Ansia e stress nuove voci di danno risarcibile?
Si sa che gli italiani sono sempre più un popolo di "stressati" e che se la causa dello stato d'ansia o stress dipende da fattori esterni sono pronti a ricorrere alla Giustizia per tentare di vedersi rimborsato il danno subito.
E così alcune recentissime decisioni della Corte di Cassazione sembra abbiano aperto una nuova frontiera per il risarcimento del danno da stress o da ansia.
Solo qualche giorno fa segnalavamo la sentenza della Suprema Corte che aveva confermato la condanna inflitta ad un comune dal Giudice di Pace di Palermo al pagamento di 200 euro per lo stress patito da una donna incinta che si era vista rimuovere l'autovettura illegittimamente a causa di un ausiliario del traffico.
Un'altra in materia lavoristica riguarda un dirigente condannato a pagare il danno per gli stati di ansia causati ai danni di una cancelliera sua sottoposta.
Altre decisioni analoghe si sono avute da parte delle Corti di merito che riguardano il cosiddetto "danno da vacanza rovinata" spesso fonte di lesioni economicamente valutate dai giudici, diverse dalle classiche categorie di danno.
Insomma, poiché si continuano ad evidenziare innumerevoli disparità di trattamento anche per casi analoghi relativamente alle categorie dei danni risarcibili e ritenendo pacifico che anche gli stati di ansia e stress siano possibili fonti di danno per chi li subisce, per Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale del "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori nonché fondatore dello "Sportello dei Diritti" è giunta l'ora che il legislatore faccia finalmente ordine in materia poiché anche la famosa sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione a Sezioni Unite 26972/2008 più che far chiarezza, ha rinnovato tutta una serie di interrogativi che continuano ad essere risolti caso per caso dalle singole corti di merito e persino dalla stessa Cassazione come evidenziano le decisioni successive.
Lecce, 3 aprile 2011
Giovanni D'AGATA
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