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martedì 19 gennaio 2016

Accordi illeciti in materia fiscale: il Parlamento Europeo chiede compensazioni per i Paesi colpiti

Il Parlamento, con una risoluzione approvata martedì con 500 voti favorevoli, 137 contrari e 73 astensioni, ha chiesto che qualora la Commissione europea decidesse che uno Stato membro debba recuperare denaro da una società in seguito a violazioni delle norme sugli aiuti statali relativi alla tassazione, questi importi non dovrebbero essere restituiti a quel Paese, ma agli Stati membri che hanno subito un'erosione della loro base imponibile o al bilancio UE.

La relazione di Werner Langen (PPE, DE) - che fa seguito alla relazione annuale sulla concorrenza per il 2014 della Commissione - prevede raccomandazioni generali per migliorare la concorrenza nell'UE, e la mette in relazione con le pratiche sulla tassazione delle società e il sostegno statale alle banche offerto all'inizio della crisi finanziaria.

Per il relatore, "la globalizzazione e l'economia digitale richiedono nuove norme sulla tassazione equa, sulla posizione dominante, sulle opportunità d'intervento europeo e sulla cooperazione internazionale. In questi settori, la Commissione affronta sfide maggiori rispetto al passato e il Parlamento europeo desidera essere coinvolto attivamente in questi processi".

Concorrenza fiscale iniqua

La relazione si compiace delle indagini avviate nel 2014 sugli aiuti di Stato intraprese dalla Commissione riguardo le decisioni favorevoli in materia fiscale per Starbucks (NL), Fiat (LU), Amazon (LU) e Apple (IE) e le successive indagini nelle pratiche di tassazione dei 28 Stati membri. Si fa appello agli Stati membri affinché cooperino appieno a queste indagini e ai lavori, in corso, della seconda commissione speciale in materia fiscale del Parlamento. Inoltre, i deputati sollecitano una riforma dell'attuale direttiva sull'imposta sul valore aggiunto (IVA) in modo da rendere più difficili casi di frode.

Google

I deputati si sono inoltre occupati del caso Google, che, a loro parere, dovrebbe essere accelerato. Chiedono inoltre alla Commissione di esaminare con attenzione la pratica adottata da Google di offrire il sistema operativo "Android" soltanto in combinazione con altri servizi propri e di vietare ai produttori la preinstallazione di prodotti della concorrenza. In aggiunta, chiedono alla Commissione di esaminare la posizione dominante di Google nell'area delle prenotazioni alberghiere.

Nuovi criteri per le fusioni e le acquisizioni nel mercato digitale

Nel documento si invita la Commissione a definire nuovi criteri per valutare la dimensione del mercato nel settore digitale. Si ritiene, infatti, che l'attuale criterio generale di volume d'affari non sia sufficiente per giudicare se le fusioni o le acquisizioni stiano portando a posizioni dominanti nel mercato nell'economia digitale. Si sottolinea, inoltre, che le imprese con volumi d'affari ridotti e cospicue perdite di avviamento possono disporre di un grande portafoglio clienti e, conseguentemente, di un volume considerevole di dati e di un elevato potere di mercato. Come esempio, viene citata l'acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook.

Multare le persone fisiche, non solo le imprese

I deputati ritengono che le norme esistenti per multare le persone giuridiche a seguito di violazioni debbano essere integrate con sanzioni contro le persone fisiche responsabili. Essi aggiungono che tali multe dovrebbero essere talmente elevate da agire come un deterrente. 

Ridimensionare il sostegno di Stato al settore bancario

I deputati fanno appello alla Commissione affinché chiarisca le norme e le procedure in base alle quali può essere autorizzato l'aiuto di Stato nel settore finanziario. Ritengono che l'aiuto di Stato al settore bancario debba essere ridimensionato, al più tardi entro il completamento dell'Unione bancaria.

Procedura: risoluzione non legislativa

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