L'Azienda Sanitaria aveva negato con forza il rilascio dei files relativi al soccorso di una donna poi deceduta. Avv. Chiarini: "Per la prima volta, questo strumento è usato per ottenere l'adempimento di quanto previsto dalla legge Gelli in tema di ostensione della documentazione sanitaria ai pazienti. Una vittoria per i diritti di tutti"
I files audio delle chiamate al 118 sono una prova del comportamento dei sanitari e, in quanto tali, costituiscono parte della documentazione medica, e possono essere utilizzati in caso di accertamenti di condotte di malpractice sanitaria. A riconoscerlo ora è anche il Tribunale di Torino, che si è espresso in favore della famiglia di una donna residente a Torino, ora deceduta.
La donna aveva accusato un malore mentre si trovava in compagnia del marito. Subito era stato allertato il personale medico attraverso il 118. Dopo diversi minuti, l'ambulanza non era ancora arrivata e la donna sembrava peggiorare, l'uomo, quindi, aveva richiamato più volte i sanitari, sollecitando un loro pronto intervento, visto il rapido peggioramento della situazione. Nonostante l'arrivo dei sanitari, la donna, purtroppo, è deceduta, verosimilmente per attacco cardiaco.
La vicenda meritava senz'altro un approfondimento, in particolare sulla tempestività dei soccorsi, anche perché i dati della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus, dimostrano che, in caso di infarto, per ogni 10 minuti di ritardo si registra un 3% addizionale di mortalità. Il marito della donna aveva, quindi, richiesto i files audio delle chiamate fatte al 118, per poter valutare la condotta del personale medico. A tale richiesta, però, si era visto rispondere con un brusco diniego immotivato e ingiustificato, ottenendo il solo rilascio della scheda di intervento del 118, che presentava anche un errore circa la data del soccorso.
L'uomo, quindi, si è rivolto all'Avvocato Gabriele Chiarini, esperto di malpractice sanitaria, che ha presentato al Tribunale di Torino una richiesta formale di tale documentazione.
"Il messaggio più importante che possiamo trarre da questa vicenda è un monito di correttezza, rivolto a tutte le Strutture Sanitarie, in particolar modo quelle pubbliche, che devono contribuire al buon andamento e all'imparzialità della Pubblica Amministrazione ai sensi dell'art. 97 della Costituzione – Commenta l'Avvocato Chiarini - Solo attraverso un dialogo leale e costruttivo tra tutti gli operatori coinvolti sarà possibile garantire un equilibrio sostenibile in un campo tanto delicato qual è quello della responsabilità sanitaria, gettando le basi per una nuova "alleanza terapeutica" tra medico e paziente."
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