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martedì 18 luglio 2017

LA POLITICA ITALIANA PERPETRA PRIVILEGI INCOSTITUZIONALI PER INTERESSI DI PARTE NEL PROVVEDIMENTO PER LA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO, UN COMMA PER EVITARE LE TASSE


Benefici fiscali non solo alle cooperative agrarie, ma anche a tutte le società in cui i consorzi agrari abbiano una maggioranza. Una politica subdola, meschina, che legittima un privilegio per pochi inserendo clandestinamente un emendamento all'interno di una norma che ha obiettivi utili e ben diversi, ovvero favorire lo sviluppo nel Mezzogiorno. Il riferimento va alla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 giugno 2017 e al decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno. Il provvedimento, trasmesso al Senato per la conversione con il relativo disegno di legge (S. 2860) sono ora all'esame della Commissione Bilancio del Senato. Stanno in altre parole per essere approvati.

I "perché" sono ovviamente da ricercarsi nelle lobby, negli interessi di parte, negli ingiusti privilegi partitici. Nel 2010 è stato il Governo di centro-destra a dare ai Consorzi agrari lo stato di cooperativa a mutualità prevalente, sebbene non avessero i requisiti stabiliti dal Codice Civile. Tra i requisiti previsti, ovviamente impunemente ignorati, c'è quello di svolgere la propria attività prevalentemente a vantaggio dei soci e, ancora, l'obbligo di depositare i bilanci per dimostrare il rispetto di determinate limitazioni previste dalla legge. La mutualità prevalente garantisce vantaggi di natura fiscale, ammessi dal sistema costituzionale italiano proprio in ragione dell'attività mutualistica che le società cooperative dovrebbero svolgere per loro stessa natura. A differenza delle società di persone o di capitali, che operano per generare utili, le società cooperative dovrebbero infatti agire unicamente allo scopo di assicurare ai soci lavoro, o beni di consumo, o servizi, a condizioni migliori di quelle che otterrebbero dal libero mercato. Peccato che le cooperative agrarie facciano anche altro.

A questa beffa del 2010 sta per aggiungersene un'altra. Il Governo di centro- sinistra sta infatti in questi giorni estendendo la mutualità prevalente e annessi privilegi fiscali dai consorzi agrari alle società da loro controllate.  Un ignobile obbrobrio legislativo che non solo va contro i dettami costituzionali, ma crea dei vantaggi parziali inammissibili all'interno di una categoria già pesantemente in crisi come quella agraria, esponendo le aziende agrarie non protette politicamente ad un ulteriore sbilanciamento che si somma alla concorrenza internazionale e al calo dei consumi.

"Un assurdo reso inqualificabile dalle evidenti conseguenze che l'approvazione di questo emendamento avrà su tutte le famiglie. L'estensione di tali agevolazioni fiscali cadrà infatti sugli italiani per i vincoli di bilancio che lo Stato deve rispettare" tuona Fabio Manara, Presidente della Federazione Nazionale delle rivendite agricole Compag, attivo e presente nei tavoli di discussione di vari Ministeri tra cui il Ministero delle Politiche Agricole, il Ministero della Salute, quello dell'Ambiente e quello dello Sviluppo Economico per dare voce alle minoranze indipendenti del comparto agricolo. "Una mossa atta a favorire quei consorzi agrari che da anni conducono un'attività in continua perdita a causa della malsana gestione dettata da logiche politiche piuttosto che dalle regole della buona conduzione aziendale, logiche che nella politica cercano gli appoggi per poter sopperire alle proprie carenza manageriali" chiude Manara.

A pagare ancora una volta non sarà la politica, ma le aziende sane chiamate a pagare tasse a strozzo in un contesto di concorrenza sleale, e le famiglie, agonizzante risorsa che copre da sempre i buchi di bilancio pubblico creati per decenni da un sistema politico inadeguato e dedito più al proprio interesse che a battersi per l'equità sociale e per creare una struttura economica basata su una sana e libera concorrenza, regolata da leggi giuste che favoriscano la crescita e lo sviluppo.  


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