"E' indubbio – ha affermato Fassino – che le aree di cui si parla oggi debbano essere recuperate, magari utilizzandole per impianti di energia rinnovabile, come fotovoltaico o solare. Ma una delle azioni principali da mettere in atto riguarda il loro decoro e la loro pulizia. Per far questo serve perciò che nel Ddl sul riordino del suolo vengano inserite norme che dicano con chiarezza a chi spetta l'onere di pulire tali zone e come procedere per tenerle in sicurezza. Senza questi accorgimenti – ha sottolineato – il rischio è che dopo sei mesi l'area in questione torni nel degrado e nel disuso vanificando lavoro e impegno".
Per quanto riguarda l'impegno che i Comuni possono mettere in campo, il presidente ANCI ha annunciato alla platea intervenuta "la promozione a livello locale di quanto la Cassa dei geometri ci presenta oggi per stimolare i Comuni stessi a perseguire la strada del recupero delle zone di loro competenza che sono tantissime, pari se non superiore a quella dello Stato: si pensi che solo a Torino parliamo di 3500 strade con relative aree residuali". Inoltre "potrebbe essere percorribile la strada di singoli protocolli con le Regioni – ha concluso il Presidente Fassino - per capire dove e come intervenire".
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