Non riusciamo proprio ad essere un Paese civile.
Riusciamo benissimo ad essere ridicoli verso l'Europa o il mondo: raccontiamo barzellette di dubbio gusto, leggiamo poesie inesistenti, copriamo la nostra storia e cultura, paghiamo riscatti, revochiamo pensioni, ma non riusciamo ad ammettere che tutti i cittadini italiani debbano avere gli stessi diritti.
Riusciamo ad ammettere dal 1983 che un coniuge etero possa riconoscere il figlio naturale dell'altro coniuge, ma non che quei coniugi siano due uomini o due donne.
Riusciamo ad imporre ai bambini cosa sia giusto per loro (un orfanotrofio o una famiglia omogenitoriale) e non riusciamo ad accettare noi adulti la diversità.
Riusciamo ad avere una coalizione che guida il governo spaccata su differenti punti di vista (immigrazione, sicurezza, finanza e lavoro), ma non riusciamo a approvare una legge per questioni di tecnicismo.
Riusciamo a diventare esperti costituzionalisti solo vedendo un video di qualche minuto, ma non riusciamo ad accettare l'idea che non sempre la proprio partito si sia comportato correttamente.
Chiamatelo canguro, democrazia, incapacità a governare o giochi di potere politico, ma resta di fatto che il 10% dei senatori al Senato sono stati l'ago della bilancia per l'approvazione di una legge che l'Italia attende da 20 anni.
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