Anche le specie animali selvatiche protette potranno essere adeguatamente difese nel codice penale grazie al nuovo disegno di legge presentato a Palazzo Madama da 12 senatori del centrosinistra e del centrodestra, primo firmatario il Senatore Sollo (co-relatore del ddl sui reati ambientali), su proposta del WWF, con il quale si intende punire con pene severe simili a quelle previste per i delitti, chi cattura, detiene, maltratta o uccide esemplari di specie selvatiche protette.
Tra i firmatari: la presidente dl Gruppo Misto del Senato Loredana De Petris (SEL), Monica Cirinnà e Laura Puppato del Gruppo PD, Dario Stefano del Gruppo Misto/SEL, Pietro Langella del Gruppo Area Popolare/UDC.
Il WWF ricorda che il bracconaggio è un fenomeno ancora presente in Italia, un killer silenzioso che uccide ogni anno nel nostro paese migliaia di uccelli migratori, piccoli uccelli, ma anche orsi, lupi, aquile e altri rapaci. Nei primi mesi dell'anno almeno una decina sono stati i lupi uccisi a bastonate e fucilate in Maremma e fatti ritrovare appesi o con le teste mozzate. Dal 2011 al 2014 sono stati 12 gli orsi uccisi in Abruzzo e pochi giorni fa in Val Di Non in Trentino è stato trovato morto l'orso M6.
L'innovazione normativa è stata proposta e viene promossa dal WWF Italia, che ha raccolto a sostegno dell'iniziativa 55.000 firme nell'ambito della Campagna "Stop ai Crimini di natura".
E' questo un altro passo avanti nella tutela penale dell'ambiente che si inserisce nel solco della recente riforma sull'introduzione nel codice penale dei delitti ambientali. In questo modo si vuole che il codice penale risponda ad un elementare principio di buon senso finora assente: tutelare le specie selvatiche protette come e quanto gli altri animali.
Inizia così un percorso normativo che porterà a fornire strumenti di indagine più efficaci e fattispecie penali più adeguate alla magistratura e alla forze dell'ordine per contrastare comportamenti illegali, spesso favoriti anche dalla criminalità organizzata, quali gli ecoreati a danno delle specie a rischio e della biodiversità del nostro Paese.
Il disegno di legge interviene emendando 5 articoli del codice penale (544 bis, 544 ter, 727 bis, 733 bis, 733 ter), introducendo un nuovo articolo (544 septies) e adeguando il sistema sanzionatorio previsto dalla legge quadro n. 157/1992 per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
Nella sostanza chi cattura, detiene o uccide esemplari di specie selvatiche protette potrà essere punito, una volta approvato il disegno di legge, con la reclusione tra 4 mesi e mezzo a 27 mesi.
Si prevede, inoltre, un aggravamento delle pena prevista per il maltrattamento degli animali per chi maltratti esemplari di specie selvatiche protette. Sono previste attenuanti quando la cattura, la detenzione o l'uccisione riguardi quantità trascurabili o abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione delle specie, come già previsto dal nostro ordinamento.
Viene completato un processo riformatore del codice penale che non poteva non contemplare anche la tutela della fauna selvatica protetta quale parte integrante della concezione unitaria del bene ambientale, comprensiva di tutte le risorse ambientali e le specie vegetali e animali, come riconosciuto in più sentenze della Corte costituzionale (Sentenze nn. 210/1987, 302/1988, 391/1989, 341/1996, 157/1998) e si rafforza la tutela della categoria giuridica di "specie animali selvatiche protette"derivante dal diritto comunitario (direttiva 92/43/CE (c.d. direttiva habitat) e direttiva 2009/147/CE (c.d. direttiva uccelli).
Roma, 2 aprile 2015
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