Bagni alle poste e negli uffici aperti al pubblico per legge.
Code interminabili, file estenuanti per gli utenti. Ordinaria amministrazione nella pubblica amministrazione, alle poste ed in tanti uffici, anche privati, aperti al pubblico, ma che succede se un qualsiasi cittadino o addirittura anziano ed incontinente deve andare al bagno. Non succede nulla se non che se la deve fare letteralmente "addosso" se non vuole perdere la preziosissima posizione faticosamente guadagnata anche se ha il ticket con il numero di prenotazione in mano.
Anche stavolta sono semplici cittadini a portare l'attenzione di Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di IDV e fondatore dello "Sportello Dei Diritti", su problematiche quotidiane dell'utenza che sarebbero di semplice soluzione solo se il legislatore avesse guardato con più scrupolo agli ostacoli quotidiani che il cittadino è costretto ad affrontare.
Ed ecco che nasce da qui una proposta che potrebbe diventare legge se solo vi fosse volontà politica generale e non solo di Italia dei Valori per cercare di alleviare un problema che se potrebbe far scappare qualche sorriso ai più, certamente non fa ridere chi quotidianamente per le proprie incombenze o una volta al mese per ritirare la pensione è costretto a non poter usufruire di un servizio che è stato generalmente previsto per legge, per esempio, per tutte le attività di ristorazione.
Ed allora, perché non obbligare tutti gli uffici aperti al pubblico, a cominciare dalle poste, di dotarsi della toilette?
Lecce, 11 novembre 2010
Giovanni D'AGATA
Dipartimento Tematico Nazionale
"Tutela del Consumatore"
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