Col voto di oggi si e' ancora una volta confermato che lo Stato ha il diritto di entrare sotto le lenzuola di una coppia, tre anni o un anno fanno solo la differenza, per l'appunto, ragionieristica. In questi 45 anni piu' di qualcosa e' cambiato, nelle coppie e negli individui. E se fino ad oggi il legislatore ha fatto finta che questi cambiamenti non ci siano stati, questo non giustifica che ancora oggi -quando si e' deciso di metter mano a questo moloch barbarico- ci si debba rassegnare a dover continuare a delegare allo Stato la propria liberta' di individuo. Ci vorranno forse altri 90 anni perche' poi da 12 mesi si passera' a 6 mesi di separazione? Tutto ci fa pensare che cosi' potra' essere, se tutto andra' bene.
Qui non stiamo mettendo in discussione i diritti degli individui e dei minori nell'ambito della coppia, perche' altri meccanismi e tutele scattano in entrambi i casi. Ma mettiamo in discussione il perdurare della pesante e insopportabile presenza di uno Stato che pretende di sindacare su intimita' e liberta' dei suoi liberi cittadini.
Sono due le categorie di persone che oggi gioiscono:
- coloro che vogliono imporre a tutti con la legge i propri convincimenti ideologici;
- la corporazione degli avvocati, che continueranno a lucrare sulle violenze che lo Stato impone ai propri sudditi.
Mentre la penalizzazione, oltre che per i liberi individui, continuera' anche per la Giustizia, costretta a continuare ad occuparsi dell'initimita' e delle liberta' degli individui. Giustizia che nella maggior parte dei casi svolgera' una mera funzione ragionieristica delle volonta' dei violentati in attesa della loro liberta', con costi per i diretti interessati e tutta la comunita'.
(1) la legge che oggi si vuole modificare e' del 1970, ed ha tenuto duro ad un referendum del 1974 che voleva abolirla, e il cui insuccesso segno' la fine di un'era politica che sembrava eterna, sconfiggendo l'astro clerical-politico del momento, Amintore Fanfani, e segnando l'inizio della fine del dominio della violenza clericale in tutti i meandri della vita degli italiani.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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