente Opi Varese ed esperto di Bioetica - non è accettazione passiva dell'esplicitazione di un diritto di scelta legato all'intima conoscenza della persona assistita rispetto alla proporzionalità delle cure che affronta, argomento caro alla professione paragonate alla qualità della propria vita, ma una attiva vicinanza professionale e accompagnamento per collaborare a chiarire e definire al meglio il percorso di vita che porta alla sua fine, definendolo come percorso di cura, all'interno della pianificazione condivisa.

Consapevoli che, indipendentemente da quanto una legge possa indicare, la pianificazione condivisa delle cure prevede indiscutibilmente un approccio di équipe multidisciplinare, in un percorso che comprende la palliazione, il conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale.

Il gesto di cura, secondo FNOPI, proprio delle professioni di aiuto, prende significato come modalità di assistere competente (scienza) e etica (coscienza), a questo fine infatti è enfatizzato come nella presa in carico l'infermiere accoglie, nel pieno rispetto della persona, le emozioni e facilita l'espressione della sofferenza come elementi indispensabili per conoscere l'altro e condividerne un cammino.

Il coinvolgimento della professione infermieristica nel percorso di scelta della persona assistita è legato anche alla responsabilità all'interno delle organizzazioni sanitarie e al contributo nelle scelte organizzative e di allocazione delle risorse oltre che assistenziali e della rilevazione documentata dell'espressione di assenso o diniego alle prestazioni infermieristiche che la persona assistita può e deve manifestare all'interno del percorso di cura

"La sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale e le iniziative legislative in corso di esame – spiega la FNOPI nell'audizione - superano la visione, ormai remota, della vita come bene indisponibile e oggetto di ingerenza pubblica, a favore di un principio di autodeterminazione del paziente, peraltro coerente con la legge n. 219 del 2017.

L'integrazione normativa, che già si attua, tra norme statali e Codice Deontologico, dovrà essere tenuta in considerazione in sede di percorso legislativo parlamentare, in coerenza con il Codice e con l'esperienza infermieristica diffusa, che nel Codice ha trovato la sua traduzione normativa, anche in funzione della attuale limitata considerazione che alle professioni infermieristiche viene data nella legge n. 219 del 2017.

"Si ritiene opportuno – conclude l'audizione FNOPI - che venga inserito nella legge in corso di elaborazione un riferimento ai Codici deontologici di infermieri e dei medici, che potrebbe costituire una validazione della natura normativa integrata che essi recano in sé e della necessità che i professionisti della sanità possano, con evidenza, coerenza e chiarezza, adempiere linearmente sia ai doveri giuridici derivanti dalle norme statali sia ai doveri deontologici".

 

 

 

 




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lunedì 21 settembre 2020

Ristoratori rispettosi delle norme igieniche anti-covid per 9 clienti su 10_Fipe-Confcommercio: “Bar e ristoranti sono luoghi sicuri per tutti”


ESERCENTI RISPETTOSI DELLE NORME IGIENICHE ANTI-COVID PER 9 CLIENTI SU 10

FIPE-CONFCOMMERCIO: "BAR E RISTORANTI SONO LUOGHI SICURI PER TUTTI"

Secondo un'indagine di Format Research la quasi totalità degli intervistati, circa il 92%, ritiene che i ristoratori siano attenti nell'applicazione delle misure di sicurezza anti-covid ma paura del contagio (66,5%) e smart working (35%) tra le principali motivazioni che inducono a non mangiare fuori.

 

Roma, 21 settembre 2020 – I ristoranti sono luoghi sicuri, a confermarlo i loro stessi clienti. Ecco quanto emerge da una recente indagine condotta da Format Research secondo cui per ben il 92% degli intervistati l'osservanza delle norme di sicurezza sanitaria da parte dei ristoratori è stata «molto o abbastanza» soddisfacente. Esercenti virtuosi, dunque, in materia di norme anti-Covid. La tutela della sicurezza è inoltre ai primissimi posti tra le motivazioni che inducono i consumatori a scegliere un posto piuttosto che un altro. Sempre secondo l'indagine l'attenzione alle norme igieniche è l'aspetto più importante da valutare per il 47,4% dei consumatori, mentre a seguire ci sono il distanziamento dei tavoli (per il 35,2%), la dotazione di tavoli all'aperto (per il 34%), e l'attenzione al numero di persone all'interno del locale (per il 20%). Ulteriore conferma arriva dall'analisi delle principali motivazioni che inducono a non mangiare fuori. A farla da padrone la paura del contagio per il 66,5% e la scarsa godibilità dell'esperienza dovuta alle rigide regole per il 41,5%. Una larga parte degli intervistati, il 35%, non mangia più fuori a causa dello smart working.

"Bar e ristoranti sono luoghi sicuri sia per i clienti che per i lavoratori - si legge in una nota delle Federazione - Anche gli ultimi dati diffusi dall'Inail sui contagi da Covid-19 nei luoghi di lavoro, letti nel modo giusto, ne danno conferma. Al netto di un leggero e fisiologico aumento dell'incidenza dei casi nel settore del turismo dovuto ad effetti stagionali le attività di ristorazione restano tra i luoghi più sicuri. Distanziamento tra i tavoli, mascherine al personale, accessi differenziati per i clienti in entrata e quelli in uscita, monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute dei dipendenti, pulizia e sanificazione dei locali e gel igienizzante a disposizione di tutti, sono solo alcune delle rigide regole che tutti gli esercenti stanno seguendo e devono necessariamente

continuare a rispettare per lavorare in sicurezza. Oltre a questo, come Federazione sosteniamo con convinzione la campagna a favore dell'utilizzo dell'App IMMUNI, che riteniamo possa essere uno strumento efficace per contrastare la diffusione del contagio. A questo proposito invitiamo tutti i nostri associati a esporre nei propri locali il QR code dell'app per consentire ai loro clienti di scaricarla".




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venerdì 18 settembre 2020

Meritocrazia Italia, fronte di costituzionalisti per il NO al referendum


Meritocrazia Italia, fronte di costituzionalisti per il "NO" al referendum: l'appello

Nel webinar organizzato dall'Associazione voci autorevoli bocciano il taglio dei parlamentari

I costituzionalisti bocciano la riforma: questo il messaggio che sembrerebbe venir fuori dall'ultimo webinar organizzato da Meritocrazia Italia che ha superato online le 30.000 visualizzazioni.

Nomi altisonanti di costituzionalisti come il professor Aldo Berlinguer, il professor Giovanni Guzzetta, il professor Marcello Salerno si sono apertamente dichiarati a favore del NO.

Di "operazione gattopardesca" parla Guzzetta. Il professore ritiene "inadeguate" la misura del referendum alla soluzione del vero problema, da vedersi non nella composizione numerica del Parlamento ma nella sua "capacità di dare risposta alle esigenze dei cittadini". Marcello Salerno ha deciso, nel suo intervento, di lanciarsi in una equilibrata analisi di pro e contro della riforma, individuandone le origini nella spinta anti-casta e anti-politica del populismo emergente, ma anche ridimensionando le previsioni di impatto di ogni eventuale esito del referendum all'attuale stato di cose. Il taglio dei parlamentari è una "cura non adeguata al male" secondo Berlinguer che utilizza la definizione di "inutile haircut" richiamando l'attenzione sull'esigenza di un urgente e improcrastinabile cambiamento "dell'etica nella politica".

"In pieno stile meritocratico - spiega il presidente di CREA, scuola politica di MI, Alfonso Quarto - riteniamo di fondamentale importanza che la collettività conosca cosa c'è dietro il referendum costituzionale e le ragioni della nostra posizione. Abbiamo voluto chiedere l'importante parere di esperti costituzionalisti che non hanno fatto mancare il loro apporto"

Nel ribadire la posizione assunta collegialmente dal Movimento, che, con voto unanime all'esito del secondo Congresso nazionale del 3-5 settembre, ha optato per il NO, il Presidente nazionale di Meritocrazia Italia Walter Mauriello ha mostrato apertura rispetto a riforme del sistema parlamentare, purché "rispondenti a un disegno organico costruito sui bisogni dei cittadini”.
 




giovedì 17 settembre 2020

IN GAZZETTA ETICHETTA SALVA SALUMI MADE IN ITALY

CONSUMI: COLDIRETTI, IN GAZZETTA ETICHETTA SALVA SALUMI MADE IN ITALY

Stop all'inganno di 3 prosciutti su 4 da maiali stranieri ma spacciati per italiani

 

Storico via libera all'etichetta con l'indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l'inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell'annunciare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per "l'indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell'etichetta delle carni suine trasformate". "In un momento difficile per l'economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta il Paese d'origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "l'Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell'Ue all'obbligo dell'origine con l'indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell'ambito del Green New Deal".

 

Un obiettivo condiviso da ben il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l'origine degli alimenti, secondo l'indagine on line del Ministero delle Politiche agricole. Il decreto nazionale interministeriale introduce l'indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, dopo che ha avuto il nulla osta da parte della Commissione Europea, per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale. A preoccupare è l'invasione di cosce dall'estero per una quantità media di 56 milioni di "pezzi" che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. La Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta a vantaggio di Paesi come la Germania dove sono stati individuati peraltro pericolosi casi di peste suina.

 

Il decreto sui salumi prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: "Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); "Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); "Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l'indicazione dell'origine può apparire nella forma: "Origine: (nome del paese)". La dicitura "100% italiano" è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell'Unione europea o extra europea, l'indicazione dell'origine può apparire nella forma: "Origine: UE", "Origine: extra UE", "Origine: Ue e extra UE".

 

La norcineria – conclude la Coldiretti – è un settore di punta dell'agroalimentare nazionale che contribuisce al prestigio del made in Italy nel mondo grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi.




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domenica 13 settembre 2020

Lavoro. Consip, tribunale di Roma sospende la risoluzione della convenzione con Manital


LAVORO. CONSIP, TRIBUNALE DI ROMA SOSPENDE LA RISOLUZIONE DELLA CONVENZIONE CON MANITAL
L'affidamento riguarda i servizi di facility management per immobili adibiti prevalentemente ad uso ufficio utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. Salvi diecimila dipendenti
 
ROMA – Il tribunale di Roma ha sospeso il provvedimento con cui Consip, la centrale per gli acquisti della pubblica amministrazione, il 28 maggio aveva dichiarato formalmente la risoluzione della convenzione con il gruppo Manital, attivo nel settore dei servizi di facility management. La convenzione, firmata nel dicembre 2012 a seguito dalla gara 'Facility management 3', riguarda l'affidamento dei servizi di facility management per immobili adibiti prevalentemente ad uso ufficio utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. A ricorrere contro la decisione di Consip erano stati i tre commissari del gruppo Manital: Antonio Casilli, Antonio Zecca e Francesco Schiavone Panni. Il giudice ha accolto il ricorso d'urgenza avanzato dai tre commissari nominati nel febbraio 2020 e incaricati dal ministero dello Sviluppo economico di risanare il gruppo e di assicurare la continuità aziendale, anche a salvaguardia di diecimila lavoratori dipendenti. Il Tribunale, richiamando alcuni pronunciamenti della Corte di Cassazione in tema di amministrazione straordinaria, sottolinea la natura "recuperatoria e comunque conservativa" dell'amministrazione straordinaria: un obiettivo che deve essere attuato "attraverso la continuazione dell'attività di impresa". In quest'ottica la continuazione dell'esercizio di impresa è tutelata e così, secondo il Tribunale, esisterebbe il 'fumus boni iuris', cioè la 'parvenza di buon diritto', da parte dei commissari "in riferimento al lamentato illegittimo esercizio dell'azione risolutiva da parte di Consip". L'azione da parte della centrale per gli acquisti avrebbe quindi compromesso le finalità di risanamento dell'azienda, interrompendo la continuità aziendale in nome della quale i contratti proseguono 'ope legis', ovvero 'per forza di legge'.
 
Le notizie dell'agenzia Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia DIRE»
 
 
 
 



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Stato Città – Anci, impegno governo su slittamento a fine ottobre lavori finanziati da fondo 500 ml

Stato Città – Anci, impegno governo su slittamento a fine ottobre lavori finanziati da fondo 500 ml

 

L'impegno dei Ministeri dell'Interno e dell'Economia a prendere in considerazione il rinvio alla fine di ottobre del termine per avviare i lavori finanziati dal fondo di 500 ml che la legge di bilancio 2020(commi 29-37) ha stanziato per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. E' quanto ha ottenuto l'Anci nel corso della Conferenza Stato – Città che si è svolta al Viminale.

Il risultato dà seguito all'azione svolta dall'Anci che aveva perorato, già in fase di conversione del dl Semplificazioni, una proroga del termine inizialmente fissato al 15 settembre facendo leva sulle problematiche connesse all'emergenza Covid-19 e sulle numerose segnalazioni pervenute dai Comuni interessati. Il mancato rispetto del termine per dare avvio ai lavori avrebbe infatti comportato la revoca delle risorse già assegnate dal Ministero dell'interno per gli interventi programmati dalle singole amministrazioni comunali. Una conseguenza eccessiva venendo subito dopo una fase di grandi difficoltà organizzative e operative sia per i Comuni che per le imprese affidatarie delle opere.

 

 

Roma, 10 settembre 2020

 




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venerdì 28 agosto 2020

SEMPLIFICAZIONI, COLTORTI-LORENZONI (M5S): "SODDISFAZIONE PER APPROVAZIONE EMENDAMENTO IDROGENO VERDE"

SEMPLIFICAZIONI, COLTORTI-LORENZONI (M5S): "SODDISFAZIONE PER APPROVAZIONE EMENDAMENTO IDROGENO VERDE"



Roma, 27/08/20 - "L'approvazione dell'emendamento al Dl Semplificazioni che estende la produzione di gas industriali per la tutela ambientale tra i programmi di investimento agevolati nelle aree di crisi industriale, al fine di accelerarne la ripresa economica e occupazionale, è un'importante vittoria del MoVimento 5 Stelle e rappresenta una grande occasione di sviluppo economico a livello locale nell'ottica del green New Deal targato UE. Stiamo infatti parlando della produzione di idrogeno verde, ottenuto cioè da fonti rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico) e a zero emissioni di CO2, che consentirebbe anche di dare il via libera a progetti pilota per la locomozione a idrogeno in diverse aree del Paese, per cui, anche insieme ad altri parlamentari del Movimento, ci stiamo battendo da molto tempo. Ora abbiamo una grossa opportunità da sfruttare per colmare il gap degli investimenti infrastrutturali in zone di crisi (pensiamo a quelle colpite dai terremoti del 2009 e del 2016), di cui l'Italia soffre storicamente. Ciò stimolerebbe la crescita e lo sviluppo di realtà locali nella produzione e distribuzione di un vettore energetico pulito e indispensabile alla transizione energetica da fonti rinnovabili. ". Lo scrivono in una nota congiunta, il Senatore Mauro Coltorti, Presidente della Commissione Lavori Pubblici e firmatario dell'emendamento promosso dalla Commissione stessa, e il collega alla Camera, On. Gabriele Lorenzoni.
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martedì 25 agosto 2020

STORICA SENTENZA CORTE D'APPELLO CALIFORNIA NEL CASO BOLGER CONTRO AMAZON. LE PIATTAFORME MARKETPLACE RESPONSABILI IN SOLIDO PER I DIFETTI DEI PRODOTTI VENDUTI ANCHE DA RIVENDITORI TERZI.


STORICA SENTENZA DELLA CORTE D'APPELLO DELLA CALIFORNIA NEL CASO BOLGER CONTRO AMAZON.

 

LE PIATTAFORME MARKETPLACE RESPONSABILI IN SOLIDO PER I DIFETTI DEI PRODOTTI VENDUTI ANCHE DA RIVENDITORI TERZI.

 

Davide Rossi, Presidente di OPTIME:

"Giusto riconoscere la responsabilità delle piattaforme di intermediazione online non solo nei confronti degli utenti ma anche del fisco".

 

Ecco la sentenza: https://cases.justia.com/california/court-of-appeal/2020-d075738.pdf?ts=1597343456

Ed ecco il commento dell'Avv. Massimiliano Dona, presidente della Unione Nazionale Consumatori: https://www.facebook.com/massimiliano.dona/videos/4223161924422548/ 

 

Davide Rossi, Presidente di OPTIME - Osservatorio per la Tutela del Mercato dell'Elettronica in Italia, commenta la rivoluzionaria sentenza della Corte d'Appello della California sul caso di una batteria per laptop esplosa in faccia all'acquirente alcuni mesi dopo l'acquisto:

"Bene quanto deciso dalla Corte d'Appello della California in merito alla sentenza Bolger vs. Amazon, che è assolutamente in linea con quanto OPTIME sostiene da tempo. Questa sentenza scardina l'"intangibilità" di Amazon così come quella di tutte le piattaforme analoghe.

 

I Marketplace online, in virtù dei molti ruoli che ricoprono nel processo di vendita e, soprattutto, della fiducia che i consumatori ripongono in essi, non possono essere considerati meri intermediari, e non possono pertanto sottrarsi alle proprie responsabilità.

 

Ci auguriamo che questa illuminata sentenza apra la strada a un ripensamento delle direttive europee in materia di e-commerce, che compiono vent'anni, e sono ormai arretrate e non rispondenti ai problemi attuali.

Intervenire nelle sedi europee competenti è ormai un passo imprescindibile non solo a tutela dei diritti dei consumatori ma anche per garantire concretamente la leale concorrenza tra operatori.

 

Non si pensi però che questo significhi lasciare le cose come stanno fino a quanto le nuove norme entreranno in vigore, già oggi è possibile applicare in via giurisprudenziale in Italia e in Europa i medesimi princìpi adottati dalla Corte californiana e daremo battaglia in tutte le sedi competenti affinché questo avvenga".

 

In allegato inviamo comunicato stampa e immagine di Davide Rossi, Presidente OPTIME.

 

 

FEDERAZIONE OPTIME

Ente senza scopo di lucro e interamente finanziato con risorse proprie delle associazioni e delle imprese aderenti, che ha come missione principale la tutela della leale concorrenza tra imprese operanti nel settore dell'elettronica di consumo in Italia e il rispetto delle norme imperative che disciplinano il settore a tutela dei consumatori e dell'economia nazionale nel suo complesso.

Nella propria gestione Optime adotta principi di trasparenza, inclusione e collegialità.




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lunedì 17 agosto 2020

Chiusura attività di intrattenimento. Silb: “non ci sentiamo responsabili. Discoteche capro espiatorio”


CHIUSURA ATTIVITÀ DI INTRATTENIMENTO

SILB: "NON CI SENTIAMO RESPONSABILI. DISCOTECHE CAPRO ESPIATORIO"

 

Roma, 16 agosto 2020 - "La conferenza Stato regioni decreta la chiusura delle attività di intrattenimento. Prendiamo atto del provvedimento, basato su un aumento dei contagi. Non ci sentiamo responsabili. Le nostre attività hanno lavorato al pari di altri settori della società: la gente vive a contatto e spesso si assembra in ogni dove da due mesi a questa parte. In spiaggia, al bar, per strada, ovunque. Nonostante ciò tutte le attività restano aperte!" Così Maurizio Pasca, Presidente Silb Fipe - Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da ballo e di spettacolo - commenta la decisione di chiudere i locali da ballo.

"Ma la discoteca è come sempre un grandioso capro espiatorio. - continua Pasca - Capro espiatorio di piaghe sociali come l'alcol, la droga, la violenza, che secondo le statistiche trovano sfogo al di fuori di essa e non dentro. E ora, capro espiatorio di un virus che ci risulta di carica virale bassissima. Secondo il titolare del reparto di microbiologia di Treviso, addirittura difficile da trovare. Abbiamo sanificato, tracciato, imposto regole come tutti. E ora pare che l'avanzamento del virus sia imputabile a noi, ai giovani e alle vacanze! Ma una cosa faremo: osserveremo nei prossimi mesi se a discoteche chiuse il "contagio" si fermerà! Lo osserveremo attentamente. e agiremo di conseguenza. Per ora, chiediamo al Governo aiuti fattivi per le nostre aziende, che sono chiuse da fine febbraio e hanno dipendenti, affitti, tasse da pagare come tutte le altre realtà imprenditoriali".

"A fine emergenza, chiariremo a media e opinione pubblica la sostanza di un pregiudizio vergognoso. -conclude Pasca - Qualunque categoria sociale ha le pecore nere. Ciò non significa che la categoria sia nera. Se un insegnante vessa i ragazzi non significa che tutto il corpo docente sia da infamare. Se uno su tremila non rispetta le regole non significa che gli altri 2.999 siano rei di comportamenti irresponsabili. La discoteca è un luogo come altri. Gestita da imprenditori che fanno rispettare le regole. I comportamenti non sono imputabili al luogo, bensì agli esseri umani che li compiono. Dentro una discoteca così come altrove".




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domenica 16 agosto 2020

Le misure del 'decreto agosto' per i consumatori


Le misure del 'decreto agosto' per i consumatori 


Firenze, 16 agosto 2020. Ieri 15 agosto 2020 è entrato in vigore il cosiddetto "decreto agosto",  Dl 104/2020, contenente "misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia" con il quale il Governo, dopo i decreti "cura Italia" e "rilancio", ha stanziato ulteriori 25 miliardi di euro da utilizzare per "proseguire e rafforzare l'azione di ripresa dalle conseguenze negative dell'epidemia da COVID-19 e sostenere lavoratori, famiglie e imprese, con particolare riguardo alle aree svantaggiate del Paese".

Le misure di interesse del consumatore, comprese anche le indennità per i lavoratori, si trovano nella nuova scheda pratica Le misure del 'decreto agosto' per i consumatori: https://sosonline.aduc.it/scheda/misure+decreto+agosto+consumatori_31610.php


Indice della scheda
NUOVA INDENNITA' DI 1000 EURO PER LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI
INDENNITÀ DI 600 EURO PER LAVORATORI MARITTIMI
INDENNITA' DI 600 EURO PER LAVORATORI SPORTIVI
REDDITO DI ULTIMA ISTANZA PER MAGGIO
FONDO PER LA FORMAZIONE PERSONALE DELLE CASALINGHE 
NUOVE MISURE PER IL REDDITO DI EMERGENZA - Rem 
RIFINANZIAMENTO CASHBACK – RIMBORSO PAGAMENTI ELETTRONICI
INCREMENTO FONDO PER ECOINCENTIVI ACQUISTO VEICOLI
SOSPENSIONE SCADENZA TITOLI DI CREDITO, ISCRIZIONE PROTESTI
INCREMENTO FONDI PER BUONI VIAGGIO TAXI
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Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

giovedì 13 agosto 2020

I files audio del 118 sono una prova della condotta dei sanitari. A Torino, ottenuto l’ordine di rilascio tramite Decreto Ingiuntivo

I files audio del 118 sono una prova della condotta dei sanitari. A Torino, ottenuto l'ordine di rilascio tramite Decreto Ingiuntivo

L'Azienda Sanitaria aveva negato con forza il rilascio dei files relativi al soccorso di una donna poi deceduta. Avv. Chiarini: "Per la prima volta, questo strumento è usato per ottenere l'adempimento di quanto previsto dalla legge Gelli in tema di ostensione della documentazione sanitaria ai pazienti. Una vittoria per i diritti di tutti"

 

I files audio delle chiamate al 118 sono una prova del comportamento dei sanitari e, in quanto tali, costituiscono parte della documentazione medica, e possono essere utilizzati in caso di accertamenti di condotte di malpractice sanitaria. A riconoscerlo ora è anche il Tribunale di Torino, che si è espresso in favore della famiglia di una donna residente a Torino, ora deceduta.

 

La donna aveva accusato un malore mentre si trovava in compagnia del marito. Subito era stato allertato il personale medico attraverso il 118. Dopo diversi minuti, l'ambulanza non era ancora arrivata e la donna sembrava peggiorare, l'uomo, quindi, aveva richiamato più volte i sanitari, sollecitando un loro pronto intervento, visto il rapido peggioramento della situazione. Nonostante l'arrivo dei sanitari, la donna, purtroppo, è deceduta, verosimilmente per attacco cardiaco.

 

La vicenda meritava senz'altro un approfondimento, in particolare sulla tempestività dei soccorsi, anche perché i dati della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus, dimostrano che, in caso di infarto, per ogni 10 minuti di ritardo si registra un 3% addizionale di mortalità. Il marito della donna aveva, quindi, richiesto i files audio delle chiamate fatte al 118, per poter valutare la condotta del personale medico. A tale richiesta, però, si era visto rispondere con un brusco diniego immotivato e ingiustificato, ottenendo il solo rilascio della scheda di intervento del 118, che presentava anche un errore circa la data del soccorso.

 

L'uomo, quindi, si è rivolto all'Avvocato Gabriele Chiarini, esperto di malpractice sanitaria, che ha presentato al Tribunale di Torino una richiesta formale di tale documentazione.

 

"Il messaggio più importante che possiamo trarre da questa vicenda è un monito di correttezza, rivolto a tutte le Strutture Sanitarie, in particolar modo quelle pubbliche, che devono contribuire al buon andamento e all'imparzialità della Pubblica Amministrazione ai sensi dell'art. 97 della Costituzione – Commenta l'Avvocato Chiarini - Solo attraverso un dialogo leale e costruttivo tra tutti gli operatori coinvolti sarà possibile garantire un equilibrio sostenibile in un campo tanto delicato qual è quello della responsabilità sanitaria, gettando le basi per una nuova "alleanza terapeutica" tra medico e paziente."



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martedì 11 agosto 2020

La legge Salva-Suicidi spiegata a fumetti: Capitan Sdebito, l'eroe che combatte contro Equitalia e finanziarie

Capitan Sdebito, l'eroe dei fumetti che combatte contro Equitalia e finanziarie

La delicata tematica del sovraindebitamento incontra il linguaggio dei fumetti, nell'originale opera prodotta da Legge3 .it e Copy 'n Comics. 

Un modo innovativo e diretto per illustrare ai cittadini quali sono gli strumenti a loro disposizione.

 

 

Chi è tormentato dai debiti ora potrà fare affidamento su un nuovo supereroeCapitan Sdebito! 


Legge3 .it, in collaborazione con Copy 'n Comics, ha realizzato un originale albo a fumetti che, ripercorrendo la storia personale di Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3 .it, vuole illustrare ai cittadini quali sono gli strumenti a loro disposizione per uscire da situazioni di sovraindebitamento.

 

Un fumetto che non ha nulla da invidiare ai classici Dylan Dog o Batman, che mostra la genesi di un supereroe, che poi decide di dedicare la vita ad aiutare chi è in difficoltà. Per la prima volta, uno strumento leggero e alla portata di tutti, anche dei bambini, come un albo a fumetti viene utilizzato per veicolare i contenuti di una legge.

 

Come in tutte le migliori storie di super eroi, il fumetto si apre con Bertollo alle prese con i suoi problemi economici e un cumulo di debiti che non fa che aumentare. 

Sembra che non ci sia alcuna via di uscita, finché riceve una chiamata che gli cambia la vita

Il suo avvocato è venuto a conoscenza della Legge 3, nota anche come Salva-Suicidi, che potrebbe aiutarlo a venire fuori da quella situazione, risolvendo i problemi con banche, finanziarie ed Equitalia. 

Un provvedimento che, gli spiega, è poco noto perché relativamente recente e, soprattutto, poco sponsorizzato e sono pochi gli avvocati in grado di attuarlo.

 

Bertollo riesce ad uscire dai suoi guai, ma quante persone là fuori si trovano nella sua stessa situazione? 

E se non avessero la fortuna di incontrare qualcuno in grado di applicare quella legge che gli ha salvato la vita? 

Nascono, dunque, Capitan Sdebito e la sua azienda Legge3 .it, con l'unico scopo di far conoscere questiimportantissimi strumenti a quante più persone possibile, aiutando privati e cittadini ad uscire dai debiti.

 

"Decidere di mettermi a nudo in questo modo e raccontare un periodo della mia vita così delicato non è stato semplice. – Commenta Gianmario Bertollo – Credo, però, che la mia storia possa essere di aiuto a migliaia di persone che stanno vivendo oggi lo stesso inferno che ho vissuto io. Per me è impensabile no cercare di condividere con quante più persone possibile ciò che ho imparato. Oggi stiamo vivendo una situazione di forte crisi economica, che per molti aspetti ricorda quella del 2008, ed è compito di tutti fare ciò che si può per evitare che si verifichi lo stesso epilogo, con milioni di persone cadute in disgrazia e migliaia di suicidi per ragioni economiche."



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