Noi di Aduc, che crediamo nello Stato di diritto e nelle istituzioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso novembre, abbiamo aspettato che Stato e Bankitalia dicessero come e cosa fare. Ma, se si esclude un laconico e sibillino comunicato di Bankitalia del 6 novembre 2015 (2), silenzio assoluto. Abbiamo quindi messo in circolazione, lo scorso 6 gennaio, un modulo perche' i possessori di Lire avanzino la richiesta a Bankitalia tramite raccomandata AR, mettendo cosi' una data certa per la loro richiesta: e per essere al massimo garantisti e non forzare le istituzioni, abbiamo calcolato che la scadenza per questa richiesta debba essere il 28 gennaio 2016, recuperando cosi' quegli 84 giorni che il decreto del Governo Monti, aveva tolto ai risparmiatori rispetto alla data ufficiale della conversione (3).
Ora, in via ufficiosa, Bankitalia fa sapere che cambiera' la valuta solo di chi aveva fatto la domanda a suo tempo, nei termini dell'epoca. Ma cosi' Bankitalia fa la furbacchiona, oltre che il braccio armato dello Stato ladro e truffatore: dopo il decreto del 6 dicembre 2011, Bankitalia, poiche' la legge era cambiata, non accettava le richieste di cambio valuta. La sentenza del 6 novembre della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimita' di quel decreto e quindi ha riaperto i termini, almeno per lo stesso numero di giorni che mancavano alla scadenza modificata dal decreto, altrimenti: a cosa serve questa sentenza? Secondo Bankitalia la sentenza e' come se non ci sia stata, perche' per lei valgono solo le domande presentate fino al blocco del decreto Monti. Questo, per noi significa fare i furbacchioni e alimentare e assecondare furto e truffa da parte dello Stato (ministero Economia e Finanze nella fattispecie).
Quindi, se la sentenza della Corte Costituzionale ha un valore (e nessuno puo' -allo stato- affermare il contrario), automaticamente Bankitaia dovrebbe onorare i cambi di valuta. Ma non lo fa, come sta accadendo in questi giorni in cui diversi risparmiatori si sono rivolti ai loro uffici. I casi, quindi sono due: o interviene il Governo per far si' che questa sentenza costituzionale sia onorata o, in assenza, interviene un qualche giudice a costringere lo Stato inadempiente attraverso il suo braccio armato.
Noi aspettiamo il 28 gennaio e poi ci organizzeremo e faremo iniziative per rivendicare il riconoscimento del diritto di chi deve potere cambiare le Lire che ancora possiede. Non solo, ma, visto quanto accaduto, auspichiamo che il Parlamento e/o il Governo intervengano per estendere la possibilita' di cambio anche oltre il 28 gennaio 2016: si' da rimediare a quanto non fatto fino ad oggi (silenzio assoluto) rispetto all'entrata in vigore della sentenza costituzionale (6 novembre 2015) e, soprattutto, per non aver consentito l'uso di un proprio diritto a tutti i risparmiatori che in questi anni (tra l'entrata in vigore del decreto Monti del 2011 e la sentenza del 2015 della Corte Costituzionale) hanno dovuto attendere la sentenza della Corte Costituzionale. Altrimenti -RIPETIAMO- a cosa sarebbe servita questa sentenza del massimo organo costituzionale del nostro Stato di Diritto?
Qui il modulo per la richiesta di conversione di Lire in Euro e i necessari approfondimenti: http://investire.aduc.it/comunicato/cambio+vecchie+lire+euro+aduc+pubblica+modulo_23802.php
(1) la legge 289 del 2002 aveva previsto all'art. 87 che la conversione delle lire aventi corso legale (le precedenti serie erano prescritte) poteva avvenire a richiesta degli interessati fino al 28 febbraio 2012. Il Governo Monti aveva invece previsto, con l'articolo 26 del Decreto Legge n.121 convertito con modificazioni, dalla Legge n. 214/2011 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre 2011, che "le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata" e che "il relativo controvalore è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato".
(2) https://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/documenti/conv-lira-euro.pdf
(3) il decreto del Governo Monti (entrato in vigore il 6 dicembre 2011) che aveva interrotto la scadenza per il cambio (28 febbraio 2012), toglieva 84 giorni che i risparmiatori avevano per effettuare i necessari cambi di valuta. La sentenza della Corte Costituzionale e' entrata in vigore il 6 novembre 2015, e quindi avrebbe ridato ai risparmiatori gli 84 giorni levati dal decreto del Governo Monti alla scadenza gia' prevista. Sommando quindi questi 84 giorni da recuperare, si arriva al 28 gennaio 2016.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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