Save the Children ha caratterizzato il suo intervento in Itala proprio su quella che abbiamo definito "povertà educativa", una povertà meno visibile di quella economica, ma che ha il potere di bloccare sul nascere le possibilità dei bambini e degli adolescenti di apprendere e sviluppare i propri talenti e le proprie capacità.
I dati che caratterizzano la povertà educativa in Italia sono allarmanti: dal tasso di dispersione scolastica (il 15%, uno dei più alti in Europa) alle competenze in matematica e lettura OCSE Pisa (un quindicenne su quattro non supera il livello minimo di competenze in matematica), dalla lettura dei libri (quasi un minore su due tra i 6 e i 17 anni non ha letto un libro se non quelli scolastici nel corso dell'ultimo), alla frequentazione dei luoghi della cultura e dell'arte (più della metà dei minori tra i 6 e i 17 anni non ha visitato un museo o un sito archeologico nell'ultimo anno).
È per questi motivi che proprio poco tempo fa Save the Children ha lanciato in Italia una campagna – Illuminiamo il Futuro - per sconfiggere la povertà educativa da qui al 2030 indicando obiettivi e target specifici e misurabili.
Il fatto che la "povertà educativa" entri nell'agenda di governo rappresenta un passaggio di grande importanza: si tratterà ora di capire - con il Governo, le fondazioni e gli altri attori istituzionali e sociali - come concretizzare questo impegno, per raggiungere risultati in grado di aprire concretamente gli orizzonti di crescita e di sviluppo dei talenti e delle opportunità per tutti quei bambini che oggi ne sono privi.
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