Una sentenza che, in virtu' del fatto che nel nostro Paese la prostituzione continua di fatto ad essere illegale, conferma il monumento giuridico all'ipocrisia su basi moralistiche. In Italia e' vietato l'adescamento e non la prostituzione di per se', anche se non c'e' modo di poter esercitare la stessa in un qualche luogo che non sia soggetto ai rigori della legge. Inoltre, non sono poche le amministrazioni locali che, con la scusa di divieto di fermata, intralcio al traffico et similia, usano queste norme del codice della strada per rimuovere la prostituzione per strada (ottenendo il solo spostamento in altri luoghi).
Oggi, con questa sentenza di Cassazione prendiamo atto -per l'ennesima volta- che anche la Suprema Corte ha adottato il metodo della creativita' -giudiziale in questo caso- per tirare qualche ragno dai buchi neri della nostra normativa in materia.
Proposte di legge per la legalizzazione della prostituzione ce ne sono da anni, ma sono sempre li'. Ognuno con le caratteristiche morali e culturali dei presentatori... fino a quelle che illusoriamente prevedono legalizzazioni di sole cooperative di venditrici e venditori di sesso... come se le coop non fossero business al pari di una holding di capitali... Ma senza entrare nello specifico, siamo qui per sottolineare come si continui a vivere in bilico su questo muro di ipocrisia perche', come in tutte le cose della vita, non si vuole scontentare qualcuno con una legge che modifichi l'attuale decrepito quadro normativo.
Ok, ci sentiamo alla prossima sentenza? Se poi qualche venditrice o venditore di sesso si arrabbia perche' deve pagare le tasse ma non puo' godere dei benefici come qualunque altro contribuente, ci trovera' al suo fianco. O forse qualcuno sta aspettando il cosiddetto LA (quello musicale) da parte di papa Bergoglio? Ci sta che arrivi, viste le performance inusuali e talvolta azzeccate (anche al di la' degli specifici principi di fede per cui vengono fatte) del capo della Chiesa cattolica romana... ma intanto?
1 - http://www.aduc.it/notizia/
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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www.CorrieredelWeb.it
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