Fortunatamente, quello che viene spesso visto come un limite al sano sviluppo delle relazioni umane, in realtà porta con sé un potenziale non indifferente che, applicato all'argomento "welfare aziendale", sta conducendo a risultati decisamente apprezzabili.
Questa rivoluzione digitale del welfare amplifica esponenzialmente la connettività e la relazionalità tra tutte le figure coinvolte, riducendo le distanze tra chi fornisce un servizio e chi deve usufruirne.
In pratica, si tratta della realizzazione di un enorme e non localizzato "mercato", all'interno del quale, grazie a piattaforme web che ne riassumono gran parte dei servizi, è possibile mettersi in contatto con la struttura che maggiormente interessa il lavoratore/fruitore.
In questo modo si abbatte il muro, anche di pregiudizi, che da sempre caratterizza il rapporto tra datore di lavoro e operaio.
Non solo, queste piattaforme digitali di welfare aziendale, una tra tutte Jointly (www.jointly.pro) di cui avevamo parlato in un precedente articolo, rendono il lavoratore consapevole dei propri diritti e forniscono soluzioni reali a problemi che spesso vengono ignorati da chi dovrebbe garantire un ambiente di lavoro più confortevole.
Immaginiamo la vecchia trafila, spesso caratterizzata da interventi esterni, che prevedeva il doversi necessariamente affidare alla conoscenza, in senso più ampio, di qualcuno al di fuori dell'ambiente di lavoro vero e proprio, magari del sindacato.
Oggi, attraverso il web, è possibile creare più network che permettono al lavoratore di essere informato su diritti e servizi con un semplice click.
Il mondo sta cambiando rapidamente, ancor di più il mondo del lavoro. Per questo motivo il nostro Paese non può perdere l'occasione restando ancorato a vecchie modalità ormai vetuste.
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