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mercoledì 25 giugno 2014

Violazione dei diritti umani. Clamore suscitato in Egitto per un articolo che elogia la strage di massa dei “bambini di strada”

Un cattedratico egiziano ha fatto un parallelo con il Brasile dei primi anni '90. Lo "Sportello dei Diritti": non sottovalutiamo queste assurde iniziative

Un professore universitario egiziano, Nassar Abdullah, ha pubblicato un articolo in corso di stampa in cui difende l'assassinio dei bambini abbandonati che vivono per le strade come avrebbero fatto le forze di sicurezza brasiliane nel 1990. Secondo la sua stima fino ad un milione di bambini potrebbero vivere per le strade in Egitto. Senza usare mezzi termini, per Abdullah, poeta e professore di morale e Filosofia politica presso l'Università di Sohag, la "soluzione" al problema dei bambini di strada in Egitto sarebbe quella di adottare la "Soluzione brasiliana".

"Negli anni 90 i bambini di strada delle principali città del Brasile sono passati da essere un fastidio perchè causavano terrore, commettere crimini come lo stupro, l'omicidio e la prostituzione mentre la situazione economica in Brasile era simile a quello attuale in Egitto", dice Abdullah nella sua rubrica, pubblicata venerdì scorso sul quotidiano Al Masry al Youm '. Abdullah ritiene che la riabilitazione di questi bambini di strada sia molto costoso ", dunque, ha ricordato che le forze di sicurezza brasiliane lanciarono una campagna per dare la caccia e uccidere i bambini come cani randagi."

"Questa dura soluzione ha permesso di pulire le strade delle principali città del Brasile dai bambini di strada. Questa è la lezione che tutti dovrebbero imparare dal caso del Brasile", conclude. L'articolo è apparentemente riferito al famigerato massacro di Candelária a Rio de Janeiro, alla vigilia del 23 luglio 1993 che ha creato scalpore locale e internazionale. L'incidente riguardò il massacro di otto bambini senza casa fuori la cattedrale Candelária da un gruppo di uomini, tra cui la polizia. Due degli uomini sono stati giudicati colpevoli e hanno ricevuto condanne severe per il loro crimine.

Migliaia di egiziani hanno criticato l'articolo sui social media invitando il giornale a ritirarlo. Nel momento drammatico che vive l'Egitto da alcuni anni, che ha determinato una grande instabilità politica ed una profonda crisi economica, sottovalutare tali tipi di "parallelismi" sarebbe erroneo oltrechè superficiale, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Ecco perchè è necessario che la comunità internazionale non abbassi mai la guardia e verifichi le condizioni dei diritti umani che alla luce di questi annunci appaiono messi a dura prova ed a rischio.

Lecce, 25 giugno 2014    


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