Giro di vite della Cassazione: dire "sporco negro" è un'aggravante della discriminazione dell'odio razziale.
Per la Cassazione l'espressione "sporco negro" pronunciata da un italiano mentre aggredisce persone di colore è un'aggravante della discriminazione dell'odio razziale.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione penale che con la sentenza n. 28682 della sezione Seconda, del 21-07-2010 ha dichiarato configurabile l'aggravante della discriminazione dell'odio razziale nell'espressione "sporco negro", dal momento che tale aggravante è ravvisabile quando essa si rapporti , nell'accezione corrente, al pregiudizio manifesto di inferiorità di una sola razza, mentre non ha rilievo la mozione oggettiva dell'agente né è necessario che la condotta incriminata sia destinata o, quanto meno, potenzialmente idonea a rendere percepibile all'esterno ed a suscitare il riprovevole sentimento o, comunque , il pericolo di comportamenti discriminatori o di atti emulatori, giacché essa varrebbe ad escludere l'aggravante in questione in tutti i casi in cui l'azione lesiva si svolga in assenza di terze persone. (Nella specie la SC ha riconosciuto la sussistenza dell'aggravante in un caso di rapina, nel quale la pretesa del denaro era collegata alla ragione discriminatoria.)
Secondo Giovanni D'Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori, uno stretto giro di vite al razzismo, visto che gli 'ermellini', mettono nero su bianco che ''il riferimento, gratuito con questa parola al pigmento dell'offeso, assume aggravante del significato intrinsecamente discriminatorio e razziale, solo che si rilevi che quasi ogni domenica negli stadi di questo paese talune tifoserie apostrofano con la parola negro il giocatore avversario, per non dire di cartelli esposti all'esterno di pubblici locali di talune citta'''.
Lecce, 23 luglio 2010
Giovanni D'Agata Componente del dipartimento Nazionale " TUTELA DEL CONSUMATORE " di Italia Dei Valori.
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