REGIONE TOSCANA E RIORDINO DELLE PROVINCE
AREE PROTETTE E BIODIVERSITA' ANCORA UNA VOLTA FANALINO DI CODA, RIMANGONO AFFIDATE ALLE PROVINCE, ENTI DAL FUTURO DEL TUTTO INCERTO
LEGAMBIENTE, LIPU E WWF SCRIVONO AL PRESIDENTE ROSSI PER CHIEDERE CHE AREE PROTETTE E BIODIVERSITA' SIANO RICOMPRESE NELLE MATERIE DA TRASFERIRSI ALLA REGIONE
La Regione Toscana sta chiudendo il percorso di riordino delle Province, che comprende in particolare la definizione di quali materie passeranno da questi Enti, dotati di sempre minori risorse e dal futuro del tutto incerto, ad altri Enti istituzionali.
Una ampia serie di materie sarà trasferita direttamente alla Regione, scelta importante per permettere una gestione unitaria e con adeguate competenze di materie complesse come quelle inerenti territorio e ambiente.
Fra queste materie trasferite alla Regione non figurano però nell'attuale proposta di legge le aree protette e la biodiversità, che rimarrebbero di competenza delle Province.
Per Legambiente, LIPU e WWF si tratta di una scelta sbagliata e incomprensibile.
Come si può pensare che Enti sempre più svuotati di risorse e di prospettive possano adeguatamente assolvere un compito complesso e di pubblico interesse come la gestione delle aree protette e la salvaguardia della biodiversità? Con questa scelta sembra che la Regione Toscana consideri biodiversità e aree protette come questioni di serie "B", separate e secondarie rispetto alle altre politiche di gestione delle risorse ambientali (foreste, difesa del suolo, agricoltura, caccia e pesca, ecc.) delle quali si è invece assunta la competenza.
Legambiente, LIPU e WWF hanno per questo scritto una lettera al Presidente Rossi, invitandolo a modificare l'attuale testo normativo sul riordino istituzionale, in modo da ricomprendere anche aree protette e biodiversità fra le materie di competenza regionale.
E' questa l'unica scelta che può permettere di assolvere in modo efficace ad un compito complesso come quello della tutela ambientale, compito che potrà essere adeguatamente svolto solo se guidato da una regia unica e forte e solo se verranno messe in connessione e collaborazione tutte le risorse umane e materiali che ad oggi sono state finalizzate a queste tematiche sia a livello di uffici regionali che di uffici provinciali e che in un futuro potrebbero creare una struttura unica e coordinata di lavoro.
Biodiversità e aree protette non possono e non devono – concludono le Associazioni – essere abbandonate su un binario che rischia di essere un binario morto, bensì devono essere elemento centrale delle politiche territoriali e ambientali e come tali ad esse vanno dedicate adeguate risorse e una adeguata ed efficace struttura organizzativo-gestionale, che non può prescindere nell'attuale riordino da un passaggio diretto di queste materia alla competenza regionale.
Firenze, 17 Febbraio 2015
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