Dal lavoro di ricerca condotto, emergono dieci proposte normative e soluzioni manageriali sui ritardi dei tempi medi di pagamento che sono: non fallibilità per PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (con una relativa modifica della Legge Fallimentare), sospensione fiscale per le PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento, da Acconti Irpef, IRES, IRAP; esenzione da verifica DURC con fissazione soglia per gli importi inferiori a 10 mila euro a carico delle PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento; intervento Normativo per PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento, che preveda il raddoppio dei termini per il rateizzo di debiti tributari iscritti a ruolo (240 mesi – raddoppio dei termini da 10 anni a 20 anni) – Patto con Equitalia e INPS; istituzione di un Fondo Nazionale di garanzia che supporti finanziariamente PMI affetta da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (con Cassa Depositi e Prestiti e CCIAA); emissione di Titoli di Stato che supportino finanziariamente PMI affetta da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (Cassa Depositi e Prestiti ); baratto/transazioni con monete complementari per le PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento (esperienza inglese del Comune di Bristol); estensione normativa del JOB ACT per PMI affette da ritardi dei Tempi Medi di Pagamento; "Prompt Payment Act" Italiano – Codice etico per le PMI che aderiscono volontariamente obbligandosi a "pagamenti liquidabili responsabilmente" nei 30 giorni dall'emissione delle fatture e l'accordo con Equitalia e Inps (attraverso un intervento normativo) prevedendo il raddoppio dei termini per il rateizzo previdenziale, tributario, esattoriale con sospensione coattiva dei recuperi erariali.
Ad aprire il congresso sono stati i saluti del Presidente Nazionale di Confapi Maurizio Casasco e la relazione del Presidente Giovani Imprenditori Confapi Angelo Bruscino. Seguiranno nella mattinata gli interventi del Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Economia e delle Finanze Enrico Zanetti e del Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo Antonio Tajani, moderati dal Vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano.
"Fino a quando le imprese- dichiara Angelo Bruscino - potranno fare da banca allo Stato sottraendo così risorse alla ricerca e all'innovazione di processi e di prodotti? In Italia sono ancora migliaia le aziende che quest'anno falliranno a causa di crediti non pagati nonostante le evoluzioni normative, l'obbligo europeo ed il continuo richiamo a normalizzare nel nostro paese sul tema dei tempi di pagamento, la situazione resta gravissima. In questi anni di crisi - continua Bruscino - al danno spesso si è aggiunta anche la beffa subita da moltissime PMI "morire di credito", i mancati pagamenti per beni e servizi resi, sono tra i tanti problemi quelli che contribuiscono a scoraggiare fortemente la ripresa nello Stivale. Molte imprese si ritrovano schiacciate tra il credit crunch e tra clienti che non pagano generando così una spirale che si ripercuote sui fornitori ed i dipendenti.
I giovani imprenditori, che più degli altri sentono l'esigenza ed il bisogno di normalizzare l'eco-sistema di questo paese, il prossimo 11 dicembre affideranno al governo, all'Europa ed al Parlamento le loro proposte per attivare 10 pratiche, immediate e possibili soluzioni. Chiediamo che ci venga riconosciuto, come operatori economici di questo paese, il diritto di costruire imprese che abbiano la possibilità di crescere in un'Italia che agevoli ed incoraggi i suoi migliori talenti e che ci chieda di competere alla pari con il resto del Mondo, per questo abbiamo scelto la proposta alla protesta, perché noi crediamo ancora che qui sia possibile realizzare il nostro domani, non andiamo via, restiamo e costruiamo qui i nostri sogni, le nostre PMI perché un'Italia senza i suoi giovani imprenditori è un paese più povero e senza futuro".
Nel pomeriggio interverranno sono previsti gli interventi del Componente Commissione Industria della Camera dei Deputati Leonardo Impegno, il Componente Commissione Bilancio della Camera dei Deputati Giovanni Palladino della Vice Presidente Nazionale Giovani Imprenditori Confapi Valeria Barletta e del Consigliere Api Lecco Guido Bonaiti.
Segue la relazione di apertura del Presidente Angelo Bruscino
Un altro anno è passato e non è facile guardarsi indietro perché oggi il nostro sguardo è quello dei sopravvissuti. Anche in questo 2015 la lista delle PMI fallite si è allungata di circa 53 imprese al giorno che si aggiungono alle 80.000 degli ultimi sette anni di crisi che hanno profondamente segnato il nostro Paese.
Una fotografia di uomini e donne di questa Italia che hanno visto spegnersi la loro possibilità di futuro, di uno Stato che ha letteralmente bruciato un immenso capitale di creatività, innovazione, lavoro, spesso a causa delle sue storture ed ingiustizie.
Potremmo elencare migliaia di questioni ancora aperte, dalla burocrazia inefficiente, dai tempi di definizione di un giudizio, dall'assenza di servizi essenziali in molte aree del Paese. Ma la più odiosa ed ipocrita delle condizioni che hanno condannato migliaia di persone e di aziende al fallimento è senza dubbio l'incapacità della Pubblica Amministrazione e delle società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato di onorare i propri debiti, per una cifra mostruosa che si ipotizza superi i 70 miliardi di euro.
A nulla o a poco sono servite nel corso di questi anni le richieste, gli appelli, la disperazione di chi chiedeva uno Stato più giusto ad un'Italia che sa sempre prendere e mai dare, che ti obbliga all'assurdo regime fiscale che pone a nostro carico una tassazione insostenibile, senza poi onorare le sue stesse regole.
Se quest'anno sarà ricordato come quello in cui finalmente sembra essere ritornato un segno più (di uno zero virgola) alla crescita del Pil, noi Giovani Imprenditori di Confapi continueremo a pensare di vivere in un Paese schizofrenico, dove si continua a caricare sulle nostre spalle il peso insopportabile ed opprimente di chi sa usarti solo come cassa.
Per queste ragioni, per la nostra natura di Giovani, per il nostro background imprenditoriale che ci pone sempre davanti ad un problema con un'azione ed una proposta per risolverlo, abbiamo deciso di condividere questo momento per affidare al Governo, all'Europa ed al Parlamento 10 punti utili alle PMI per risolvere i ritardi dei tempi medi di pagamento.
Dal lavoro di ricerca condotto dal professor Esposito per i Giovani Imprenditori di Confapi emergono alcune proposte normative che qui elenchiamo :
Non fallibilità per PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento (Modifica della Legge Fallimentare);
Sospensione fiscale per PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento dal II Acconto Irpef, IRES, IRAP;
Esenzione da verifica DURC con fissazione soglia per gli importi inferiori a 10.000,00 euro (al pari dell'esenzione da verifica fiscale Equitalia) per le PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento;
Intervento normativo per PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento, che preveda il raddoppio dei termini per il rateizzo di debiti tributari iscritti a ruolo (240 mesi – raddoppio dei termini da 10 anni a 20 anni) – Patto con Equitalia e INPS;
Istituzione di un Fondo Nazionale di garanzia che supporti finanziariamente le PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento (con Cassa Depositi e Prestiti e CCIAA);
Emissione di Titoli di Stato che supportino finanziariamente le PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento (Cassa Depositi e Prestiti );
Baratto/transazioni, con monete complementari per le PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento (esperienza inglese del Comune di Bristol);
Estensione normativa del JOBS ACT per PMI affette da ritardi dei tempi medi di pagamento;
"Prompt Payment Act" Italiano – Codice etico per le PMI "pagamenti responsabili" nei 30 giorni dall'emissione delle fatture;
Accordo con Equitalia e Inps (attraverso intervento normativo) richiedendo il raddoppio dei termini per il rateizzo previdenziale, tributario, esattoriale con sospensione coattiva dei recuperi erariali.
Queste idee, che siamo pronti a supportare sotto il profilo tecnico in qualsiasi sede, sono una risposta a quella che prima di tutto consideriamo una condizione di normalità necessaria alla sopravvivenza del nostro sistema economico.
Il recupero di quote di crescita non si deve contare solo nei numeri, ma nella ritrovata fiducia in un Paese che sa assolvere il suo compito di regolatore giusto del mercato, di cliente e fornitore onesto e non di predatore onnivoro di imprese, uomini, donne e speranze.
Molte aziende oggi basano la loro costruzione, la loro nascita, il loro spirito sulla fiducia che il nostro sistema sa infondere loro e non c'è nulla che dia maggior sicurezza di chi sa onorare i propri debiti.
Se non vogliamo perdere altre opportunità, altro domani, altri cervelli, altri straordinari ragazzi dobbiamo fare tutti la nostra parte: noi che abbiamo deciso di restare ed investire sogni, vita e denaro in Italia sentiamo di fare nostra ogni giorno la sfida per un domani di crescita.
Se ci riflettete non chiediamo nulla se non la possibilità di considerarci figli di un'Italia degna del suo ruolo, della sua storia ed in definitiva degna anche di noi.
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