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mercoledì 18 marzo 2015

Divorzio breve? Lo Stato continuera' ad andare sotto lenzuola delle persone

Firenze, 18 Marzo 2015. Il Senato ha approvato il ddl sul cosiddetto divorzio breve, ora il testo dovra' tornare alla Camera dove e' probabile che non subira' modifiche e quindi diventera' legge.
Avremo quindi una separazione, in attesa dello scioglimento definitivo del vincolo matrimoniale, di "solo" 12 mesi (6 mesi se consensuale). A leggere le prese di posizione di tutti i vari esponenti di governo o meno, si viene travolti da un tripudio di positivita'. Certo, se si considera che la legge in vigore prevede tre anni di separazione, perche' non si dovrebbe essere positivi con queste nuove modifiche? Se consideriamo la politica e la vita come un fatto ragionieristico e matematico, comprendiamo la positivita'. Ma cosi' non e', perche' tra ragionieri e matematici ci sono individui e una societa' che non e' piu' quella di 45 anni fa, quando la legge oggi in vigore fu approvata (1).
Col voto di oggi si e' ancora una volta confermato che lo Stato ha il diritto di entrare sotto le lenzuola di una coppia, tre anni o un anno fanno solo la differenza, per l'appunto, ragionieristica. In questi 45 anni piu' di qualcosa e' cambiato, nelle coppie e negli individui. E se fino ad oggi il legislatore ha fatto finta che questi cambiamenti non ci siano stati, questo non giustifica che ancora oggi -quando si e' deciso di metter mano a questo moloch barbarico- ci si debba rassegnare a dover continuare a delegare allo Stato la propria liberta' di individuo. Ci vorranno forse altri 90 anni perche' poi da 12 mesi si passera' a 6 mesi di separazione? Tutto ci fa pensare che cosi' potra' essere, se tutto andra' bene.
Qui non stiamo mettendo in discussione i diritti degli individui e dei minori nell'ambito della coppia, perche' altri meccanismi e tutele scattano in entrambi i casi. Ma mettiamo in discussione il perdurare della pesante e insopportabile presenza di uno Stato che pretende di sindacare su intimita' e liberta' dei suoi liberi cittadini.
Sono due le categorie di persone che oggi gioiscono:
- coloro che vogliono imporre a tutti con la legge i propri convincimenti ideologici;
- la corporazione degli avvocati, che continueranno a lucrare sulle violenze che lo Stato impone ai propri sudditi.
Mentre la penalizzazione, oltre che per i liberi individui, continuera' anche per la Giustizia, costretta a continuare ad occuparsi dell'initimita' e delle liberta' degli individui. Giustizia che nella maggior parte dei casi svolgera' una mera funzione ragionieristica delle volonta' dei violentati in attesa della loro liberta', con costi per i diretti interessati e tutta la comunita'.

(1) la legge che oggi si vuole modificare e' del 1970, ed ha tenuto duro ad un referendum del 1974 che voleva abolirla, e il cui insuccesso segno' la fine di un'era politica che sembrava eterna, sconfiggendo l'astro clerical-politico del momento, Amintore Fanfani, e segnando l'inizio della fine del dominio della violenza clericale in tutti i meandri della vita degli italiani.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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