Lavori usuranti, in pensione prima. Una legge che va migliorata poichè rischia di creare disuguaglianze anche tra chi opera in una medesima azienda
Lavori usuranti, dal 2011 scatta la possibilità di andare in pensione con tre anni d'anticipo. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'11 maggio scorso e chiarisce modalità e scadenze per poter ottenere la pensione con tre anni d'anticipo rispetto ai limite dell'età pensionabile.
Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che consente il pensionamento anticipato per chi ha svolto attività usurante o lavoro notturno. Attenzione, però, per presentare le domande occorre attendere il provvedimento attuativo che deve essere emanato dai ministeri del Lavoro e dell'Economia.
La novità interessa la pensione di anzianità dunque serve sempre avere maturato 35 anni di contributi, mentre non sarà indispensabile avere l'età prevista per gli altri lavoratori.
La pensione anticipata potrà essere richiesta da:
- lavoratori che svolgono attività definite "particolarmente usuranti" quali lavori in galleria, nelle cave, ad alte temperature, lavorazione del vetro;
- addetti al lavoro notturno con almeno 64 notti l'anno, o con almeno tre ore di lavoro tra mezzanotte e le 5 del mattino per tutto l'arco dell'anno;
- addetti alla catena di montaggio che, nell'ambito di un processo produttivo in serie, svolgano lavori caratterizzati dalla ripetizione costante dello stesso ciclo lavorativo su parti staccate di un prodotto finale;
- conducenti di veicoli pesanti adibiti a servizi pubblici di trasporto di persone.
Per godere dell'anticipo della pensione è necessario che le attività usuranti vengano svolte al momento dell'accesso al pensionamento e che siano state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 di qui fino al 31 dicembre 2017. A partire dal 2018, invece, per il pensionamento anticipato bisognerà aver effettuato lavori usuranti per metà della vita lavorativa.
Da quando si ha diritto alla pensione? Dal 2011 può lasciare chi ha 57 anni di età, a patto di avere almeno 37 anni di contributi. E' previsto, infatti, il diritto a lasciare con un'età inferiore di tre anni rispetto a quella richiesta per il resto dei lavoratori dipendenti (60 anni) e con una "quota", ossia con la somma di età anagrafica e contributi, ridotta di due punti, vale a dire pari a 94, contro quota 96 prevista per gli altrui dipendenti.
Dal 2013, poi, l'accesso alla pensione è consentito con un'età anagrafica di tre anni inferiore a quella prevista, vale a dire 58 anni, e tre punti in meno se si considera la quota tra età e anni di contribuzione, ossia 94 invece di 97.
Le richieste potranno essere fatte appena sarà varato il decreto attuativo. Ma già ora ci sono delle indicazione, ovvero domande da inviare entro il 30 settembre al ente pensionistico, per chi matura i requisiti entro il 2011. Dal prossimo anno domande entro il 30 marzo.
Secondo Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale del "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori nonché fondatore dello "Sportello dei Diritti" una legge che rischia di creare disuguaglianze tra chi opera in una medesima azienda.
Infatti in alcuni casi potremmo trovare, nella medesima azienda operai addetti a lavorazioni diverse ma che operano su tre turni che potrebbero ottenere i benefici dei lavori usuranti a differenza di loro colleghi ma che operano solo sui due turni classici e che per questo sarebbero esclusi dai benefici anche se operano, oggettivamente, in condizioni di lavoro più pesante.
Lecce, 04 giugno 2011
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