Sono questi i principali temi contenuti nelle proposte di emendamento al Milleproroghe e ribaditi dall'ANCI, mentre il provvedimento ha ripreso il suo iter nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.
''L'ANCI ritiene – si legge in una nota - che occorra escludere la possibilita' di applicare il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo nel caso in cui la certificazione del saldo finanziario in termini di competenza mista sia trasmessa con un ritardo non superiore a sessanta giorni dal termine stabilito per l'approvazione del conto consuntivo. Ritiene inoltre che debba essere abrogata la sanzione che prevede il blocco delle assunzioni di personale, compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, nel caso di mancato rispetto dei tempi medi di pagamento''.
Proroghe ulteriori sono richieste inoltre ''per la definizione degli obiettivi del Patto di stabilita' interno e per l'adozione del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, che ridefinisce gli obiettivi del Patto di stabilita' interno degli enti locali. L'Associazione poi continua a chiedere ''l'inapplicabilita' delle sanzioni a carico delle Citta' metropolitane nel caso di sforamento del Patto di stabilita' interno nell'anno 2014 da parte delle ex Province''.
La proroga degli sfratti e' richiesta anche ''tenuto conto dei tempi non brevi di erogazione delle risorse stanziate dal Ministero delle Infrastrutture per fronteggiare le situazioni interessate dalla mancata proroga''.
L'ANCI chiede poi ''di prevedere una proroga dei tempi per le procedure relative allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi al fine di concedere agli enti territoriali interessati un tempo adeguato a svolgere i necessari approfondimenti per la messa in sicurezza i rifiuti nucleari del nostro Paese''.
Infine, le disposizioni sulla centralizzazione dell'acquisto di beni e servizi: ''L'ANCI condivide pienamente il principio sotteso al risparmio della spesa pubblica e la necessita' di ridurre le numerose stazioni appaltanti ad oggi esistenti – si legge nella nota - tuttavia si esprime la forte preoccupazione dei Comuni per le difficolta' amministrative legate ai processi di aggregazione, in particolare dei Comuni non capoluogo di provincia che potrebbero determinare – in alcuni casi si sta gia' verificando - uno stato di paralisi del mercato. Nello specifico si fa riferimento alla problematica maggiormente sentita di non consentire ai comuni fino a 10.000 abitanti, acquisti in autonomia, per importi al di sotto di 40.000 euro, nonche' agli interventi di somma urgenza.
In taluni casi e per importi limitati – rimarca l'Associazione - e' notevolmente piu' economico e rapido rivolgersi a fornitori che prestano la loro attivita' nei pressi del territorio comunale che non ricorrere a Consip. Per fare alcuni esempi: la rottura del vetro di una scuola; le spese dei piccoli mezzi per la raccolta rifiuti; le spese del pulmino della scuolabus. In tali casi la norma vigente non consente al Comune di poter immediatamente intervenire, ma deve attendere la procedura che dovra' svolgere la Centrale Unica di committenza. Generando cosi' – conclude la nota - un'eccessiva burocratizzazione, in contrasto con l'auspicato principio di semplificazione di cui ha necessita' il nostro Paese.
Roma, 5 Febbraio 2015
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