Si tratta di provvedimenti incostituzionali su materie rilevanti come l'ammodernamento dell'infrastruttura ferroviaria nonché la tratta ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania, come i contratti di programma tra l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) e i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale.
«In tutti i modi avevamo cercato di scongiurare l'approvazione del decreto Sblocca Italia" - commenta il parlamentare pugliese M5S, Diego De Lorenzis, capogruppo in Commissione - e oggi la Corte Costituzionale ci dà ragione: ogni giorno i giudici dell'organo di garanzia della Costituzione demoliscono un pezzo, come già è avvenuto per la riforma delle autorità portuali, del provvedimento contestato ovunque, che rappresenta quindi non solo l'autoritarismo di Renzi, ma anche il disprezzo del PD per la Costituzione Italiana».
Una delle norme censurate della Corte si riferisce all'opera strategica della tratta ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania, proprio nel merito della mancanza di "intese" con le Regioni, che devono essere "intese forti" e condotte in base al principio di lealtà.
«La Regione deve essere posta su un piano paritario con lo Stato, con riguardo all'intero fascio di interessi regionali. Renzi invece preferisce la figura dell'uomo solo al comando, come per le scandalose riforme costituzionali e la pessima legge elettorale! Inoltre - aggiunge Diego De Lorenzis - Renzi aveva attribuito al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti la redazione del Piano di ammodernamento dell'infrastruttura ferroviaria, per individuare le linee ferroviarie su cui intervenire con opere di interesse pubblico nazionale o europeo, senza che sia redatto d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni».
Anche nel settore aereo la Corte boccia senza appello le scelte del Governo: per gli indispensabili Contratti di Programma tra ENAC e gestori aeroportuali, che ricordiamo essere una condizione necessaria per il rilascio della Concessione aeroportuale, Renzi ha arrogato a sè tutte le funzioni senza l'indispensabile coinvolgimento degli enti regionali.
«Purtroppo a farne le spese è il nostro Paese che subisce i capricci e l'ambizione spregiudicata di un Governo che ha creato fin troppi problemi, non solo nel settore dei trasporti. Ora ci sarà un'ulteriore perdita di tempo per intervenire su tali materie alla luce della recente sentenza costituzionale: questo vuol dire anche un ulteriore danno per l'economia, perché conseguentemente ci sarà inevitabilmente una perdita di competitività delle aziende legate a tali settori, che continuano a essere in un clima di incertezza e inefficienza. Renzi - conclude il parlamentare pugliese M5S, Diego De Lorenzis - dovrebbe lasciare subito la guida del Paese, prima di Ottobre, evitando anche l'ennesima figuraccia con l'esito referendario sulle riforme Costituzionali: il Paese non ha più tempo per i giochi di potere del PD».
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