Firenze, 17 settembre 2014. Un parere dell'Antitrust che e' giunto in commissione attivita' produttive della Camera, ha indotto il presidente della commissione stessa a bloccare l'avvio dell'esame degli emendamenti dei vari progetti di legge sugli orari dei negozi, progetti che, contro l'attuale normativa, intendono ripristinare il controllo da parte delle amministrazioni e dello Stato (1). Al momento, quindi, i deputati discuteranno su questo 'blocco' da parte dell'Autorita' garante della concorrenza e del mercato.
Questo 'blocco' dell'Antitrust e' a nostro avviso importante e benvenuto, perche' mette in evidenza come il progetto di legge unitario che dovrebbe scaturire dai lavori della commissione sia contro la concorrenza e in violazione della normativa dell'Unione Europea.
Inoltre, c'e' da considerare che dallo scorso 1 luglio l'Italia ha la presidenza di turno semestrale del Consiglio Europeo, cioe' deve coordinare le politiche economiche generali dei Paesi membri. Per cui la molto probabile modifica dell'attuale legislazione sugli orari dei negozi, a vantaggio di un ritorno che la nostra massima autorita' in materia di Antitrust definisce in violazione della normativa Ue, ci fa venire in mente una semplice domanda: ma di quale Europa si parla nelle stanze dei bottoni del nostro Paese? Di quella protezionista o di quella liberista? Quando sentiamo i nostri governanti che dicono di voler cambiare l'Italia e l'Europa, in che senso lo intendono? Forse -nella fattispecie- rafforzando i poteri della amministrazioni locali contro le liberta' dei mercati e dei consumatori?
A noi ci vengono i brividi al solo pensiero di un'Italia e un'Europa in tal senso, anche perche' l'abbiamo vissuta fino ad oggi e, soprattutto per l'Italia, tutte le volte che il nostro Paese non ha dato ascolto e rispetto alle normative Ue, e' sempre stato a suo svantaggio. Preme ricordare che se oggi in Italia c'e' un mercato, per esempio, delle tlc, dove i prezzi sono crollati, e i consumatori e utenti hanno piu' diritti e liberta' in tutti i settori, lo si deve solo all'obbligo di recepimento nel nostro Paese delle direttive comunitarie.
Facciamo fiducia a quei deputati che nella commissione attivita' produttive della Camera, vorranno ricordare il collocamento del nostro Paese, gli impegni che ha preso e, soprattutto, i vantaggi che l'attuale normativa sugli orari dei negozi ha gia' portato li' dove e' riuscita non farsi violare da amministrazioni locali bramose di controllare i propri sudditi.
(1)
http://www.aduc.it/notizia/restrizione+orari+negozi+antitrust+blocca+iter_130114.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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