Applicare le norme tecniche porta molti benefici a fronte di costi irrisori. La ricerca IRS lo dimostra attraverso l'analisi di tre settori produttivi, capisaldi del manifatturiero "Made in Italy"
Milano, 19 novembre 2016. Le imprese italiane hanno bisogno di una marcia in più per compensare i maggiori costi e gli oneri burocratici che zavorrano la loro concorrenzialità rispetto a chi opera in altri sistemi economico/amministrativi: una ricerca IRS – Istituto per la Ricerca Sociale mette in evidenza l'impatto economico, organizzativo e concorrenziale di uno strumento disponibile da quasi 100 anni ma non ancora adottato sistematicamente.
Si tratta delle norme tecniche consensuali (le cosiddette "norme UNI"), il cui uso può fare aumentare fino a un massimo del 14,1% il fatturato, investendo ogni anno al massimo lo 0,002% del fatturato stesso per l'acquisto e lo 0,007% per la formazione e/o consulenza necessarie al loro migliore utilizzo.
È quanto emerge da uno studio sui benefici economici della normazione, presentato ieri a Milano. La ricerca analizza in particolare tre settori: quello degli ascensori (dove la produzione non può prescindere dalla normazione tecnica, anche europea, e in Italia ne sono installati quasi 1.000.000), quello delle macchine utensili per la lavorazione dei metalli e quello dell'arredamento per case e uffici (entrambi caratterizzati da un fortissimo "Made in Italy").
Secondo Bruno Dente - consulente scientifico IRS – "la semplificazione da tutti richiesta a gran voce è una gara in salita, che rischia di scivolare nella totale deregolamentazione: da questa ricerca emerge che le imprese hanno bisogno di regole, purché siano, tecniche, volontarie e consensuali. Le regole infatti sono utili a condizione che siano semplici per gli utilizzatori e siano capaci di adattarsi ai mutamenti del mercato: le norme tecniche UNI soddisfano entrambe le condizioni".
Dallo studio IRS emergono prima di tutto le aree di benefici "qualitativi" derivanti dall'uso delle norme UNI delle quali sono comuni a tutti i settori interpellati:
· facilitazione del rispetto dei requisiti di sicurezza di legge (in particolare per gli ascensori: 96,6% di accordo),
· maggiore accesso ai mercati esteri (in particolare per l'arredamento: 83,9% di accordo),
· semplificazione dell'attività di impresa,
· riduzione del rischio di incidenti sia sul lavoro che per gli utilizzatori,
· influenza positiva sull'esito di eventuali contestazioni giudiziarie.
Sono inoltre riconosciuti come effetti positivi dell'uso delle norme UNI la riduzione dei costi per svolgere l'attività aziendale (78,4% solo per il settore ascensori), la maggiore competitività negli appalti pubblici (73% per le macchine utensili lavorazione metalli e per l'arredamento), la facilitazione della commercializzazione dei prodotti (70% in media per ascensori e macchine utensili lavorazione metalli), la maggiore competitività nelle commesse private (44% solo per l'arredamento).
Lo studio IRS evidenzia anche un ritorno significativo in termini "quantitativi" per gli utilizzatori delle norme UNI: rendere conformi alle norme i prodotti, i servizi e/o i processi aziendali genera un aumento del fatturato che le imprese del campione stimano da un minimo del 8% annuo per le macchine utensili, al 13,7% per l'arredamento, fino a un massimo del 14,1% per gli ascensori.
Dai benefici ai costi: le imprese dei 3 settori indagati in media utilizzano 9 norme strettamente settoriali e 7,8 extrasettoriali (ad esempio sulla sicurezza, sui sistemi di gestione per la qualità e l'ambiente…), il cui costo totale non arriva a 1.000 euro (da un minimo di 631 euro per l'arredamento a un massimo di 860 per gli ascensori) da ammortizzare in almeno 5 anni, frequenza con la quale le norme vengono aggiornate.
Considerato il fatturato medio delle aziende del campione (8,2 milioni per gli ascensori, 12,7 milioni per l'arredamento e 13,4 milioni per le macchine utensili) l'investimento annuo per l'acquisto delle norme UNI incide sul fatturato da un minimo dello 0,001% per arredamento e macchine utensili a un massimo dello 0,002% per gli ascensori.
Alla voce acquisto si può aggiungere poi quella per la consulenza e l'attività formativa per il migliore utilizzo delle nuove norme tecniche, che incide da un minimo dello 0,0045% per l'arredamento, allo 0,0048% per le macchine utensili, fino ad un massimo dello 0,007% per gli ascensori.
In sintesi, usare la normazione tecnica comporta per le imprese del campione un investimento pari allo 0,009% del fatturato annuo per il settore ascensori, allo 0,0055% per l'arredamento e allo 0,0058% per le macchine utensili per la lavorazione dei metalli.
Investire 1 euro nell'uso delle norme tecniche può generare fino a 3.000 euro di aumento del fatturato (arredamento), 2.000 (ascensori), 1.700 (macchine utensili), un rapporto costo/beneficio che dovrebbe stimolare le imprese a investire per migliorare prodotti e prestazioni.
Lo studio ha ulteriormente indagato quanto le imprese abbiano compreso l'importanza di partecipare all'attività delle commissioni tecniche UNI che definiscono i contenuti delle norme stesse, non limitandosi solo ad usarle: all'interno del campione lo fanno il 44,4% delle imprese del settore ascensori, il 24,3% di quelle del settore macchine utensili lavorazione metalli e il 10,9% del settore arredamento (che aumenta al 25% riferendoci solo alle imprese di produzione).
I vantaggi che ottengono riguardano prioritariamente la "conoscenza" - elemento determinante per i processi di innovazione e per la competitività in un sistema globalizzato ma caratterizzato dalla ineguale distribuzione di competenze e capacità – e sono:
· essere costantemente aggiornati sulle problematiche e le evoluzioni del settore,
· conoscere e confrontarsi con altri esperti,
· approfondire gli aspetti tecnici per garantire la qualità dei prodotti sono i principali.
Anche per questa tipologia di benefici è stato quantificato il costo: partecipare alle riunioni delle commissioni tecniche varia a seconda del settore da 1.150 euro/anno (macchine utensili lavorazione metalli) a 1.590 (arredamento), fino a 1.600 (ascensori).
L'incidenza di tale investimento sul fatturato annuo si mantiene su percentuali trascurabili: da un minimo dello 0,0085% (macchine utensili), allo 0,012% (arredamento), fino a un massimo dello 0,019% (ascensori) per avere la possibilità di concorrere a definire lo "stato dell'arte" dei propri prodotti, cioè quelle regole che poi il mercato chiederà loro di rispettare per essere competitivi.
Sergio Bassanetti – Viceprsidente UCIMU – ha commentato i dati della ricerca evidenziando come "le norme tecniche sono la spina dorsale del settore meccanico e grazie ad esse l'industria italiana è forte nei mercati in crescita (Asia) e nei settori a maggiore contenuto tecnologico (aerospazio, strumenti di precisione, automotive). Inoltre supporterà i processi più innovativi al servizio di Industria 4.0".
Sebastiano Cerullo – Vicedirettore FederlegnoArredo – "bisognerà portare la stessa sensibilità verso la normazione dei settori legno e arredo per ufficio anche al segmento dei mobili domestici, per aiutare il <bello e fatto bene> ad essere sempre più sicuro e durevole. Altri settori di prossimo impegno della Federazione saranno quelli della qualificazione delle professioni (montatori e posatori di tende, pavimenti, etc…carpentieri in legno…) e delle specifiche di prodotto e prestazioni della case in legno".
Per Erica Melloni - Direttore Area Politiche Amministrative e Istituzionali IRS – "le ipotesi di partenza della ricerca sono state ampiamente confermate: l'uso delle norme tecniche genera più benefici che costi (strumento efficace), che si estendono anche alla comunità nel suo complesso lasciando margini di libertà nel processo di adeguamento (strumento efficiente)".
In chiusura il Presidente Piero Torretta ha ricordato che "la normazione è uno strumento di dialogo, una modalità per intendersi e fare circolare liberamente le merci. E' importante che ai processi di normazione partecipino anche le parti più <deboli> come consumatori, sindacati e ambientalisti per avere la piena rappresentatività degli interessi in gioco e quindi il livello di consenso che caratterizza - e rende infinitamente più preziose – le norme tecniche condivise rispetto agli standard privati e/o proprietari".
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