mai pensato ad una cosa del genere: lo spirito era -ed e'. per quanto ci riguarda- quello di patrimonio dell'Umanita' (Unesco o meno, che sia), cioe' bellezza e memoria, simboli di una storia che ci appartiene al di la' degli orribili confini che ancora sussistono, memento della possibile e potenziale eternita' del nostro patrimonio pacifico, comunitario, mondiale.
Certamente la manutenzione di questi simboli ha un costo, ma il ritorno che ogni amministrazione ne ha come calamita di turisti e studiosi, ha sempre ampiamente compensato i costi. Diverso e' se questo compenso debba essere diretto, cioe' la tassa sul panorama.
Augurandoci che la questione finisca tra un'alba e un tramonto, siamo preoccupati su come potranno leggere questi consigli comunitari i nostri amministratori locali (piu' che quelli nazionali), assetati di imposte, senza ritegno e logiche: vediamo gia' il Sindaco romano vagheggiare sul Colosseo, quello fiorentino su Ponte Vecchio (Sindaco che nei giorni scorsi -spalleggiato dal ministro nazionale dei Beni Culturali- ha gia' cominciato a parlare di numeri chiusi per quel Ponte Vecchio che anche i nazisti, quando in fuga fecero saltare tutti i ponti di Firenze durante la seconda guerra mondiale -1944-, decisero di risparmiare... non certo pensando alle imposte future ma -a loro modo- all'umanita'), e cosi' via per ogni citta' italiana, che' non ce n'e' una che non abbia una storia e una bellezza di arte, architettura e urbanistica.
Dalla curvatura del cetriolo alla tassa sul panorama, il passo e' breve... anche se apparentemente illogico e ridicolo e preoccupante. Teniamo ben alzate le antenne. Il nostro anelito agli Stati Uniti d'Europa passa anche attraverso queste nostre vigilanze e denunce.
(1) http://www.aduc.it/notizia/
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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