a proposta del relatore - evidenzia il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - non ci trova pienamente soddisfatti perché lascia irrisolta la questione della presenza di sostanze e prodotti non autorizzati nei prodotti biologici, materia sulla quale manca di fatto un'armonizzazione a livello comunitario, dal momento che solo l'Italia e pochi altri Paesi hanno deciso di fissare per legge una soglia massima di contaminazione.
Anche in altri punti della proposta Agrinsieme esprime le sue riserve, che nello specifico sono inerenti alla definizione di "gruppo di operatori" ai fini della certificazione, ai controlli e, non ultimo, alla deroga concessa a quei Paesi che per particolari condizioni climatiche potranno esportare prodotto biologico non conforme ai rigidi standard europei (come nel caso del riso dei Paesi dell'Indocina).
Ww Tali previsioni rischiano di abbassare la qualità delle produzioni biologiche italiane ed europee e favorire le importazioni, con gravi conseguenze per il mercato di questo importante settore della produzione primaria.
Al fine di tutelare le peculiarità dell'agricoltura biologica italiana, Agrinsieme invita i nostri parlamentari europei a sostenere tali esigenze e a cercare sinergie con le delegazioni di altri Paesi per garantire un aumento delle conversioni verso questo tipo di produzione, fondamentale per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Roma 12 ottobre 2015
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