"Sulla stepchild adoption non sono ammissibili ulteriori mediazioni o, ancor peggio, stralci: la legge sulle unioni civili in discussione al Senato è già una mediazione frutto di un lungo lavoro. Non si può negoziare sui diritti umani e sulla pelle di tante famiglie". Lo dichiara Alessandro Zan, deputato del partito democratico e attivista della comunità gay. "Il testo del ddl Cirinnà è perfettamente in linea con la sentenza della Consulta 138 del 2010" prosegue, "e non parifica affatto l'unione civile al matrimonio, stabilendo un regime differenziato. C'è poi un dato inequivocabile: la tanto discussa stepchild adoption, che tutela la continuità affettiva del bambino con l'altro genitore in caso di morte del padre o della madre biologici, viene già applicata dalla giurisprudenza a coppie omosessuali con figli: approvare un istituto diverso introdurrebbe una grave disparità di trattamento verso i bambini che vivono in una famiglia omogenitoriale. Senza contare" continua il parlamentare Pd, "che si tratta di un istituto consolidato che già vige per le coppie eterosessuali sposate: introdurne una forma alternativa, con tutele più blande, stabilendo una differenziazione giuridica per i figli di genitori dello stesso sesso rispetto a tutti gli altri, comporterebbe una censura da parte della Corte Costituzionale, in quanto la norma violerebbe il principio fondamentale di eguaglianza. Dunque" conclude Zan, "il Parlamento si assuma le proprie responsabilità davanti agli italiani e voti consapevolmente senza ricorrere a voti segreti".
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