Chi esprime giudizi offensivi sui figli oppure si rivolge ad un padre dicendogli "stai attento all'educazione di tuo figlio" commete reato di ingiuria.
Secondo la Cassazione, (sentenza n. 23979/2010 della quinta sezione penale) mai mettere in dubbio il ruolo dei genitori.
In particolare, non vi è dubbio "che l'autorevolezza nell'espletamento del ruolo genitoriale faccia parte di quel bagaglio di qualita' che, nell'apprezzamento dei consociati, contribuisce all'onore e al decoro di una persona: sicche' la denigrazione di tale aspetto della personalita' costituisce un'offesa penalmente rilevante".
Una simile offesa va punita in base all'art. 594 del codice penale. Con questa motivazione la Corte ha confermato una condanna inflitta dai giudici di merito ad una coppia che aveva espresso giudizi negativi sul figlio di un vicino di casa. La coppia gli aveva dato del drogato ed aveva scriditato l'autorevolezza del padre nell'educazione del proprio figlio. Condannati dai giudici di merito i due imputati si sono rivolti alla suprema Corte affermando che nel caso poteva solo ravvisarsi solo un'offesa al figlio e non certo al padre. La Corte ha respinto il ricorso sottolineando che "la menzione fatta da entrambi gli imputati a uno stato di tossicodipendenza del figlio" ha avuto "efficacia lesiva dell'autorevolezza" nel suo ruolo genitoriale, "nonche' dell'onore e del decoro suo e della sua famiglia recante in se una situazione spregievole quanto meno dal punto di vista sociale".
Secondo il parere di Giovanni D'AGATA non vi è dubbio che l'autorevolezza nell'espletamento del ruolo genitoriale faccia parte di quel bagaglio di qualità che, nell'apprezzamento dei consociati, contribuisce all'onore e al decoro di una persona: sicché la denigrazione di tale aspetto della personalità costituisce un'offesa penalmente rilevante sotto il profilo di cui all'articolo 594 c.p
Lecce, 23 giugno 2010
Giovanni D'Agata Componente del dipartimento Nazionale " TUTELA DEL CONSUMATORE " di Italia Dei Valori.
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