All'indomani dell'approvazione della Legge regionale elettorale l'ex sindaco di Bari per mettere una pezza alla mancata norma che avrebbe dovuto prevedere la "doppia preferenza di genere", con il solito colpo di teatro candidò sei donne capolista nelle liste provinciali del Partito democratico: Loredana Capone per Lecce, Marilù Napoletano per Bari, Antonella Vincenti per Brindisi, Patrizia Lusi per Foggia,Anna Rita Lemma per Taranto e Debora Ciliento per la Bat. Fece scena, conquistò le prime pagine, molte donne applaudirono, ma chi è avvezzo ai sistemi elettorali sa bene che alle Regionali vince chi prende più voti e non chi è piazzato ai primi posti della lista. Insomma, per ora una mera operazione di facciata che rischia di diventare fallimentare lì dove anche solo una non dovesse essere eletta.
Invece, il Vitali che non ti aspetti ecco che ti spariglia le carte e nomina quattro donne vice coordinatori regionali (per intenderci il ruolo ricoperto per anni dal deputato fedelissimo di Fitto, Antonio Distaso), la tarantina Francesca Franzoso, la leccese Federica De Benedetto, la barese Beatrice De Donato e la foggianaRosa Caposena, e una donna coordinatrice di Bari Città Metropolitana (vale a dire non solo il ruolo ricoperto da fino al mese scorso dal senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, ma per chi non è addentro all'organizzazione di Forza Italia, un ruolo che è pari a quello dei segretari provinciali), ovvero Irma Melini.
Insomma, il coordinatore regionale mette cinque donne in ruoli politicamente strategici della vita di un partito. Ora tocca a loro esercitarlo con la stessa determinazione con la quale lo esercitavano i parlamentari baresi Distaso e D'Ambrosio Lettieri. Anzi, non con la stessa determinazione, meglio con una nuova autorevolezza. Solo così, forse, in Forza Italia avranno, alla fine (ma molto alla fine) vinto tutti!
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