"Ci sono sindaci e Comuni che sarebbero disponibili ed interessati a contribuire– ha fatto notare il delegato ANCI - ma nella mancata o inadeguata risposta a livello regionale trovano un ostacolo forte a rinnovare ed organizzare il sistema nel suo complesso".
Lo stesso delegato ANCI ha auspicato una migliore definizione delle competenze per gli interventi sovracomunali, che rappresentano il maggior numero delle emergenze. "Serve una definizione più coordinata delle responsabilità e delle attività, perché se le procedure di intervento non sono chiare c'è il rischio di situazioni non coordinate e quindi disarmoniche".
Altro tema segnalato dall'ANCI attraverso il suo delegato è quello delle risorse. "Dal 2001 al 2010, le risorse dirette dallo Stato alle Regioni in materia di protezione civile sono state oltre un miliardo di euro, ma ora queste risorse non ci sono più", ha segnalato Valentini. "Se si vuole che il sistema protezione civile sia organizzato, soprattutto in un momento in cui i Comuni sono costretti a ridurre la spesa per il personale, occorre che la legge espliciti il riferimento alle risorse finanziarie di sostegno per il livello locale".
Il delegato ANCI ha altresì messo in guardia contro il pericolo che la riforma di sistema, una volta approvata, abbia dei ritardi applicativi. "Chiediamo che Parlamento e governo siano rapidi nell'approvarla, perché questo Paese non può essere gestito con la logica dell'emergenza. Ma non ci chiamino all'ultimo momento perché i sindaci, veri presidi del territorio, sono disposti a fornire indicazioni operative sin da subito", ha ammonito il sindaco senese.
Infine, l'Associazione ha ribadito l'importanza che il ruolo di autorità nazionale di protezione civile resti al Presidente del Consiglio: "Una regia governativa unica – ha chiosato Valentini - sarebbe in grado di garantire la necessaria trasversalità a tutti gli interventi sui territori".
Roma, 15 Giugno 2016
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